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LE DIPENDENZE GIOVANILI – resoconto incontri del 5 marzo e 7 maggio

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di Silvia Pusceddu e Maria Letizia Scalas

GiovaniGenitori e adolescenti: fattori di rischio, protezione, pregiudizi, normalità, usi, abusi e modelli culturali”: questo il titolo degli incontri tenutisi il 5 marzo e il 7 maggio nei locali della Scuola Media di Serramanna.

Argomenti generalmente considerati “pesanti” sono stati trattati in un clima “familiare” e piacevole; bravissimi la dott.ssa Monica Pinna (Servizio Dipendenze ASL 6 Sanluri) e il dott. Claudio Sabatini (KOINOS-SEDIS), che hanno lasciato ampio spazio ai genitori per manifestare i propri dubbi e le proprie insicurezze, bilanciando la serietà necessaria per affrontare un tema tanto delicato e la leggerezza che consente ai partecipanti di non farsi soggiogare dall’ansia.

Il fenomeno delle dipendenze è di per sé un fenomeno complesso, che, per quanto riguarda il suo sviluppo e il mantenimento, è in stretta relazione – oltre alle scelte individuali – con tutta una serie di fattori di ordine sanitario, culturale, sociale, educativo, legale, ecc.

La tipologia di consumatori è sempre più diversificata, coinvolgendo sia i giovanissimi che le persone adulte. Sempre più diversificati anche i comportamenti e le nuove modalità di consumo sia delle sostanze “storiche” che di nuove sostanze, che possiamo raggruppare in queste categorie:

  • droghe illegali (eroina, cocaina, anfetamine, cannabinoidi, allucinogeni, ecc.)
  • droghe ricreative (ecstasy e simili, anestetici, inebrianti, energy drinks, ecc.)
  • sostanze d’abuso legali (alcol, tabacco, caffeina, inalanti, ecc.)
  • dipendenze comportamentali (gioco d’azzardo, internet, social network, viodeogiochi, sesso, lavoro, ecc.)

Le indagini effettuate in alcune scuole superiori e in diversi ambienti informali  nel territorio della Provincia del  Medio Campidano hanno evidenziato un uso diffuso di sostanze fra adolescenti e giovani, accompagnata, però, da una scarsa consapevolezza da parte degli stessi degli effetti sulla salute, a medio e lungo termine, e in particolare dei rischi legati alla dipendenza.

Rispetto al passato, quando l’uso di sostanze veniva considerato un comportamento “deviato”, oggi si riscontra una sorta di “normalizzazione del consumo”, fenomeno alimentato anche da diversi personaggi dello spettacolo, che porta giovani e meno giovani a ritenere “normale”  l’uso di sostanze. Il fatto che molte sostanze che inducono dipendenza sono “legali” (alcol, tabacco, ecc.) viene spesso considerato dai giovani come  una giustificazione a questo atteggiamento.

Gli operatori hanno messo in particolare evidenza il pericolo di assumere “mix” di diverse sostanze; droghe come l’eroina, che sembravano ormai cadute in disuso, stanno ritornando nel “mercato” miscelate con altre sostanze erroneamente ritenute dai giovani “meno pericolose” con l’unico scopo di indurre la dipendenza e, quindi, alimentarne la vendita. Ovviamente, tutto all’insaputa degli utilizzatori.

Di fondamentale importanza, per noi genitori, la distinzione fra “uso esplorativo” e “abuso” di sostanze, anche se gli operatori hanno sottolineato che, in ogni caso, l’uso, per quanto esplorativo,  va sempre scoraggiato; considerato che il cervello di un ragazzo è ancora in fase di maturazione, i danni arrecati dall’assunzione anche di piccoli quantitativi di sostanze – alcol compreso – possono essere molto seri e rappresentano una via facilitata all’uso di sostanze “pesanti” da cui è ben difficile allontanarsi volontariamente.

L’incontro del 7 maggio è iniziato con il rievocare gli aspetti trattati nell’incontro precedente e con il mettere in evidenza la sensazione di paura e la tendenza alla fuga nei confronti delle informazioni che man mano venivano date.

Gli operatori hanno colto l’occasione per sottolineare che benchè siano reazioni naturali la paura, l’ansia, la fuga non sono comunque atteggiamenti vincenti e che occorre, invece, saper cogliere i “segnali di fumo”.

