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Gita turistico-culturale a Serramanna

di admin Letto 10.914 volte22

di Karolina Nowakowska (Polonia)

Dopo aver trascorso un po’ di tempo sul pullman, siamo finalmente arrivati a Serramanna, un comune della provincia del medio campidano di poco meno 10000 abitanti.

Durante il viaggio, la Guida, ci ha raccontato la sua storia ricca di fascino; siamo rimasti tutti stupiti a sentire che in un così piccolo borgo già nel 1455 i suoi abitanti stipularono le franchigie, un atto di eccezionale importanza che anticipò di molto le concessioni che solo nel XVIII secolo i signori concedettero ai loro sudditi nel resto dell’Italia e della Francia, con l’allora proprietaria del feudo, la signora Aldonsa De Besora, e che nel 1617 un certo Antonio Brondo Ruescas divenne addirittura il Conte di Serramanna. Ma udite udite, a Madrid, un certo Don Luis Crespì de Valldaura ha tutt’ora il titolo di Conte di Serramanna, ed’è il 14°!

Siamo passati davanti ad un enorme dipinto realizzato su un muro, la guida ci ha detto che questi dipinti si chiamamo “murales” e Serramanna è stato uno dei primi posti in cui son stati realizzati. Questo è stato realizzato nel 1979 e ad oggi è uno dei pochi rimasti; si intitola “Emigrazione è deportazione” ed’è opera dei pittori Ledda, Putzolu, Arba e Dessì

Prima tappa, Piazza Martiri d’Italia, dove si erge quasi a far la guardia alla piazza antistante e circostante una colonna dorica di calcare dolomitico di Gonnesa, opera di Giuseppe Maria Sartorio, “Monumento ai caduti nella 1° Guerra Mondiale del 1915-18”, inaugurato nel 1922 a ricordo dei soldati serramannesi deceduti nella Grande Guerra. Di notevole rilevanza visto che lo stesso Sartorio è l’autore dei monumenti funebri visibili presso il Cimitero Monumentale di Bonaria a Cagliari e Iglesias.

Poco distante la maestosità di un campanile ottagonale rivela la presenza di una Chiesa. È la Chiesa parrocchiale dedicata a San Leonardo, patrono del paese.

Maestosa la facciata, con terminale orizzontale coronato da merli, che è preceduta da un sagrato bastionato, raggiungibile tramite una scalinata. Il prospetto, seppure nella sua semplicità è arricchito dal portale, architravato e cuspidato, costruito sul modello del portale del braccio destro del transetto del duomo di Cagliari. All’interno della cuspide, è ricavata una nicchia con la statua di San Leonardo.

La chiesa è caratterizzata dalla pianta a croce latina, con navata unica, cappelle laterali e abside a pianta rettangolare, costruita in epoche differenti, tra il XV e il XVIII secolo ed edificata su una chiesa sotterranea “subterranea subestalia Ecclesia orbruta” dove venivano custodite le reliquie dei santi, così come si apprende dal libro Annales Sardiniae di Vidal Salvatore del 1639, ci tiene a precisare la Guida, che continua a raccontarci che l’accesso ai sotterranei venne sbarrato nel 1861, anno in cui venne sistemato l’attuale Altare Maggiore e la balaustrata che lo racchiude. Gli interni sono abbelliti da numerosissimi dipinti opera del pittore serramannese Peppe Carcangiu, che li realizzò negli anni ‘50;

Proseguiamo lungo la Via Roma, percorrendola quasi tutta, fino ad arrivare in Piazza Venezia, dove raggiungiamo la vecchia Chiesetta dedicata all’Angelo Custode caratterizzata da un portale gotico con lunetta ad arco a sesto acuto che termina con una cornice merlata secondo fogge tardogotiche tipiche del XVI secolo; la Guida ci dice che già nel 1572 compare tra le chiese dipendenti della parrocchia di San Leonardo, e durante il rifacimento della pavimentazione, son venuti alla luce numerosi reperti archeologici e manufatti risalenti addirittura al XIII secolo.

