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Napolitano scioglie le Commissioni di Serramanna

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Da L’Unione Sarda del 20 dicembre 2010, articolo di Ignazio Pillosu.

Serramanna.

Il capo dello Stato annulla le delibere per la nomina dei componenti

Napolitano: «Commissioni da rifare»

L’opposizione non è ben rappresentata: accolto il ricorso

Da rifare tutte le Commissioni consiliari: così vuole il presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha dato ascolto al Consiglio di Stato e ha accolto il ricorso presentato dall’opposizione: la delibera contenente le nomine dei vari componenti è stata quindi annullata. «L’esclusione di rappresentanti dei tre gruppi di minoranza da tutte le tre commissioni permanenti è contraria al rispetto del criterio di proporzionalità nella composizione delle Commissioni, fissato dal regolamento del Consiglio comunale, il quale stabilisce che deve essere assicurata la presenza di tutti i gruppi in ogni Commissione». È la motivazione alla base del decreto firmato da Napolitano.

IL RICORSO A Serramanna, la battaglia legale sulla composizione delle Commissioni consiliari permanenti si conclude con dunque con la vittoria della minoranza. «Il Presidente della Repubblica, dopo aver richiesto il parere al Consiglio di Stato, ha accolto il nostro ricorso e ha quindi annullato la delibera istitutiva delle Commissioni consiliari», annuncia soddisfatto Mattia Pani, che con i cinque colleghi d’opposizione Barbara Steri, Sandro Buccoli, Sandro Pillitu, Vincenzo Carboni e Giorgio Caboni, nel 2008 aveva presentato un ricorso straordinario al capo dello Stato. Chiedevano proprio l’annullamento delle delibere consiliari che istituivano le Commissioni permanenti e stabilivano la nomina dei componenti degli stessi organismi.

LA RIPARTIZIONE «In Consiglio i gruppi consiliari sono quattro: uno della maggioranza e tre dell’opposizione», ribadisce Pani, «e la maggioranza, in palese violazione di Statuto e regolamento, aveva istituito le Commissioni consiliari: in ciascuna, ai tre gruppi di minoranza erano assegnati due soli posti, anziché tre». Se n’era parlato in aula, e il sindaco aveva detto: «La maggioranza auspica la collaborazione con tutti i gruppi. Abbiamo cercato un accordo, proponendo all’opposizione di formare commissioni a sei: quattro componenti di maggioranza e due di minoranza». La tesi è stata ribadita anche in sede di controdeduzioni all’istanza della minoranza. «La rappresentanza nelle Commissioni è da intendersi rispettata, con riferimento ai due gruppi di minoranza inizialmente scaturiti dall’esito della consultazione elettorale», era stata la replica degli avvocati della maggioranza.

LE MANOVRE Il dubbio – ma per la Giunta serramannese di centrosinistra è una certezza – che dietro la decisione dei sei consiglieri di minoranza di dare vita a ben tre gruppi consiliari distinti ci sia in realtà la volontà «di strumentalizzare e moltiplicare la rappresentanza assegnata dall’elettorato», torna a farsi largo. Di certo c’è che due anni e mezzo fa la minoranza si era, in sostanza, fatta in tre. I sei consiglieri, eletti nella stessa lista che candidava a sindaco Vincenzo Carboni, si divisero in tre gruppi consiliari diversi: Alleanza per Serramana (composta da Sandro Buccoli e Sandro Pillitu), Insieme per Serramanna (con Vincenzo Carboni e Giorgio Caboni), e Giustizia e libertà (di cui fanno parte Mattia Pani e Barbara Steri).

SCHERMAGLIE I sei, oggi come ieri, ribadiscono l’intento di «essere più partecipi della vita amministrativa». La maggioranza è sulle barricate: «Dovremmo allargare le commissioni a nove componenti: difficile convocarle, difficilissimo lavorare». Non la pensa così, evidentemente, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Ora è tutto da rifare.

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