La chiesa campestre di Sant’Antonio: informazioni sul progetto
di 15 Maggio 2010 15:36 Letto 11.583 volte7
di Davide Batzella
E’ in fase di progettazione una chiesetta campestre in onore di Sant’Antonio, ecco alcune informazioni riferite dal sacerdote Don Bruno Pittau, della Parrocchia di Sant’Ignazio da Laconi.
Alla domanda “Perché dedicare una chiesa a Sant’Antonio?” il Parroco ha risposto:
“Perché, come riferito a suo tempo al cardinale Baggio e in seguito comunicato anche ai parrocchiani, la scelta del Patrono della seconda Parrocchia (abbandonato il titolo proposto dalla Curia, “Nuova Chiesa della Madonna”), cadde in un primo tempo su S. Antonio.
Data la mia devozione a S. Ignazio sin da piccolo, capovolgendo i voti ottenuti, ho manifestato al Cardinale che era un mio desiderio, confortato da un bel gruppo di parrocchiani, di scegliere Sant’Ignazio da Laconi, perché ancora non aveva una parrocchia in suo onore, mentre Sant’Antonio ne aveva tantissime in tutto il mondo.
Il Cardinale ha condiviso ed avallato la proposta e Sant’Ignazio ha avuto a Serramanna la sua prima parrocchia in assoluto. Sant’Antonio resta compatrono e, con S. Ignazio, è l’unico santo cui si fa anche la processione e si celebra in modo solenne la festa, perché da sempre considerato compatrono della seconda parrocchia.“
Il parroco continua dicendo: “Il sogno di costruire in campagna una chiesetta in onore di S. Antonio risale all’ottobre 1989. Dopo vari esami e contatti con i proprietari dei terreni della zona prescelta, dimostratisi pronti al venirci incontro, s’inoltra domanda al Comune affinché innalzi l’indice di edificabilità. Di persona ho consegnato la domanda al Segretario Comunale dottor Cadau. Andai sul posto insieme all’ing. Vincenzo Carboni e al prof. Flaviano Ortu, ai quali si pensa di conferire l’incarico di preparare il progetto. Si dimostrano molto entusiasti, trovando il posto prescelto idoneo e bello”.
Quando sembrava che il sogno si potesse realizzare, non se ne fece più nulla: da un lato il Comune non ha esaminato la domanda per rilasciare la deroga e dall’altro i padroni dei terreni prescelti cambiano idea. Per ovviare a questo, si ripiega verso un altro terreno degli eredi Simbula. Nel documento d’acquisto si scrive che il terreno sarebbe stato acquistato dal sacerdote Bruno Pittau con soldi propri, con l’intento di iniziare, Comune permettendo e rilasciando regolare licenza, la costruzione di una chiesetta di campagna da dedicare a S. Antonio da Padova. Riuscendo nell’intendo, il parroco dichiara di regalare terreno e chiesa alla parrochia di Sant’Ignazio.
Il signor Simbula si è mostrato molto entusiasta dell’iniziativa, in quanto da sempre aveva sognato di edificare nel suo terreno una chiesetta in onore di Santa Marina (chiesetta tra Serramanna e Samassi ora completamente distrutta che, in tempo passato, sorgeva non molto distante dal suo terreno: ne parleremo in un prossimo articolo). È per questo motivo che si conviene che se sorgerà la chiesetta di Sant’Antonio, nella medesima sia posta anche una statua di Santa Marina.
Quando pareva che anche questa trattativa volgesse al termine, qualcosa non andò in porto: fu annullata ogni trattativa e con essa anche il sogno di far sorgere la chiesa in onore del Santo.
Per fortuna nell’arco di 20 anni le cose cambiano. Il parroco ha venduto la villetta di Santa Margherita di Pula (di cui col fratello condivideva la proprietà da prima di arrivare a Serramanna) ed ha acquistato nell’ottobre 2008 un uliveto posto in agro di Serramanna in località “Sa Roia”. “Fatto l’acquisto, improvvisamente in me è riaffiorato il desiderio di riprendere un vecchio sogno da tempo vagheggiato: costruire in Serramanna una chiesetta in onore di S. Antonio”, dice Don Bruno.