Al suo interno, visitiamo il museo delle “Memorie e tradizioni religiose di Serramanna” dove il percorso espositivo si distingue in sezioni tematiche, che comprendono una serie di arredi preziosi non più utilizzati nelle funzioni liturgiche, statue, suppellettili e arredi sacri provenienti dalle chiese del paese strettamente legate alla vita religiosa e alla devozione popolare, particolarmente rilevanti sia sotto il profilo storico che artistico. Non mancano bellissimi oggetti d’argento di arte sacra, tra i quali spicca una Croce processionale, attribuita all’argentiere Antonio Giovanni Pixoni (della metà del XVI sec.), lavorata a sbalzo e cesello, che veniva usata la mattina di Pasqua, calici dorati in stile rinascimentale ed un turibolo con navicella, oltre ad una collezione di monili e campanellini sempre in argento, gioielli, addobbi di statue, ex-voto, vasi sacri e oggetti liturgici in argento realizzati tra il XVI e XVII secolo.

Una visita veloce ai resti di tre capannoni, di fianco all’Ufficio Postale, utilizzati durante la seconda guerra mondiale, quando a Serramanna erano dislocati il Raggruppamento “Renzoni” composto dai gruppi tattici “Rizzati” (XII btg./184° rinforzato) e “Corrias” (XIV btg./184° rinforzato) della Divisione NEMBO.

È ora di pranzo e approfittiamo per gustare, presso il parco pubblico, un piatto locale, chiamato “Lunas de Serramanna”, che sono delle pizzette di pasta lievitata, grandi quanto un piatto piano, che vanno fritte per pochissimi minuti in grasso bollente e poi condite con abbondante pecorino grattugiato e sugo di pomodoro, una vera delizia.

 

Di pomeriggio ci dedichiamo alla parte campestre del paese, partendo dalla Chiesa campestre di Santa Maria. Una chiesetta antichissima, probabilmente anteriore all’anno 1000, citata già nel 1089 in una donazione fatta dal Giudice Costantino ai monaci benedettini dell’Ordine di San Vittore. Nel XIV secolo, i serramannesi chiamarono, quella che era Santa Maria di Leni (dal nome fiume che scorre a Serramanna), Santa Maria di Monserrato, assimilando la nuova denominazione e sardizzandola come era costume all’epoca. Nel 1999, è stata dichiarata santuario da Monsignor Ottorino Alberti, divenendo così meta di pellegrinaggio per l’Anno Giubilare 2000.

Ci dirigiamo poi in località “perda fitta”, dove restiamo a bocca aperta ad ammirare un menhir chiamato come l’omonima località “Menhir Perda Fitta”, letteralmente “pietra infissa” nel terreno; un masso in granito, alto 1 metro e 45 centimetri, appena scolpito per farlo apparire una statua con numerose coppole simulanti le mammelle (ben 10) rappresentate con incavi (rilievo negativo) legato al culto della Dea Madre, databile attorno al 2500 a.C., di cui il famoso archeologo sardo Giovanni Lilliu, nel libro del 1963 “La civiltà dei sardi: dal neolitico all’età dei nuraghi” scrisse «nella forma del masso naturale appena sbozzato si coglie una sorta di simulazione antropomorfa… il sunto del volto…» ovvero cenni di lavorazione che definiscono in modo sommario i tratti del volto, quasi a rappresentare la Dea Madre nutrice e veggente.

Ci siamo infine recati presso la necropoli punico-romana (databile tra il IV° sec. a.C. e il I° sec. d.C.) di “Su Fraigu”, che come ci ha spiegato la guida, per chi è conoscitore delle sfumature della lingua sarda, sa che con questo termine veniva indicato nel passato un complesso edilizio di rilevante consistenza e importanza, con prevalente sepoltura di bambini in tombe a camera o direttamente nel suolo, con corredo funerario di tipo ceramico. Son state effettuate quattro campagne di scavo nell’arco di dieci anni (la prima nel 1989, nel 1997 e 1998 e l’ultima nel 1999). La densità dei ritrovamenti è stata elevatissima, si pensi che in un area di appena 100 m2 si è reperito tanto materiale da poter permettere l’allestimento di una mostra permanente; e in effetti alcuni anni fa l’Amministrazione comunale aveva pensato di adibire i locali dell’Ex Mattatoio proprio per questo scopo, ma purtroppo non ci è stato possibile visitarlo perché ancora in allestimento.

 

Si è fatta sera e prendiamo la via del ritorno. Serramanna ci rimarrà nel cuore.

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Commenti (22)

  1. Meda braviscedda sa guida o cummenti si zerriada ,cussa Elisedda …filla de cussa maistra 'è scolla meda simpatica.. o seu sbagliendu…? no è sa sposa di Davideddu ?

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  2. iiii tà bella custa cosa!!

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  3. Bellissima cronaca di una giornata a Serramanna, siamo tutti felici che la storia e le peculiarità Serramannesi lascino un buon ricordo su chi ha il piacere di conoscerle. Arrivederci a Karolina (ancora complimenti per la tua bellissima cronaca) e a tutto il suo gruppo!

