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La crisi dell’agricoltura a Serramanna

di admin Letto 9.858 volte13

di Andrea Mura

“Un ottimo momento di riflessione” – così il sindaco Alessandro Marongiu ha definito la riunione Consiglio comunale, riunione straordinaria sulla crisi dell’agricoltura a Serramanna tenutasi il 26 giugno in sala consiliare.

“Questa serie di riunioni” – ha ricordato il primo cittadino  nasce da un incontro di una riunione di agricoltori “in cui un’imprenditrice agricola ha detto fate qualcosa o vado a protestare”.

Secondo il Vice-Sindaco Sergio Murgia “l’affollamento” era un “segno del disagio e del malessere dell’area agropastorale”.

La riunione del Consiglio Comunale si è tenuta in seduta aperta e chiunque avrebbe potuto dire ciò che riteneva opportuno. La sala era gremita di agricoltori e pastori.

 

Tra i consiglieri erano assenti Fabio Casu, Michela Medda e Sandro Buccoli.

Sembra che i problemi maggiori fuoriusciti dal dialogo con i rappresentanti agro-pastorali siano:

-mancanza di ricambio generazionale;

-indecisione sulle colture su cui concentrarsi:

-burocrazia troppo opprimente.

 

Per primi hanno preso parola i rappresentanti degli agricoltori.

 

Così Flavio Batzella (della CIA): “non sappiamo cosa produrre, non sappiamo più che colture coltivare. Non abbiamo più il carciofo spinoso, una pianta che ci produceva 4 o 5 carciofi.”

Questo perché la coltivazione del carciofo spinoso è stata soppiantata dal “Tema 2000” che ha una produzione maggiore (il carciofo spinoso è una coltivazione di qualità mentre il Tema 2000 di quantità).

 

Ludovico Etzi (unione agricoltori per Serramanna) ha rimarcato: “E’un periodo difficile ma dobbiamo andare oltre. Non c’è un ricambio generazionale (…)

La burocrazia sta ammazzando le imprese. Quasi 1 h di lavoro in casa, a fine giornata. Devi dire che in tale giorno si è usato tale principio attivo (…) ci vorrebbe un impiegato amministrativo”.

Un agricoltore deve essere imprenditore, ragioniere.”

Bisogna “investire nella cultura”, magari istituendo “borse di studio per far lavorare i giovani in qualche azienda”

Etzi ci tiene anche a precisare che “non è assolutamente vero” che “gli agricoltori vivono di contributi”, come si dice in giro.

 

Hanno parlato nell’ordine anche Priamo Picci, il quale ha ricordato che “il problema l’ha creato la globalizzazione”, “noi agricoltori non siamo più competitivi” e Lino Pontis (presidente cooperativa APO Serramanna) il quale ha sottolineato che “il grano lo stiamo coltivando come ripiego, il peperone non possiamo più coltivarlo”.

 

E’intervenuto anche Gianvittorio Sale, auspicando che “l’agricoltura deve lavorare per catturare il valore aggiunto che c’è nei servizi degli altri settori”. Serve “informazione tra gli agricoltori, necessità di sentirsi”.

 

Successivamente agli interventi dei rappresentanti degli agricoltori è intervenuto il sindaco con un lungo discorso, in cui i punti chiave sono i seguenti:

-“mancanza di una politica regionale di accompagnamento all’agricoltura”;

-problema dei giovani e del ricambio generazionale: “manca iniziazione

-essendo operante nel territorio di Serramanna la centrale di biomasse, gli agricoltori potrebbero pensare di dedicarsi all’alimentazione di tale centrale per la produzione di energia elettrica;

-la Cantina sociale deve restare a servizio dell’agricoltura.

 

Il Vice-Sindaco, Sergio Murgia, ha sottolineato il problema della “burocrazia agraria” e ha riflettuto sul fatto che “la crisi dell’agricoltura si ripercuote sulla collettività”. Ha ricordato gli anni passati, in cui alla Casar vi potevano essere circa 80 dipendenti fissi e 600 stagionali, allo zuccherificio 80 fissi e 200/250 stagionali e alla Cantina Sociale 20 fissi e 80/100 stagionali.

