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Crolli nel Centro Storico

di admin Letto 15.282 volte27

Ti ergevi
semplice, dignitosa, armonica,
impastata nel fango,
ma solida, robusta, contadina,
come gli uomini che ti costruirono.

Ma i figli di quegli uomini
ti hanno abbandonata:
la tua aia, una foresta incolta,
le tue fresche stanze,
nido per piccioni e storni, rifugio per ratti,
porte e finestre
come occhi spalancati, increduli.

E un giorno di gennaio,
sfinita,
non hai retto all’indifferenza
e ti sei sdraiata
rannicchiata su te stessa,
per tornare in quella polvere,
divina,
che un desiderio d’amore,
umano,
aveva trasformato in casa.

alla casa di via E. D’ARBOREA  23

Manuela Orrù

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Commenti (27)

  1. Che tristezza……

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  2. Brava Manuela, mi piace molto. Mi viene in mente una frase che mi è capitato di sentire da una persona che aveva messo in vendita una casa : il prezzo è questo.Prima di abbassarlo, preferisco che la casa crolli…

    Serramanna sta allargando i suoi confini con un'infinità di nuove case moderne, con vivaci facciate colorate che crescono come funghi. Intanto, nel cuore del paese, le vecchie case che fanno parte della nostra cultura storica sono lasciate a marcire…Spesso, come in questo caso, diventando cumuli di polvere e macerie, ed è un miracolo che al momento del crollo non ci fosse nessuno che passava la sotto…Questa volta è finita bene……..

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    1. Già da tempo le transenne avvisavano del pericolo e non è l'unica nel paese destinata a fare la stessa fine per incuria dei proprietari. Non la vuoi? vendila a a prezzi equilibrati. Sono certo che ancora esistono delle persone interessate al loro acquisto per poterle rivalutare. All'amministrazione io chiedo: "Salviamo il centro storico, culla delle tradizioni e cultura Serramannese". La casa è crollata e lo sgombero della strada a spese di chi? Per incuria al proprietario o a carico dei cittadini?. Nessuno le compra e continuano a crollare, abbattiamole e creiamo quei parcheggi inesistenti nel centro del paese, perlomeno le vie saranno più accessibili ed i pedoni si troveranno con i marciapiedi liberi al passaggio.

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    2. già per poco…. era appena passata mia figlia che con un'amica andava al catechismo …..no comment sulle "responsabiltà" che a mio modo di vedere non sono da attribuire esclusivamente ai proprietari, ma anche al disinteresse generale, e alle assurde limitazioni che vengono fatte agli edifici del centro storico, dimenticandosi che gli edifici sono di proprietà privata, e non del comune, che chi ci vive e con grande sacrificio economico cerca di tenerle nel migliore dei modi, ma ha anche la necessità di apportare delle indispensabili modifiche per la sicurezza degli stessi abitanti e che vengono osteggiate in maniera ridicola e assurda.

      ricordo che spesso le case sono molto grandi e comportano spese di non poco conto, per ogni minimo intervento.

      con la crisi economica in corso non è molto facile far fronte alla conservazione degli immobili e mi sembra davvero poco corretto scaricare l'intera responsabilità sui proprietari delle case che spesso sono davvero da buttar giù……

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  3. Non c'è molto da dire su questo ennesimo crollo improvvisi e, talvolta, anche provocati dalla mano dell'uomo (idranti sistemati all'interno e lasciati aperti, prima o poi cade così posso fare la casa nuova?!) delle case storiche e Serramanna. E con esse la nostra cultura. Non è poi tanto diverso da ciò ch'è successo a Pompei. Incuria, ignoranza, consumismo la fanno da padroni. Non vi è più alcuna tutela della memoria storica di questo paese, nè voglia e interesse di approntare strumenti urbanistici utili a tal fine. Eppure a scadenze quasi programmate viene dato risalto sociale alla pubblicazione e presentazione di qualche libro su Serramanna e la sua storia, Serramanna e la sua gente, con tanto di onori alla presenza delle "più alte cariche del paese", compresi i preti che non mancano mai! Che tristezza….

