Un rifiuto non si rifiuta mai
di 8 Aprile 2010 00:39 Letto 5.910 volte2
di Beniamino Pillitu
Comitato NO PROFIT cittadini di Serramanna
Promotore:
Beniamino Pillitu
Missione:
Creazione di almeno un centro di raccolta differenziata pubblico e controllato.
Crediamo che un contributo propositivo della cittadinanza possa aiutare le amministrazioni a orientare meglio e più tempestivamente gli interventi.
Non crediamo che la colpa sia sempre e solo delle amministrazioni.
Prodotti:

Mettiamo a disposizione delle amministrazioni le IDEE E LE ESIGENZE dei cittadini tramite la politica attiva.
Non abbiamo nessuna intenzione di sostituirci agli amministratori, ma in quanto diretti interessati vogliamo partecipare e contribuire alla soluzione dei problemi.
La pagina è stata creata alcuni mesi fa, a seguito di altre iniziative simili e commenti o lamentele a proposito dei rifiuti e della loro gestione in tempi di raccolta differenziata.
Si sente spesso parlare di problematiche inerenti la raccolta differenziata, alcuni sono contrari e vorrebbero tornare al vecchio sistema, altri sono più ottimisti e convinti che la strada sia giusta e che bisogna solo migliorarla.

Noi riteniamo che sia indispensabile riciclare i rifiuti, ma una volta intrapresa la strada bisogna perseverare, diventare ecologicamente più responsabili e consapevoli delle inevitabili conseguenze di una popolazione mondiale che aumenta a dismisura, consuma a dismisura, inquina a dismisura. Mentre lo spazio su cui viviamo è perfettamente misurato e limitato. Aria e acqua comprese.
Per cui SI alla raccolta differenziata, ma ascoltiamo le esigenze dei cittadini, osserviamo i comportamenti e le abitudini, consideriamo i vantaggi e gli svantaggi e troviamo la soluzione migliore.
Purtroppo è stata lasciata alle regioni molta libertà interpretativa, col risultato di creare confusione e libera interpretazione su come gestire nei dettagli addirittura la selezione e la tipologia di rifiuti che rientrano in una categoria, per non parlare delle istruzioni per l’uso che variano spesso tra comuni limitrofi.
E nel caos generale, il mal di testa aumenta e molti perdono la pazienza. Se consideriamo poi che generalmente a livello locale gli amministratori non brillano certo per preparazione specifica, nel senso che corri il rischio per esempio di trovare un assessore alla cultura che non ha mai letto un libro, diventa molto facile che le normative generali previste per l’organizzazione della raccolta differenziata vengano applicate approssimativamente o parzialmente.
Molto pericoloso visto che si tratta di un settore delicatissimo per gli equilibri ecologici e di conseguenza economici del territorio, che coinvolge tutti i cittadini nello stesso modo, senza distinzione di razza, ceto o religione.
Quindi una normativa nazionale e un unica regola sul riciclaggio mi pareva obbligatoria.
Nel caso specifico di Serramanna e zone limitrofe, mi limito ad osservare che per esempio è partita la raccolta differenziata ma non sono state realizzate le isole ecologiche, per consentire ai cittadini di liberarsi subito di un rifiuto in caso di necessità.
Grave errore, le campagne e i fiumi hanno accolto le esigenze di disperati e maleducati, ma anche questi ultimi direi che sono stati provocati dalla mancanza di programmazione, perché dopo decenni di abitudine a disfarsi di qualsiasi cosa nel cassonetto sotto casa, improvvisamente ci si ritrova con il secco a casa per una settimana, e l’umido a volte anche tre giorni. Figurati se non hai nemmeno un balcone!
Oppure come quel disgraziato che ha scaricato decine di cassette di lumache, plastica compresa, lungo le sponde del fiume Leni, provocando giustamente il malcontento di tutti. Deplorevole, ma non poteva certo accatastarle di fronte alla porta di casa il giorno che passava l’umido, o chiamare per gli ingombranti che ritirano solo una volta a settimana. Disperato e disonesto le ha lasciate lungo il fiume, tanto passa il comune ogni tanto a pulire, sempre meglio che nascoste in mezzo alla macchia mediterranea, dove magari non le trovi subito ed è pure peggio.
Probabilmente è solo cattiva educazione, mancanza di cultura e informazione, mischiata ad un po’ di disonestà che accomuna molti italiani.
Ma sicuramente è colpa del fatto che non c’è un posto sicuro, legale, ovvio, giusto, pratico e logico e conveniente e sicuro ma soprattutto previsto dalle amministrazioni, dove lasciarli. Idem per molti altri articoli quali pezzi dell’auto, calcinacci, oli usati, contenitori di antiparassitari, gomme d’auto e batterie, che i centri commerciali vendono ma non ritirano come usato, piccoli pezzi di eternit che potrebbero essere dichiarati e smaltiti e inclusi nel costo dell’appalto alla ditta che ritira i rifiuti, mentre invece si lascia l’incombenza al cittadino, chiudendo un occhio sul fatto che la maggior parte di tutto ciò bisognerà andarla poi a cercare per i campi. E con doppio danno futuro incluso.