 

Per l’opposizione ha parlato innanzitutto Barbara Steri, la quale ha chiesto l’istituzione di una “consulta permanente” composta dai membri della Giunta e dai rappresentanti degli agricoltori, per fare un “lavoro d’equipe, produttivo”. Secondo la Steri alla seduta “si sarebbe dovuto invitare il consorzio meridionale dell’acqua”.

 

“Cosa ha fatto questo consiglio” per gli agricoltori”? “Nudda”, si sente dal fondo della sala.

Così è iniziato l’intervento di Mattia Pani, rivolto verso il pubblico. “Cosa ha fatto questa opposizione?” “Richiesta convocazione Consiglio comunale per discutere sulla Cantina sociale”, interrogazione sulle “bollette pazze”, mozione per far si che la Giunta desse “aiuti al settore agro-pastorale”, del gennaio 2009, bocciato da tutta la maggioranza. Così ha continuato il consigliere Mattia Pani, il quale ha accusato una “totale mancanza di programmazione”, ha suggerito di “investire in programmazione e incentivi”, di “valorizzare la Cantina sociale”.

Non basta il contentino dato in campagna elettorale” – ha affermato Pani.

“Quelle misure urgenti per il settore agricolo” presentate dall’opposizione tempo addietro “dovrebbero essere approvate oggi stesso”, così ha concluso l’avvocato.

 

Intervento populista e demagogico”, quello di Mattia Pani, secondo l’Assessore Giulio Cossu. “La competenza completa del comparto agricolo è della Regione, i Comuni e le Province attuano solamente”. Io “sono uno di quelli che ha lavorato nella terra ma sono scappato dalla terra”, continua Cossu.” Si dovrebbe “favorire le assunzioni regolari nel settore agricolo, tramite sgravi fiscali”, “non far attraccare le navi (cariche di merci importate, ndr) se necessario”

Il settore agricolo è l’unico settore in cui chi produce non può decidere il prezzo”- ha concluso Cossu.

Sono intervenuti anche l’Assessore Cadau, il quale ha suggerito di installare un “impianto fotovoltaico sul capannone” e il quale ha sinceramente ammesso: “non siamo in condizioni di potervi dare un aiuto economico”

 

Successivamente all’intervento di Carboni il quale ha evocato il fasto di Serramanna e riflettuto sulle condizioni delle strade di Serramanna, è intervenuto il consiglier Pillutu, dicendo: “io sarei quasi tentato a chiedere scusa agli agricoltori perché il sindaco ha detto di coltivare pannelli fotovoltaici nei propri terreni”. C’è stato un brusio perché in realtà l’aveva detto Cadau. “Dovrebbe esserci un Assessorato all’Agricoltura”, dovremmo fare il “riordino fondiario”, talaltro “presente nel programma elettorale del 2002” di questa stessa maggioranza. “I rappresentanti delle associazioni dovrebbero essere coinvolti anche ogni mese”.

 

C’è stato anche l’intervento di Francesco Erbi, rappresentante provinciale della CIA, il quale ha denunciato che “è da 15 anni che manca una politica per l’agricoltura”. Un appello al Presidente della Giunta regionale: “a Cappellacci chiediamo una politica di buon senso”. “Il Comune può far molto anche a livello commerciale ma non può dare aiuti economici”. Erbi ha sottollineato che la richiesta di convocazione dei Consigli Comunali per discutere sulla crisi dell’agricoltura è stata fatta (e si farà) in molti Comuni sardi, per far si che i Comuni e le Province si facciano da portavoci del disagio dell’intero settore (magari anche facendo delle delibere in tal senso).

Ha riparlato anche Etzi, suggerendo di “prendere esempio dal Arborea: per un terreno di 8/10 ettari” si può “far costruire la casa”e darla al giovane coraggioso. “Oppure acqua a 1 cent (prezzo politico), a patto che abbia lavoratori regolari”

 

Ha concluso la serata la Presidentessa del Consiglio Elena Fadda, la quale ha parlato di due impegni che il Consiglio Comunale potrà prendere: trovare “una misura che possa portare sollievo alla crisi” e “farsi portavoce” degli interessi degli agricoltori.