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  4. Abito da 10 anni in una casa di mattoni di fango che ho ristrutturato e devo dire che non mi sono mai pentito della scelta, la casa e' isolata termicamente,e ha i muri che traspirano per cui niente muffe,l'amore per la nostra storia ed il nostro passato si dimostra anche cosi' prendendoci cura delle nostre cose,vivendole e non trattandole solo come musei,quella casa che e' crollata era bellissima,ci vuole poco ad im
    maginarla ristrutturata e abitata ora non e' piu' possibile rimane un triste cumulo di fango,su cui cadra' un altrettanto triste cumulo di polemiche.

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  5. Una buona occasione per migliorare lo svincolo di ingresso in via serra o creare qualche posto auto viso che i parcheggi scarseggiano….non me ne vogliate ma visto che i proprietari non l'hanno curata sfruttiamo questa occasione per migliorare la vivibilità del centro storico….

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    1. Un parcheggio accompagnato da un po' di verde sarebbe la manna…

      anche "limare" l'angolo dell'ormai ex casa per favorire la svolta sarebbe una bella cosa…

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  6. non è l'unica che è crollata…appena fuori dal centro storico…in piazza matteotti-angolo via treves è crollata la facciata di una casa…

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  7. Allora propongo di demolire sa cruxi santa che si trova in mezzo a un importante e intensivo passeggio di macchine e che per questo impedisce il parcheggio utile alla fruizione delle varie attività commerciali lì presenti. Poi demolire l'immobile della società operaia e l'attiguo complesso dell'ex convento così i parcheggi abbonderanno e ancora, visto il traffico e la presenza del monumento dei caduti che impedisce o rendo più difficoltoso l'accesso ai bar adiacenti: demolizione del monumento stesso, e altro ancora.

    A questo punto saremmo un paese "finalmente" moderno e colmo di parcheggi e svincoli nei quali poter facilmente manovrare la macchina…..Se la vostra idea è quella di creare parcheggi anche per vivere al meglio il centro storico mi permetto di dire che a qualcuno è mancata l'educazione al rispetto e alla tutela della nostra storia. Se non abbiamo a cuore la nostra storia non abbiamo identità! Per Antonio: se eliminiamo le case del centro storico per cosa li facciamo i parcheggi? Per migliorare quale vivibilità?

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    1. Bè, il ragionamento non tiene =D

      la casa è già caduta, non si tratta di demolire… l'unico problema è il grande cumulo di terra, ma non è nulla che un camion non possa trasportare.

      E comunque il terreno è privato…

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  8. trovo che il crollo di una casa storica o no sia comunque una tristezza, ma ci sono case e case più o meno sane e recuperabili, occorrono molti mezzi economici per ristrutturare a quei livelli, e non pensiate sia facile vendere così facilmente, occorre esserci in mezzo per capire….

    non mi piace neanche che tutti ora abbiano idee e volontà o desideri sugli spazi creatisi adesso che queste case per un motivo od un'altro sono venute giù, parcheggi aree verdi o che so io, scusate queste case sono private, non sono comunali o statali o che altro……saranno i proprietari a decidere o no?

    altro punto…..si parla di case storiche e della vita in esse come di una cosa meravigliosa, ragazzi non esageriamo, c'è sicuramente del buono ma ci sono tante altre cose scomode e negative, dal freddo alle dimensioni, ai rumori luminosità, funzionalità ecc. i problemi non mancano e non mi sembra giusto non vederli, mi sembra che ci sia troppa leggerezza in certi giudizi ……

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    1. E' vero, ristrutturare una casa nel centro storico richiede risorse non indifferenti sia dal punto di vista economico che personale. Ne so qualcosa personalmente. Però, affermare che una "vecchia" casa sia scomoda, non luminosa, fredda … no, non sono d'accordo. Così come non concordo sui rumori. E poi, che dire del fatto che nel Nord Europa (es.: Danimarca e Germania) scoprono solo oggi il valore in termini energetici e salutari delle costruzioni in mattoni crudi? Tutti gli studi del settore concordano nell'affermare la loro assoluta validità quali isolanti termici e acustici: http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_sostenihttp://www.anab.it/ http://www.qualitaedilizia.it/case_di_terra.html http://www.architetturaesostenibilita.it/bioedili

      Quindi, se vogliamo sostenere che è molto più comodo, veloce ed economico costruire una nuova casa… qui capisco la scelta, ovviamente. Altro discorso è affermare che le "vecchie" costruzioni non siano comode o funzionali. Asserzioni non veritiere.