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    1. Anch'io ho letto la giornata trascorsa da Karolina e il suo gruppo a Serramanna,devo dire che mi ha fatto veramente piacere sapere che il mio paese sia piaciuto cosi' tanto…..grazie per la bellissima cronaca,cosa che molti serramannesi dovrebbero leggere….

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  4. volendo potrebbe non essere solo fantasia.. Basta volerlo

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  5. CHE PIACERE LEGGERE COSì TANTO ENTUSIASMO PER LA STORIA DEL NOSTRO PAESE, SE SI PENSA SOPRATTUTTO CHE SONO STATE SCRITTE DA UNA PERSONA STRANIERA CHE MAI PRIMA DI ALLORA AVEVA VISITATO SERRAMANNA. FORSE è PROPRIO CIò CHE MANCA A CERTI NOSTRI STESSI COMPAESANI.
    L'UNICA NOTA STONATA è LA DESCRIZIONE DEL MUSEO DI ARTA SACRA. SEMBREREBBE, LEGGENDO LE SUE PAROLE, CHE SIA RELAMENTE DIVISO IN SEZIONI E BEN ORGANIZZATO,. PURTOPPO SEMBRA PIUTTOSTO UNA MAGAZZINO DOVE LE STATUE, DI GRANDE VALORE, SONO SEMPLICEMENTE CONSERVATE COME IN UN RIPOSTIGLIO. è UN VERO PECCATO!!!
    LA DIOCESI DI CUI FA CAPO LA NOSTRA PARROCCHIA DOVREBBE SALVAGUARDARE E TUTELARE MEGLIO QUESTE OPERE.

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  6. e bellla serramanna se fossi piu curata ed se fosse pulita da meno neve a certe ore ed meno vandali la notte ed meno ubriachi nelle strade e nei bar ogni notte
    ed se ci fossero strade senza toppe ed cuciture varie e avvalemanenti ed ecc
    all la possiamo rendere migliiore di quello che e tutti quanti
    ù

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    1. § neve? ….

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  7. =) bel racconto "fantasy"!

    Non ci avrete mica creduto no?

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    1. creduto no ,sperato sì!

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    2. Conoscevo un tipo ..un ingegnere molto bravo che fece un tempo i modelli in tre D dei monumenti o luoghi caratteristici di serramanna…non ricordo ..pensava anche lui di valorizzare il paese?..

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      1. tra i tanti fini di quei modelli c'era (c'è e ci sarà) anche quello 😉

        Purtroppo per ora mi sono dovuto fermare, in futuro chissà.

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        1. Vedi che in fondo in fondo abbiamo tutti a cuore il nostro paese ? ti potrei fare un elenco lunghissimo di persone che sarebbero disponibili a collaborare attivamente per la riuscita di questo sogno.
          Ti potrei fare un elenco molto breve di persone che non ci credono …ma quello è un altro discorso..purtroppo.

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  8. perchè davvero vi sembra così impossibile che qualcuno possa apprezzare le bellezze del nostro paese? Non è certamente un' utopia.
    Dai diciamo che siamo molto bravi a lamentarci, che aspettiamo sempre che siano gli altri a doversi dare una mossa. Penso che Serramanna abbia solo bisogno di persone che abbiano buoni propositi. Siamo tanto bravi a criticare l'operato degli altri che non ci rendiamo conto che far parte di un paese non significa solo averci una casa, significa voler realmente te appartenere ad una comunità, portando nuove idee, proposte e dei sogni cmq realizzabili come quello di rendere Serramanna metà turistica. Credetemi non è impossibile.Ci sono tante persone capaci e meritevoli, bisogna solo dare loro un'occasione.

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  9. Nel mio piccolo, da semplice insegnante di scuola elementare, da sempre cerco di creare nelle nuove generazioni affetto, conoscenza e quindi senso di appartenenza a Serramanna che, da paese originariamente agricolo, fatica oggi a trovare una nuova identità. Fatica a trovarla perchè i suoi abitanti stentano a riconoscerne il valore: le cose semplici sono difficili da apprezzare per chi le vede ogni giorno.