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Commenti (13)

  1. "installare un impianto fotovoltaico sul capannone"

    Ma io dico…. ma pur di intervenire a tutti i costi si devono dire delle cose del genere? Ma che consiglio è? Salvare l'agricoltura installando pannelli fotovoltaici?

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  2. Allontanandoni per un attimo dal consiglio comunale e dall'agricoltura, fare una cosa del genere col fotovoltaico -> http://www.pvresources.com/en/top50pv.php a Serramanna sarebbe tecnologicamente bellissimo, all'avanguardia ed ecocompatibile (e ovviamente utopistico per i grandissimi investimenti).

    In italia -> http://www.pvresources.com/en/top50_italy.php

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  3. Utilizzare terreni agricoli per il fotovoltaico è da IGNORANTI.
    Il fotovoltaico va integrato nelle case, la terra è un bene prezioso non svendiamolo in balia degli eventuali contributi!

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    1. specifico che non volevo riferirmi all'intervento dell'assessore, era l'idea di sostentare un paese SOLO con il fotovoltaico, come fanno in alcuni paesi spagnoli dove hanno creato dei veri e propri Parchi Solari.

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      1. Ah ok 😉

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      2. sostanzialmente niente!non è una critica ma il fatto è che non hanno i mezzi per poter fare qlcosa! Ma per loro (gli agricoltori) esiste già una legislazione speciale dell'unione europea che sovvenziona l'impresa agricola!

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  4. …non ho capito che si farà effettivamente…

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  5. Bè di iniziative e idee chiare nn ve n'è stata nemmeno una. Tutti hanno dato solidarietà ma non idee concrete. Il fotovoltaico è un buon metodo per abbattere i costi di produzione di alcuni tipi di aziende (serricole, zootecniche soprattutto bovine) che a Serramanna esistono in maniera alquanto residuale in quanto la quasi totalità dedicate alle colture cerealicole ed ortofrutticole.

    Della Cantina ogni tanto qualcuno ne parla, senza dire né come, né chi, né con quali soldi poterla riattivare in qualche maniera.

    L'Unione Europea stanzia dei fondi FEASR e vengono attuati con i PSR 2007/2013. Sapete quante domande di contribuzione per la misura 121 (per INVESTIMENTI) sono state determinate (cioè accordate definitivamente)? Solamente 13, su € 110.000.000 che la Regione deve spendere e far spendere da qui a pochi anni.

    I problemi sono tanti, un Comune ha pochissime armi a propria disposizione, ma almeno un'iniziativa, qualunque essa sia, maggioranza e opposizione la devono proporre.