Sono stati in seguito presentati i risultati di uno studio-ricerca effettuato negli Stati Uniti in cui per la prima volta vengono differenziati in relazione al sesso. Di grande interesse, per noi genitori, l’illustrazione e la discussione sui fattori di rischio e quelli protettivi.

Fattori di rischio:

  • introversione
  • timidezza
  • aggressività
  • irritabilità
  • tendenza alla ribellione
  • difficoltà a controllare gli impulsi
  • scarse capacità sociali
  • uso di sostanze nel gruppo dei pari e/o da parte dei genitori
  • precocità nell’età di iniziazione
  • credenze e aspettative positive sull’uso di sostanze
  • Di particolare rilevanza, per il sesso femminile, lo stato di salute psicologica e le relazioni intra-familiari disfunzionali

Fattori protettivi:

  • avere dei solidi legami familiari e affettivi
  • avere dei buoni risultati scolastici
  • essere impegnati in attività extra scolastiche
  • aspettative familiari

Insomma, cari genitori ed educatori, ancora una volta siamo chiamati ad una grande sensibilità e apertura di mente e di cuore.


Chiunque è interessato ad approfondire gli argomenti trattati può facilmente trovare su Internet tantissimo materiale.

Ci teniamo a dire due parole su “PRO.DI.GI.”, uno spazio di ascolto e di intervento per la prevenzione delle dipendenze giovanili promosso dal Servizio Dipendenze (Ser.D) della ASL n. 6 di Sanluri.

Il servizio si propone di promuovere e progettare interventi finalizzati alla prevenzione delle dipendenze giovanili, collaborando con i diversi attori sociali quali i gruppi giovanili, gli studenti, le famiglie, le scuole, i servizi sociali e sanitari, e le altre agenzie educative, culturali e ricreative del nostro territorio. In particolare, si vuole promuovere e valorizzare il ruolo attivo e propositivo dei giovani.

Condividendone gli obiettivi, L’Associazione dei genitori “Crescere insieme” ha dato la propria disponibilità a collaborare con il servizio.

Per prendere contatto con il servizio PRO.DI.GI. telefonare:

martedì         9.00 – 16.00       07097612720

mercoledì     9.00 – 14.00       0709359543/44

giovedì        15.00 – 18.00      0709359543/44

in alternativa chiamare il 3666607445

 

Di seguito il link alla pagina del Ser.D della  ASL n. 6 di Sanluri:

http://www.aslsanluri.it/servizisanitari/sert.html

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Commenti (8)

