La chiamano “verde età”
di 21 Settembre 2010 16:46 Letto 5.840 volte3
di Carla Mura
Invecchiare è un privilegio e una meta della nostra società.
I dati Istat confermano un continuo aumento della popolazione ultra sessantacinquenne: da circa 10 milioni e mezzo di persone nel 2001 a circa 11 milioni e mezzo nel 2006. Si calcola che entro il 2011 gli over 65 aumenteranno di un milione e mezzo passando dal 18,7% al 20,7%.
Oggi l’Italia è dunque considerata uno dei Paesi “più vecchi” dell’Unione Europea composta, per il 19% della popolazione da ultrasessantacinquenni.
Di questa percentuale, pari a 12.147.000 cittadini, circa 8 milioni sono ultraottantenni e 2 milioni gli ultranovantenni.
La Sardegna si trova al quinto posto per il numero dei centenari rispetto alle altre regioni italiane. Nel dettaglio, se le province più giovani risultano quelle di Cagliari e Olbia–Tempio, nel Medio Campidano la popolazione senile ultra sessantacinquenne si è aggirata quasi al 28%.
Ma chi sono gli anziani del XXI secolo?
Forse pensando ad una persona anziana ci viene in mente il volto, segnato dall’età, di un uomo che passeggia al parco con i nipotini oppure un’allegra signora che si dedica al ricamo. Invece ecco le nostre velone televisive, che mostrano senza pudore le loro carni cadenti, tanto che, nel vederle, persino il vecchio capotribù degli Iatmul della Nuova Guinea storcerebbe il naso. A volte si prova a sfidare Madre Natura utilizzando, come armi, siringhe di botulino o bombe di silicone. Numerosi sono gli interventi per far fronte alla salute del corpo mentre capita che si tralasci la salute della mente.
Tra i processi cognitivi che, più in evidenza, vengono riconosciuti come decadenti vi è la memoria. Non tanto quella a lungo termine (molti anziani, infatti, ricordano benissimo date ed avvenimenti di tanti anni fa!) quanto quella implicata nella soluzione di problemi immediati e piccole attività quotidiane appena compiute.
Durante un laboratorio sulla memoria, svolto recentemente in una residenza di anziani a Roma, abbiamo riscontrato che anche le emozioni possono influire sui processi cognitivi. Il gruppo dei simpatici nonnini che, puntualissimi, partecipavano agli esercizi di respirazione e rilassamento riuscivano a memorizzare molti più numeri e parole di coloro che, invece, non avevano svolto le stesse attività.
Per concentrarsi e ricordare con più facilità, dunque, è necessario essere sereni e volersi bene, facendo un percorso di auto-accettazione.
Durante la vecchiaia la struttura del concetto di sé tende a modificarsi, le priorità ed aspettative si adattano alla realtà. Accanto ai fenomeni di declino di alcune abilità degli studiosi hanno, però, considerato gli aspetti benefici di questo affascinante periodo della vita tanto da coniare il termine “verde età”. Il verde è il colore della natura, rimanda al relax e alla pace interiore. Dato il maggior tempo libero a disposizione, lontano da impegni lavorativi, crescono per gli anziani le opportunità di coltivare i propri hobby, dedicarsi ad attività socialmente utili, ai viaggi, alla lettura, alla contemplazione, alla compagnia di parenti e vecchi amici e, qualche volta, anche a nuovi amori.
È, dunque, molto importante sviluppare una maggiore consapevolezza dei processi di cambiamento nel ciclo di vita, avere una pluralità di interessi, mantenere il desiderio di comunicare, fare esperienze sempre nuove promuovendo la creatività perché grazie ad essa l’individuo può restare sé stesso rinnovandosi. Bisogna stare sereni e vivere pienamente i piccoli momenti di felicità.
In fondo la felicità è come una farfalla: se cerchiamo di prenderla con frenesia scappa ma si posa sulla nostra spalla mentre, seduti di fronte al tramonto,contempliamo la tranquillità della nostra anima.

Silvia 23 Settembre 2010 alle 13:10
Molto bello il tuo articolo, Carla, penso che chiunque desideri un invecchiamento "dolce", dove finalmente possiamo occuparci di noi stessi e dei nostri interessi senza stress e grandi preoccupazioni..
Se teniamo conto, però, che:
– l'età pensionabile viene continuamente spostata in avanti, per cui ci troveremo ad andare in pensione sempre più vecchi
– le pensioni che andremo a percepire, in proiezione, saranno sempre più basse
– la disoccupazione porta già ora a ritardare l'età in cui i figli si rendono economicamente autonomi
– l'allungarsi della vita media comporta, sempre più spesso, che persone "anziane" (oltre i 65 anni) debbano accudire genitori "vecchi" (oltre gli 80 anni)..
alle persone di "mezza età" come me l'invecchiamento non sembra così roseo..
giorgia mascia 23 Settembre 2010 alle 14:05
I problemi ci sono a tutte le età , bisogna non farsene sopraffare…e affrontarli man mano che si presentano,,,,
Carla Mura 24 Settembre 2010 alle 11:12
Si il nuovo sistema sociale porta, senza dubbio, nuove problematiche e nuovi fenomeni. L'allungamento dell'esistenza ci invita oggi a parlare di "quarta età".
In ogni modo si dovrebbe sempre ragionare sulla qualità della vita e non solo sulla sua durata effettiva 🙂