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  6. Neanche io ho capito che cosa si farà effettivamente per favorire la ripresa del ormai ex settore trainante dell’economia serramannese!
    Ex … ???
    Beh allora sicuramente oggi il motore della florida economia serramannese è l’industria o magari il terziario????
    Bisognerebbe chiederlo ai tanti giovani che sono emigrati e che sono in procinto di farlo!
    Ecco perché mi convinco sempre più che manchi la capacità di sognare. Si proprio sognare!
    Ma sognare il futuro dei nostri giovani!
    Significa avere lungimiranza, prospettive e progetti.
    Significa avere delle idee concrete, che condivise e attentamente vagliate possono gettare le basi di uno sviluppo necessario per invertire il trend economico del nostro paese.
    Le promesse ed il sostegno verbale non sono un buon seme per un raccolto proficuo.
    Non voglio credere che possa assurgere al rango di “sogno” il suggerimento di installare dei pannelli fotovoltaici!
    Un suggerimento che elegantemente si può definire piuttosto sterile!!
    In primo luogo non è un idea originale, tantomeno risolutiva!
    Chi coltiva carciofi, pomodori, peperoni, agrumi ecc. difficilmente risolleverà lo stato economico finanziario della propria azienda installando dei pannelli fotovoltaici!
    I problemi sono diversi e complessi. Uno tra tutti la mancanza del naturale ricambio generazionale che è figlia del disinteresse generale e di una visione che sembra senza futuro, causata anche da un’irrazionale distribuzione dei fondi comunitari, quando questi non vengono restituiti alla Unione Europea perché non spesi, o quando vanno a finire ai soliti noti (amici e parenti degli amministratori)! Oggi diventa difficile avviare una comune azienda commerciale, lo è ancor di più se agricola ed in capo a giovani imprenditori.
    Certo il comune quale ente istituzionale e per esso gli amministratori non hanno grandi possibilità se non fare forti pressioni presso gli enti superiori, regione in testa, che naturalmente auspichiamo in tanti.
    Si potrebbe però, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili (magari si può fare a meno di qualche sagra), promuovere l’indispensabile accorpamento dei fondi rustici di cui si parla da decenni (infatti se ne parla da tanto e basta), promuovere la conoscenza dei vari aspetti gestionali (non solo sotto l’aspetto colturale ma finanche gli aspetti cosiddetti burocratici) dell’impresa agricola specie tra le forze giovani, magari anche attraverso l’istituzione di borse di studio, ad esempio nella forma di stage formativi in aziende agro-zootecniche altamente specializzate anche fuori regione.
    Insomma è necessario dare qualche segnale importante!
    Mi riservo, infine, di fare una piccola critica anche agli agricoltori, per i quali, in primis, sento la necessità di dire, per esperienza diretta, che non è vero abbiano sempre e unicamente vissuto grazie ai soldi pubblici come vuole la voce popolare. Ma è al contempo vero che oggi gli agricoltori, ed in particolare quelli serramannesi, non riescono più a trovare la sintesi di un approccio comune ai problemi del settore.
    Il comparto agricolo serramannese vanta una disgregazione socio-organizzativa impressionante, ciascuno va per la sua strada. Non ci si può lamentare di esser dominati dal mercato.
    Il mercato lo deve indirizzare l’agricoltore. Come? Associandosi, dando vita ad un organizzazione comune, in qualsiasi forma sociale, uniti si diventa certamente più forti!
    Le cooperative pur essendo basate sul principio della mutualità, avevano (dico avevano perché ormai quelle esistenti sono di fatto inefficaci) anche la finalità di creare un fronte comune dal lato dell’offerta dei prodotti ortofrutticoli tale da poter superare l’atavica e strutturale debolezza contrattuale che porta a subire il mercato.

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  7. Ma i soldi che recuperano assumendo in nero un sacco di ragazzi in estate non bastano?

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  8. sarebbe opportuno fare altri incontri per individuare le linee efficaci per affrontare e risolvere, in tempi rapidi, un problema così importante per tutta la comunità.

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  9. sono d'accordo con Checco, è necessario organizzare incontri a cadenze regolari coinvolgendo provincia e regione, oltre che esperti e associazioni. Quello che manca è una analisi continua dei problemi, non basta affidarsi a quello che ti passa in testa al momento. Per esempio la frammentazione delle aziende è il primo problema. Considerate che la maggior parte delle regioni o nazioni dove l'agricoltura funziona, ha un piano territoriale che impedisce la frammentazione eccessiva della proprietà agraria e contemporaneamente tassa fortemente il latifondo, agevolando le superfici accorpate di media dimensione, che consentono abbattimento dei costi e tutela del territorio. Come può un pastore produrre latte controllato se pascola sul ciglio contaminato delle strade e sugli appezzamenti piccoli, bombardati dai pesticidi e dalla agricoltura intensiva? E che stile di vita deve sostenere? Ma sopratutto, perchè la regione finanzia e incoraggia questo tipo di aziende? E perchè consente di frazionare un terreno in parti infinitesimali e contemporaneamente da incentivi per l'accorpamento? Abbiamo votato dei cretini? O lo scopo è quello di mantenere il clientelismo e una marea di piccole aziende in crisi perenne e quindi ricattabili?

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  10. Non dimentichiamoci che chi rappresenta e difende gli agricoltori in ambito comunale, regionale e nazionale sono le organizzazioni di categoria. Pertanto, girandoci attorno al nostro piccolo ambito paesano inquadriamo chi sono i rappresntanti degli agricoltori…. cosa dobbiamo sperare??????

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