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  9. Che tristezza! E' un pezzo di Serramanna, della nostra vita che se ne va … così … nel nulla … ridotta in polvere. :-((

    Certo, capisco coloro che provano un po' di soddisfazione perchè, almeno così, si liberano spazi nel centro storico utili per nuove costruzioni o per parcheggi. Ma consentitemi di chiedermi almeno che ne è o, meglio, che ne sarà dell'identità del nostro paese se la sua UNICA ricchezza, le case campidanesi che ancora, seppur fatiscenti o "ristrutturate" alla bell'e meglio, testimoniano del suo glorioso Passato Agricolo non vengono minimamente salvaguardate. Non abbiamo altro a Serramanna… nè monumenti di particolare pregio (a parte la colonna dorica in piazza Martiri) … nè opere artistiche … nè edifici di particolare pregio storico, artistico o culturale … nè luoghi di rilevante interesse naturalistico. Anche la cantina sociale sembra guardarci con rimprovero per averla "declassata" a magazzino (invece che valorizzata come testimonianza di grande produttività economica del passato) nonostante tanto lustro ci avesse dato qualche decennio fa… :-(((

    Il centro storico con le sue case campidanesi è l'unica testimonianza del passato che ancora ci rimane. Se come serramannesi – scusate lo sfogo ma rivolgo questo appello sia ai privati cittadini che agli amministratori pubblici – abbiamo davvero intenzione di costruire una nostra identità che ci renda orgogliosi della nostra comunità con tutto il suo bagaglio di storia e tradizioni dobbiamo difendere in tutti i modi quel poco che ancora ci rimane del Nostro passato. Anche perchè non solo non esiste un Futuro ma nemmeno il Presente può essere vissuto con dignità se si distruggono le tracce del passaggio dei nostri antenati.

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  10. @Manuela Orrù: Molto bella la tua poesia… mi piacerebbe farla conoscere ai miei alunni. Posso prenderla….?

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  11. Grazie Marina, sono lusingata e imbarazzata.. Puoi "prenderla" per farla conoscere ai tuoi alunni. Non dimenticarti di dire loro che la poesia è un linguaggio, in questo caso anche un messaggio e ancora di più una fotografia dell'anima.

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    1. Grazie Manuela, non appena l'ho letta ho capito che questa poesia viene da dentro, dalla parte più profonda dell'anima, dettata dal dolore e dall'impotenza di chi ha visto venire giù insieme alla casa una parte importante della propria vita. Dirò tutto questo ai bambini, così come dirò che la poesia è tua e spero di far nascere in loro l'amore per il proprio paese e il desiderio di salvaguardarne la storia e le tradizioni.

      Cordiali saluti.

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  12. scusa Marina, non sono daccordo con te, solo chi vive nelle proprie case può affermare certe difficoltà, disagi, in barba a studi e ricerche, ti assicuro che pur non disdegnando i vantaggi delle vecchie case ci sono molti problemi e non mi sembra corretto affermare il contrario, c'è casa e casa ti assicuro che vivere fronte strada e non riuscire ad entrarci se non da ingressi laterali per non farti mettere sotto dalle auto, o subire il traffico incessante di via serra giorno e notte con fumi e altro non è bello, ne comodo, ne salutare.Diverso è il caso di chi vive in una casa posizionata all'interno di un cortile magari lontano dalla strada, o in un vicolo, chiaramente cambia tutto, certo non ha i problemi che ho io e la mia famiglia, ma magari ne ha altri, tipo luminosità scarsa o umidità o altro, con questo non nego che questi problemi possano esserci anche nelle costruzioni nuove e moderne.Quello che non mi piace è che si voglia far credere, non capisco per quale motivo, che abitare una vecchia casa sia una sorta di privilegio o vantaggio, diciamo che può capitare, si può fare o meno una scelta di questo tipo, o semplicemente ci si adatta perchè quella è la nostra casa per un motivo od un'altro, ci si affeziona, la si ama e la si cura, ma non accetto assolutamente e trovo scorretto che tali affermazioni siano considerate non veritiere, tanto più che non avrei alcun motivo di lamentarmene se così non fosse. saluti