  1. Ciao a tutti, è molto interessante questo tema, anche perchè ritengo coinvolga tutti, famiglie come genitori e figli o fratelli e sorelle, di chi vorrebbe prevenire una difficoltà, una volta che si accende il “dubbio” o semplicemente “la paura”, giovani perchè a loro volta possono percepire “dubbio” o “paura” nei confronti di un amico di un coetaneo, insegnanti, insomma credo che tutta la comunità sia coinvolta. Ho vissuto in prima persona questo dramma, dramma familiare, che ogni componente della famiglia ha vissuto a suo modo. Eh si perchè la tendenza è quella di scacciare e di non voler vedere la realtà. Ho avuto la funzione nella mia famiglia di scuotere le coscienze, di urlare la verità, ma non è stato facile, per niente. Non sono stata aiutata da nessuno. Ho preso contatti con tutte le strutture possibili e immaginabili ma la risposta era sempre la stessa: “deve decidere lui di venire qui” parlasi di mio fratello, ed io mi sono sempre chiesta: “come poteva decidere lui di prendersi cura di sè, andare in una struttura che si occupa di dipendenze se lui per primo non ammetteva nemmeno a se stesso di aver bisogno di aiuto?” c’è un vuoto, intorno a questi problemi, io non mi sono arresa, mai, ogni fine settimana era un incubo…il telefono suonava alle 5 alle 6 del mattino e dovevamo andare a recuperarlo in ogni angolo di Cagliari in condizioni che per rispetto della sua persona non dico. Sono stati anni durissimi, avevo tutti contro, perchè tutti mi dicevano che era una partita persa, e mia madre invece mi gridava che ero pazza che non poteva essere così. E’ stato licenziato, gli è stata ritirata la patente (per fortuna dico io) , l’abbiamo preso a lavorare nella nostra palestra, ne ha combinate di tutti i colori, ho capito che non lo stavo aiutando, quando sono in quello stato dicono tante bugie, non se ne rendono conto, ma ne dicono veramente tante, negano l’evidenza. Sono stata costretta a licenziarlo, decisione che mi è costata molto,moltissimo, sapevo che non aveva nulla per sostentarsi, ma doveva toccare il fondo, solo così, speravo, sarebbe potuto risalire. Per la mia famiglia ero una disgraziata, una che si accaniva contro un debole, non ho ceduto, ho parlato con lui dicendogli che l’unica possibilità di salvezza era uscire da quel tunnel. Non ci siamo sentiti per quattro mesi. Con mia madre andava al mare la mattina, aveva giusto i soldi per le sigarette e per il cibo quotidiano (l’indispensabile). Era solo, e, credo abbia passato l’inferno, ha incominciato a correre, la mattina presto e la sera, è arrivato a fare anche 10 km. Poi usciva in bici, ed ugualmente scaricava tutta la sua rabbia, la sua sofferenza in quelle pedalate di km, sinchè un giorno…ha capito di essere libero…ce l’ha fatta da solo…non è stato uno scherzo, lui in prima persona ha sofferto, ed io con lui, io in tutta coscienza posso dire di aver fatto di tutto per aiutarlo…un pò meno le istituzioni preposte a questo compito, ho chiesto aiuto a tutti, niente…mio fratello oggi sta bene…ha dato una lezione anche a noi familiari che siamo fumatori, si perchè ha smesso di fumare, è un ragazzo meraviglioso, com’era un tempo, prima che i cosiddetti “amici” gli proponessero un mondo effimero che non ti porta da nessuna parte se non verso l’autodistruzione, e, quando sei in quel mondo “gli amici” spariscono e chi ti sta vicino scopri che è chi veramente tiene a te e ti vuole veramente bene, non ho mollato mai, mi sono messa contro tutti, ho lavorato al 118 e quando raccoglievamo le persone in mezzo alla strada nelle stesse condizioni di mio fratello, mi chiedevo: “ma le famiglie dove sono?” quella domanda non l’ho mai dimenticata, io ci sono stata sempre, perchè un fratello è fratello sempre quando viene raccolto per terra vicino ai cassonetti e quando invece è un ragazzo di cui tutti sono orgogliosi, è sempre mio fratello e non è la qualità della sua vita che potrà spezzare il legame che ho con lui.
    Il consiglio che mi permetto di dare a tutti: cercate di vedere la realtà per quella che è, per quanto dura per quanto difficile, non perdete mai i contatti con i vostri figli,fratelli o sorelle, ma iniziate da quando sono piccoli, coltivate la loro fiducia, ma soprattutto non rinnegate il legame perchè non vi piace cosa potrebbero essere diventati, hanno bisogno di voi, più di quanto possiate immaginare.
    grazie, per aver letto questa storia, spero possa esservi utile
    Elisabetta

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  2. bella testimonianza 😉

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  3. concordo con samuele in pieno, bellissimo il “è sempre mio fratello e non è la qualità della sua vita che potrà spezzare il legame che ho con lui.”, che è la pura verità…

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  4. Elisabetta, ti ringrazio per il tuo intervento: è proprio vero che una testimonianza diretta è più efficace di mille parole di un esperto…
    Dal tuo racconto trapela tutta la sofferenza che ha investito la tua famiglia, ma anche il grandissimo amore che vi lega, e che, secondo me, è stata la vera àncora di salvezza di tuo fratello.
    Ai due incontri sulle dipendenze giovanili hanno partecipato non più di 20 genitori: perchè così pochi, vista l’importanza dell’argomento? Probabilmente perchè, come dici tu, “…la tendenza è quella di scacciare e di non voler vedere la realtà”. Abbiamo scritto questo articolo proprio per scuotere le coscienze, per raggiungere il maggior numero possibile di famiglie e per altri tre semplici motivi: 1) far capire ai genitori che conoscere i rischi è fondamentale per poterli prevenire; 2) attivare un dibattito, nel quale esperienze come quella raccontata da Elisabetta possano essere di conforto e incoraggiamento alle famiglie che si trovano a vivere tragedie simili, sententosi isolate e perse; 3) entrare in contatto con persone sensibili all’argomento che hanno voglia di mettersi in gioco e lavorare sulla prevenzione delle dipendenze “in rete” con i servizi ad essa deputati.
    A volte i servizi che si occupano di dipendenze sembrano lontani dai nostri problemi, e non ci sono molto di aiuto, come tu hai percepito nella tua esperienza. Io sono stata colpita, invece, dalla volontà da parte degli operatori di “mettersi in ascolto” del territorio per migliorare i propri interventi, lavorando insieme. Rivolgo a te e a tutte le persone interessate a questo lavoro l’invito a mettersi in contatto con l’Associazione dei Genitori “Crescere insieme” inviando una mail all’indirizzo comitgen_serramanna@yahoo.it.

