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Massimo Podda, pittore. La sua prima mostra

di admin Letto 6.121 volte0

di Paolo Casti

Massimo Podda è nato a Serramanna il 30 giugno del 1960, e si è trasferito giovanissimo a Cagliari con la sua famiglia, pur tenendo ben radicate le sue origini; come lui stesso dice «Serramanna è graziosa e si respira una  cortesia d’altri tempi. A Serramanna ci torno spesso, sia per lavoro che per visitare parenti e amici».

Per più di vent’anni si è occupato di comunicazione (grafica,  web, pubblicità) e per molti anni ha lavorato col fratello Giorgio, pittore abbastanza noto.

Da qualche anno ha ripreso le sue passioni più antiche e  radicate, ovvero il disegno, la pittura, e l’’illustrazione. Nel 2009 ha realizzato un libro illustrato per ragazzi per la casa  editrice Aìsara “Cappuccetto Rosso dei fratelli Grimm”.

E quest’anno il suo esordio pubblico, singolarmente tardivo, nel mondo della pittura. La mostra intitolata non a caso “001” è stata inaugurata il 22 giugno scorso presso lo SPAZIO P di via Napoli a Cagliari, e si è protratta fino al 10 luglio.

«La mostra è stata suddivisa in due filoni differenti: uno astratto-minimalista e uno  figurativo-allegorico. Il primo articolato in tre serie – chiara, nera e blu – ciascuna  caratterizzata dalla tonalità del fondo, da cui emergono zone in rilievo dello stesso colore e su cui si  stagliano forme elementari di un altro colore» – dice Massimo – «in sostanza, il minimo indispensabile per indurre la naturale  tendenza a riconoscere forme e interpretarle. Ciascuno a modo suo». «Il secondo filone» – prosegue – «di argomento mitologico: una serie di divinità  primigenie immaginarie ma decisamente “sarde”; ci sono la pastora, l’albero, la cerva, la pecora, due gemelle».

Ma  c’è soprattutto la rappresentazione dell’unico culto autoctono storicamente attestato, il Sardus  Pater o Babài, e ai due estremi di questo filone, due quadri più grandi: una variante della leggenda della sella del Diavolo in cui la  formazione rocciosa del Poetto è interpretata come un seno femminile e una composizione intitolata “Big Eye” che allude all’ambiguità del  Web: vedere e contemporaneamente essere visti.

Non sono mancati una serie di pastelli a olio su carta sulla mitologia classica: i dodici dèi dell’Olimpo e i personaggi principali dell’Odissea.

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