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    1. @Luciana. Il motivo è solo uno: io ci vivo in una casa ristrutturata in pieno centro storico, zona centralissima e ogni giorno … anzi più volte al giorno …affronto la difficoltà di entrare o uscire da casa mia. E non ho ingressi laterali. Anzi, ti dico di più: la strada è abbastanza stretta, trafficata e a doppio senso di circolazione (via Trieste di fronte all'ambulatorio del veterinario… rende l'idea?). Ma questo è l'unico aspetto negativo, sopportabilissimo, rispetto a tutti gli altri vantaggi che, a mio modesto avviso, sono tanti.

      Ricambio i saluti. Ciao! 🙂

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  13. Il comune di Serramanna, a far data dai primi anni '90, tra i primi comuni in Sardegna, si è dotato di un "piano particolareggiato per il centro storico", redatto dall'ing. Roberto Bordicchia, e via via adeguato nel corso degli anni: obiettivo fondamentale del piano era ( è ) quello di mantenere ( conservare ) gli ambiti urbanistici-architettonici-storici più significativi dell'abitato serramannese, fondamentalmente quell'ambito che viene individuato come "centro storico". Grandi discussioni e confronti si fecero all'epoca ( e anche successivamente, ovvio ) sulla opportunità e sulla convenienza ( per i cittadini ) di adottare uno strumento, che da una parte consentisse di salvaguardare i valori " culturali " di una comunità, e dall'altra imponesse "vincoli" oggettivi e codificati, oltre che normati ( dallo stesso piano e dalle conseguenti norme di piano ) relativamente ad ogni intervento di "demolizione" ricostruzione" "costruzione" "ristrutturazione""restauro conservativo" e ogni altra categoria di intervento edilizio. Il piano urbanistico comunale ( PUC ), nella zona definita " A " ( centro storico ), consente volumetrie edificatorie superiori rispetto alle altre zone urbanistiche. Questo è quanto era ( è ) nelle competenze dell'ente locale, che possono essere condivise o meno ( sul piano tecnico-urbanistico, ma non solo ); successivamente, in virtù di leggi regionali, i proprietari di immobili ricadenti nel "centro storico" hanno potuto usufruire di contributi e finanziamenti agevolati per la "ristrutturazione" "conservazione" "restauro" della propria abitazione.

    Credo quindi che il problema delle vecchie case del centro storico, perlopiù in "ladiri" (e mi riferisco a quelle abbandonate e dimenticate dai proprietari), comporti un problema di vigilanza sulla loro solidità legata alla sicurezza dei cittadini ( e in questo l'ufficio tecnico comunale dovrebbe monitorarle continuamente unitamente ai VVFF ). Altre sono le questioni legate a quello che queste case rappresentano sul piano architettonico, urbanistico, culturale e dei sentimenti!!