Per inaspettata circostanza anche la lottizzazione in programma del Comune ricade proprio nei pressi della zona dove è stato acquistato il terreno che il parroco intende mettere a disposizione della comunità di Serramanna per la costruzione della chiesetta campestre.
In conclusione Don Bruno dice: “Con questo mio gesto vorrei lanciare anche un segnale ed un messaggio che si può lavorare, come credo di aver fatto onestamente in questi 39 anni vissuti a Serramanna, senza badare all’interesse personale o per accumulare per poi lasciare ai parenti, ma si può tener di mira anche il bene comune a beneficio del prossimo, il bene dell’intero paese di Serramanna”.
Come già fatto nel 1989, è stata inoltrata domanda al Comune di Serramanna. Stavolta tutto è andato a buon fine, la richiesta è stata accolta, il terreno è stato inserito nell’area di “Zona S2” (area per attrezzatura di interesse comune) e la comunità ha risposto positivamente. Non resta che trovare i fondi e tutto l’aiuto necessario di cui l’opera necessità per la sua realizzazione.
La volontà tenace,
l’offerta del terreno da parte del Parroco Fondatore
don Bruno Pittau,
il lascito alla Parrocchia
di Franco Mossa
il beneplacito della nonna materna
Raimonda Bandino,
la disponibilità del Comune
hanno permesso di iniziare questa chiesa campestre
da dedicare in onore del compatrono
S. Antonio da Padova
a p m
Fabio Onnis 17 Maggio 2010 alle 10:50
Il campanile non manca mai…
Mi chiedo quanto tempo impiegheranno i nostri amministratori per far partire la lottizzazione sull’area adiacente alla oramai prossima chiesa. Non vorrei sia un cattedrale nel deserto, o meglio, nella campagna.
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Pino Melis 22 Maggio 2010 alle 23:55
E’ importante sapere che tutte le lottizzazioni previste nel Piano Urbanistico Comunale sono di esclusiva competenza dei privati proprietari che si riuniscono in consorzio … quindi la volontà esecutiva, così come la celerità costruttiva è competenza dei proprietari, così come avviene in tutta Italia, e aggiungo “meno male”, perchè ciò non deve gravare come costo all’intera comunità. Si ricorda che l’ultima lottizzazione pubblica è quella di “Campu sa Lua” con realizzazione nel 1977.
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Paolo Picci 3 Agosto 2010 alle 15:37
Prima di tutto si presenta davvero male, è proprio bruttina. In più non capisco perchè, per la chiesa di Sant' Ignazio,il parroco, dopo averla messa ai voti e aver ottenuto il risultato di Sant' Antonio, ignora i risultati per intitolarla a suo piacimento. Allora perchè metterla ai voti?
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Annalisa Deidda 3 Agosto 2010 alle 18:15
Le Chiese sono sempre più vuote e si pensa a costruirne di nuove …
Io penso che per raccogliersi in preghiera a Serramanna ci siano già dei bellissimi luoghi di culto e … magari S. Antonio sarebbe più felice se i fondi destinati alla realizzazione della costruenda Chiesa campestre a lui dedicata venissero devoluti… magari… alla missione di don Giuseppe Spiga, sacerdote che opera in Brasile, figlio di una delle nostre parrocchie.
Nessuno me ne voglia … ma questo è il mio pensiero.
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giorgia mascia 3 Agosto 2010 alle 19:38
..sì son d'accordo con te Annalisa..
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samuele pinna 3 Agosto 2010 alle 21:12
Condivido in toto.
Babele non ha insegnato nulla a quanto pare.
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Massimiliano Murgia 3 Agosto 2010 alle 18:53
Beh la chiesa,per sua stessa natura non è mai stata democratica…era diciamo,una specie di referendum consultivo non vincolante…:-)
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