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  5. Da brivido! Elisabetta la tua storia è uno schiaffo a chi fa finta di non vedere! Brava!

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  6. Ciao a tutti,
    vi sono molto grata per le Vs. parole, ma vi giuro che la cosa più bella per me è avere mio fratello vicino a me com’era una volta…c’è chi lo accusa di poco impegno, di apatia, di astensione, ancora osano esprimere giudizi, loro, quelli che non hanno mai partecipato…io sono contenta così…quando urla guardando la partita per un goal di Matri, Jeda, Nenè. Ci vuole tempo… per reinserirsi completamente in una società che ti massacra…, dove le paure non hanno spazio, l’arroganza si, deve ritrovarsi, deve riprovarsi, deve sperimentarsi, deve accettarsi, deve proporsi, deve scoprirsi….ci sono tante sperimentazioni in corso…io dico solo che il passo più grande l’ha fatto…ha ricominciato a vivere…molti altri non ce l’hanno fatta, ed in qualsiasi modo andrà, io ora posso godermelo, posso abbracciarlo, posso ridere con lui, posso cantare con lui, posso gioire con lui, respiro con lui e…piango con lui…perchè lui…c’è è di nuovo quel meraviglioso ragazzo che un giorno si è perso.

    Mi permetto, ora, di rivolgermi ai Genitori, sono anch’io mamma ed anche nonna, quindi, posso farlo, nessuno escluso, quello che vorrei far percepire è l’importanza di non perdere mai il contatto con i propri figli…di non “seguirli” sino a quando hanno assoluta necessità di noi e poi pensare che non abbiano più “bisogno” di noi, il bisogno di noi è costante…è meno manifesto di quello di un bambino…ma c’è…le nostre attenzioni (non controlli) cioè gesti affettuosi,gentili non devono cessare improvvisamente quando secondo noi “sono grandi” mantenere il contatto è importante per riuscire a non creare quel “muro” che poi ci separa inesorabilmente dal loro mondo…non si può pretendere di voler partecipare a quella parte di intimità, quando sorgono i problemi, alla quale non accediamo più da tempo,avendo perso i contatti e non essere depositari più di niente . Quella posizione preziosa che ci fa essere depositari di confidenze e quasi complici dobbiamo conquistarcela con le nostre capacità di uomini e donne, di madri e padri, e, mi permetto, credo sia qui, sostanzialmente che si evince la consapevolezza dell’essere genitori “per caso” o “per scelta”. Il “mestiere” di genitori è il più difficile al mondo, ma credo che le misure per valutare il merito siano dettate dall’amore, dal saper accogliere, e soprattutto dal riuscire a dare voce a quella bambina o quel bambino che siamo stati, esprimendo, attraverso i nostri figli, tutto ciò che non ci è stato permesso, non facciamolo scontare a loro, non ripetiamo lo stesso modulo comportamentale dei nostri genitori, invertiamo la rotta, pensiamo a cosa avremmo voluto veramente in quella situazione che si presenta con i nostri figli….questo, credo, farà in modo di sentirli parte di noi anche se in realtà non ci appartengono, non li possediamo, dobbiamo solo condurli per mano verso la vita….
    grazie a tutti di cuore
    Elisabetta

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  7. Grazie a te Elisabetta,, ti abbraccio forte..Giorgia

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  8. Elisabetta, sento il dovere di replicare solo perchè, anche se incosapevolmente, ho dato l’input ai tuoi racconti, che sanno veramente di vita vissuta e trasmettono tantissime emozioni… Non me la sento di aggiungere niente a quanto hai scritto, una parola in più sarebbe solo di disturbo.
    Ti ringrazio veramente di cuore per quanto hai voluto condividere con i lettori di questo articolo, e ti invito a tenerti in contatto con l’Associazione Genitori: sei una persona che può dare tanto, se vuoi mettere la tua esperienza a disposizione di altri, ci piacerebbe farlo insieme a te.

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