    Scusate ma qui entra in ballo la sensibilità dei proprietari!!! ( giusto per sgombrare il campo, sono assolutamente consapevole degli ONERI che questo comporta!!). Manuela ha parlato col cuore; a Serramanna per fortuna abbiamo ormai molti esempi notevolissimi di restauri, ristrutturazioni di vecchie abitazioni in ladiri, eseguite rispettando tipologie costruttive e materiali, non necessariamente spendendo cifre esagerate…

    Pertanto credo che non si possa addossare a chi non ha responsabilità ( se non per la parte a loro assegnate dalle leggi ) dirette nei crolli delle vecchie case: non siamo a pompei dove la competenza primaria è dello stato, siamo in ambito di proprietà private in cui i proprietari sono responsabili civilmente dello stato e della cura delle stesse proprietà

    P.S. Non credo che per avere più parcheggi dovremmo augurarci nuovi crolli, resta il fatto che non si conosce per ora il destino dell'area interessata al crollo di via serra: tra un abbandono perenne ( a cura dei proprietari ) e un parcheggio, in ogni caso preferisco la seconda.

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  14. Unione Sarda del 17 01 2011

    Centro storico, crolla una casa disabitata

    Ancora un crollo in pieno centro a Serramanna. Dopo il cedimento del giorno di Natale, quando era caduta un vecchia palazzina in ladiri nella piazza Matteotti, sabato pomeriggio a cedere sotto il peso dell'incuria è stata un'altra abitazione, per fortuna disabitata, del centro storico: all'angolo tra via Serra e via Eleonora D'Arborea. La casa, una vecchia costruzione agricola a due piani, anche in questo caso in mattoni crudi, ha ceduto di botto, e le macerie hanno invaso le due vie. Il crollo, poco dopo le quattro del pomeriggio, solo per fortuna non ha causato danni alle persone. Le due strade, via Serra e via D'arborea, sono percorse da molti pedoni e da centinaia di automobili al giorno, e solo il caso ha voluto che nel momento dello schianto non transitasse nessuno. La paura, in ogni modo è stata tanta.

    Sul luogo del crollo sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno messo la zona in sicurezza. Con loro anche la polizia locale di Serramanna. A tenere a debita distanza i passanti e le auto sono state quindi le transenne e il nastro rosso e bianco sistemati dagli operai comunali. Secondo le prime ricostruzioni a causare il cedimento della casa non sarebbero state le infiltrazioni d'acqua, come era avvenuto il 25 dicembre scorso, nel caso del crollo di piazza Matteotti, ma l'abbandono e incuria. Disabitata da anni, la casa era stata anche messa in vendita dagli attuali proprietari, gli eredi Mannias. Nessuno, però, si è mai interessato all'acquisto e l'altro ieri il ladiri e la copertura travi in legno e tegole, sono letteralmente collassati, invadendo la sede stradale.