Inutile dire che per tutto ciò non è previsto il ritiro e non è nemmeno consentito lasciarlo tra gli ingombranti, ma allora dove cavolo dobbiamo metterlo?
Non è più facile creare un centro di raccolta che ritira tutto semplicemente esibendo un documento di identità, e quando si raggiunge una certa quantità si provvede a smaltirlo con costi sicuramente inferiori, per la tasca e per l’ambiente, considerato il fatto che tutti questi rifiuti citati sono guarda caso anche particolarmente inquinanti?
Forse è troppo pretendere che i nostri amministratori siano esperti di ambiente, sociologia, comunicazione, cultura ed economia e possano essere capaci da soli di trovare sempre le soluzioni migliori, anche se spesso viene il sospetto che si ritengano tali o che si vedano attribuite queste doti o conoscenze semplicemente con il voto. La verità forse e che siamo noi cittadini a lasciare che se le sbrighino loro le rogne, e se non ci riescono li riteniamo incapaci. Allora forse la soluzione sta nel mezzo, e ci riporta alla missione che ci ha spinto a creare questo comitato di cittadini, certi che la democrazia è partecipazione, mentre delegare troppo è più comodo ma si rischia il malgoverno e la dittatura.
“Crediamo che un contributo propositivo della cittadinanza possa aiutare le amministrazioni a orientare meglio e tempestivamente gli interventi. Non crediamo che la colpa sia sempre e solo delle amministrazioni. Mettiamo a disposizione delle amministrazioni le IDEE E LE ESIGENZE dei cittadini tramite la politica attiva. Non abbiamo nessuna intenzione di sostituirci agli amministratori, ma in quanto diretti interessati vogliamo partecipare e contribuire alla soluzione dei problemi“.

Elena F. 14 Aprile 2010 alle 16:32
L’esigenza di un ecocentro è sentita da tutti i cittadini educati e anche dagli amministratori che sono anch’essi cittadini di Serramanna..infatti il Comune di Serramanna ha presentato la richiesta di finanziamento all’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente Servizio Tutela dell’Atmosfera e del Territorio a valere sui fondi POR FESR 2007-2013 ASSE IV per la reaizzazione di un ecocentro a supporto ella raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
In merito è stato realizzato ed approvato lo studio di fattibilità per la realizzazione dell’ecocentro, su un’area in prossimità dl centro abitato della superficie di mq 1990 per una spesa complessiva di 156000,00 euro.
Beniamino Pillitu 11 Agosto 2010 alle 12:01
Fino a gennaio e febbraio da parte della amministrazione l'esigenza non era sentita, ho personalmente ricevuto risposte tipo: "abbiamo il ritiro a domicilio, l'ecocentro non serve". E' da un bel po' di anni che la differenziata prevedeva l'ecocentro, e i bandi erano attivi, ma Serramanna non ha mai dimostrato interesse. E poi non credo che nell'attesa dell'ecocentro si possa continuare a tenere le discariche attuali di fianco ai cassonetti del vetro e dei pannolini. Multe? Vigili? Telecamere? L'amministrazione ha il potere di fare delle ordinanze per migliorare i servizi e imporre alle aziende che hanno l'appalto delle modifiche o quant'altro serva per risolvere la situazione ora, adesso, non possiamo aspettare l'ecocentro che forse arriverà, ma chissà quando. E se non c'è ancora di chi è la colpa?