    IGNAZIO PILLOSU

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  15. Alla casa di via Serra 110
    “Mi ero ripromesso di non cadere nella trappola delle provocazioni che ho letto nella pagina a te dedicata, ma non posso tacere e consentire che oltre la tua polvere ci cada addosso una valanga di fango!”
    Quanti giudizi gratuiti e facili!
    Con quale diritto si può giudicare in questo modo contrapponendo scientemente all’alto senso di rispetto nei confronti di miei antenati degni di una celebrazione pubblica (definendoli come la casa “semplice, dignitosa, armonica, solida, robusta e contadina”), la altrettanto pubblica denigrazione degli eredi.
    Lungi da me il fuggire dalla responsabilità e dal riconoscere che si è sfiorato un possibile danno irreparabile alle persone e/o alle cose, ma le parole che leggo in questi post mi feriscono.
    Il ricordo che serbo della casa dei miei nonni è solo mio e dei miei parenti, nessuno si può appropriare dei sentimenti contrastanti di gioia e di dolore che si sono sviluppati nel viverla. Posso andar fiero di chi ha da prima acquistato ed in seguito ampliato la casa: i miei trisavoli e da ultimo mio nonno. Di loro posso vantare l’onestà, la laboriosità, la bontà, la semplicità e tante altre qualità, peraltro riconosciute da tanti concittadini! Allo stesso tempo mi sento, non perché figlio e nipote, di affermare a testa alta che mio padre e mia zia non sono da meno, dai loro genitori hanno ereditato gli stessi sani valori che poi hanno trasmesso a noi figli e nipoti. Da mio padre e mia zia abbiamo appreso (penso di poter dire anche a nome dei miei fratelli e dei miei cugini), il valore del lavoro e dei suoi frutti, il significato del sacrificio, il rispetto per le cose e sopratutto per il prossimo. Di loro conserveremo con orgoglio l’alto senso di dignità nel vivere ed affrontare le difficoltà che la vita ha gli riservato, da prima la tragica scomparsa del padre (mio nonno), così come da ultimo il dramma di una vita segnata dalla diversità psichica della loro sorella. Vi assicuro che le difficoltà in entrambi le situazioni sono state tante, nella seconda veramente tante, non posso scordare in particolare le umiliazioni e i giudizi gratuiti che hanno patito mio padre e mia zia, che con forza cristiana hanno sopportato senza chiedere o pretendere neanche quanto spettava di diritto. E oggi ancora a soffrire, non pensate che sia abbastanza assistere al crollo della propria casa?
    Ecco perché mi chiedo e ritengo …..
    Vige un diritto naturale o acquisito in capo a chiunque per qualificare in modo offensivo gli attuali proprietari della casa di via Serra 110? È facile oggi additarli quasi come dei delinquenti, degli irresponsabili o ancora come dei profittatori avidi di denaro che vogliono a tutti i costi guadagnare dalla vendita della loro casa natia, fregandosene altamente delle precarie condizioni strutturali?
    Perché non chiedersi se lo stato di degrado raggiunto dalla casa ed il conseguente crollo sia anche (che sottolineo perché non voglio ribaltare ad altri tutte le responsabilità) da attribuire a fattori diversi dalla semplice incuria ed irresponsabilità?
    Possibile che a causa di una tutela giudiziaria in capo ad uno dei coeredi (durata sino alla data di decesso: 2003) ogni passo, ogni operazione, ogni spesa, ogni attività, riguardante la casa dovesse sottostare ad esame ed approvazione del giudice tutelare? Vi auguro di non conoscere questo tipo problematica e la burocrazia connessa!!
    Possibile che fino a circa un anno fa il blocco del piano per il centro storico impedisse interventi strutturali, se non con una spendita ingentissima di denaro?
    Possibile che entrambi i proprietari non dispongano di consistenti risorse finanziarie (percepiscono ognuno una pensione di anzianità per circa 500 € mensili)?
    Possibile che, fino all’approvazione del piano per il centro storico, i talebani della terra cruda volessero imporre la catalogazione della casa tra quelle il cui restauro conservativo fosse possibile esclusivamente con l’impiego degli stessi materiali impiegati per la sua costruzione? Ricordo che fui contattato telefonicamente dall’ingegnere estensore del piano per il centro storico, al quale feci avere le fotografie della parte interna della casa (la parte del fronte strada non poteva dimostrare le reali condizioni interne della stessa), al contempo lo invitai a fare un sopralluogo finalizzato ad escludere l’inserimento della casa tra quelle di cui detto sopra, in quanto le ferite interne dovute alle cattive condizioni dei muri per infiltrazioni d’acqua causate tra l’altro da terzi, erano talmente gravi che avrebbero comportato oltretutto degli impieghi di risorse finanziarie non nella disponibilità dei proprietari. Manifestai la disponibilità della famiglia ad assumere l’impegno di ricostruire la casa nella stessa posizione con le stesse dimensioni e persino con la stessa predisposizione interna, pur di ottenere l’autorizzazione ad intervenire senza dover ricorrere ad un indebitamento insostenibile. Mi rispose che ero molto incivile e insensibile al valore architettonico e storico della casa (ma che scherziamo???) e, quanto alle risorse finanziarie necessarie alla messa in sicurezza, mi suggerì di ricorrere ai contributi regionali per il risanamento dei centri storici (in quel periodo peraltro risultavano bloccati e poi non vennero più rifinanziati), a quel punto gli proposi persino l’acquisto visto che era più civile e sensibile di noi!!
    Che effetto leggere che “per fortuna abbiamo ormai molti esempi notevolissimi di restauri, ristrutturazioni di vecchie abitazioni in ladiri, eseguite rispettando tipologie costruttive e materiali, non necessariamente spendendo cifre esagerate ( mancosu-maccioni, via serra; ignazino caboni, via serra; anna scalas farmacia via roma; marina scalas via serra, lorella boassa via serra e tante altre”, al di là dell’aspetto finanziario, sul quale sarei curioso di conoscere il limite delle cifre esagerate, non mi risulta per esempio che Ignazino Caboni abbia restaurato una vecchia casa, tuttaltro, ha costruito un edificio che, seppur rispettoso dei canoni edificatori prescritti per il centro storico, è totalmente diverso in dimensioni e forme rispetto agli stabili preesistenti.
    Possibile che gli attuali proprietari non abbiano avuto il coraggio o la sfrontatezza di ricorrere all’utilizzo di materiali “non convenzionali” per porre rimedio alle ferite strutturali della casa??? Se guardassimo intorno potremo sbiancare scoprendo diverse case che negli ultimi decenni son state trasformate, i tanto amati mattoni crudi sono stati rimpiazzati dal calcestruzzo o dai laterizi più moderni, le tegole sarde sostituite da comuni “portoghesi” o talvolta, con spudoratezza e senza timore, da onduline metalliche o pannelli metallici coibentati, le finestre in legno dotate dei tipici scurini sostituite da più “comode” finestre in pvc o alluminio, per non parlare di quelle case che 30 anni fa si ergevano su un livello mentre oggi le scopri inspiegabilmente cresciute. Sfido chiunque a dimostrare il contrario, perché è sotto gli occhi di tutti che ci son case le cui modifiche sono state fatte nel rispetto delle disposizioni del piano urbanistico altre in loro totale disprezzo.
    Possibile che in una società civile, quale si atteggia la nostra, possa convivere chi trovava una soddisfazione, a dir poco inqualificabile, nel gettare la propria spazzatura nel cortile della nostra casa alimentando una “nicchia ecologica” per ratti e parassiti vari?
    Quanto al destino dell’area, permetteteci di esercitare il diritto di disporne nei modi che meglio riteniamo, sempre nel rispetto delle leggi!
    Di questi giorni vissuti di una intensità inattesa serberò, tra l’altro, il triste ricordo di chi ha assistito con morbosa curiosità al nostro dramma, di chi ci ha urlato contro, di chi ci ha espresso un’affettuosa solidarietà e comprensione, e anche di chi “spinto dalla curiosità” nella notte si è aggirato tra le macerie (qualcuno finanche a far provvista di tegole, visto che praticamente non ne sono rimaste); non dimenticherò l’angoscia di aver causato un disagio ai vicini di casa per la polvere ed il disturbo oltre che per il rischio di ulteriori crolli, nonchè ai passanti per l’inevitabile blocco della strada.
    Per tutto questo mi permetto di ringraziare tutti, in particolare i vicini di casa, anche quelli che ci hanno mal sopportato, per aver subito tutto il disagio. Un ringraziamento speciale all’amministrazione comunale, dal sindaco ai tecnici e dipendenti, che con il loro intervento e con i mezzi ci hanno messo nelle condizioni ottimali per intervenire in modo rapido per mettere il tutto in sicurezza.
    Andrea Mannias

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  16. Ciao Andrea, è per puro caso che ho letto quanto hai scritto manifestando la tua amarezza per il comportamento di alcuni serramannesi che hanno dimostrato ben poca sensibilità nel comprendere il dramma di chi ha vissuto in quella casa. Con l'occasione voglio esprimere la mia solidarietà a te e alla tua famiglia.
    saluti sergio

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  17. non ci sono ulteriori commenti….è tutto troppo doloroso…

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  18. oggi dovrebbe esserne crollata un'altra, sempre in via E. D'Arborea, di fronte all'autoscuola…

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    1. accidentiiiiii…..me lo sono immaginata appena ho visto la strada transennata…lo dicevamo tutti che sarebbe crollata anche quella…un 'altro colpo al cuore…

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  19. la storia e cancellata nel tempo

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