    Ho sempre creduto nella singolarità di questo paese che, con la sua antichissima storia, la struttura architettonica e le tradizioni legate alla vita contadina (riscoperte e valorizzate, finalmente, da qualche decennio) ha la possibilità di attirare turisti alla ricerca di un luogo tranquillo, ospitale e alternativo alle solite affollate e caotiche mete turistiche. Prendiamo ad esempio la zona di Barumini: quando io ero bambina, del sito archeologico si vedeva soltanto un mucchio di pietre, disposto disordinatamente. Per avere qualche informazione era necessario mettersi alla ricerca di libri sulla Sardegna (allora non numerosi). Oggi attira turisti da tutto il mondo sfruttando, oltre al famoso villaggio nuragico, la sua relativamente recente cultura agropastorale. Lo stesso dicasi per Villanovaforru e altri paesi della zona.

    I primi a crederci (e a volerlo) dobbiamo essere noi serramannesi, magari unendo le nostre forze come singoli cittadini, associazioni, scuole e quant'altro, coinvolgendo i più giovani e richiamando l'attenzione degli amministratori pubblici, locali e non, affinchè vengano supportate, valorizzate e, soprattutto, diffuse ed ampliate le iniziative esistenti finora (e pubblicate su questo sito che ringrazio per la grande attività di diffusione e coinvolgimento).

    Dalla valorizzazione del proprio passato (anche se recente… perchè no?) potrebbero scaturire tante idee per il futuro e concretizzarsi in iniziative le quali, anche se personali e volontarie, potrebbero essere uno stimolo per progetti capaci, magari, di offrire opportunità di lavoro per i giovani.

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  10. "Bellissima cronaca di una giornata a Serramanna, siamo tutti felici che la storia e le peculiarità Serramannesi lascino un buon ricordo su chi ha il piacere di conoscerle. Arrivederci a Karolina (ancora complimenti per la tua bellissima cronaca) e a tutto il suo gruppo!"………. MA SI PUO' FARE UN COMMENTO DEL GENERE!!!! E' TALMENTE EVIDENTE CHE LA DESCRIZIONE NON PUO' ESSERE QUELLA DI UNA STRANIERA, PER DI PIU POLACCA………………….. COMUNQUE FACCIO ANCH'IO I COMPLIMENTI A KAROLINA E LA INVITO A TORNARE A TROVARCI, CHIARAMENTE ASSIEME AL SUO GRUPPO E PERCHE' NO……. ANCHE LA GUIDA!! SIC

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  11. Quanto descritto, trattasi di una raccolta che è durata anni,

    mi auguro che non sia parte copiata da volumetto – Serramanna-

    raccolta distribuita ad amici e conoscenti a cagliari e a Serramanna steaa,

    assieme all'altro volumetto " anedotti di Bizzarri personaggi serramannesi"

    con antche usanze nel serramanne.

    Grazie lostesso.

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  12. Sig. Fulvio, perchè non condivide con noi i suoi volumetti? credo che oltre a me ne sarebbero lieti in molti

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    1. Mi dispiace. Non è molto lontano "su cumprendoriu" ho fatto uno sbaglio,ed è perfetto il detto:- "una bòrta margiani hiat fattu unu vòtu de fai una tana de conillus; ma candu hiat castiau is fillus, fiant margianis e tòtu.

      Curioso sarebbe sapere chi era l'autista del pulman ?

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  13. non ho capito cosa vuol dire…

    non che non abbia capito il proverbio che comunque conoscevo un pò differente:

    Mraxiani ia fattu votu de fai unu conillu, ma cando ia biu su fillu, fudi mraxiani e totu

    ma non ho capito il senso del suo intervento… comunque credo tutti abbiano capito che è una storiella inventata da me stesso sotto pseudonimo…

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  14. +Quanto ho aggiunto non era diretto a Paolo Casti.

    Il racconto della turista Karolina, mi è sembrato nel leggerlo, perfetto, come se stesse copiando.

    Poi l'accompagniatore in perfetto punto, per punto, come se sfogliasse le pagine.

    Io mi scuso ancora per essere intervenuto.

    Mi ero interessato, nella scuola ed avevo inserito" A tutti gli alunni della scuola media perchè dalla lettura di queste brevi note nasca in loro il desiderio di approfondire lo studio e la ricerca per meglio conoscere ed amare la propria terra". Sono contento si faccia ma, non vagamente tramite una turista Polacca.

    Il senso non capito, Sottinteso è tuttora, alle persone, che da "Aneddoti di Bizzarri ersonaggi" Serramannesi, volumetto in loro possesso, di non raccontare liberamente, per non offendere le citate persone …………anche se bizzarre ne sito.

    La storiella trovasi nel libro dell'insegnte in sardo campidanese del 1° ottobre 1923 nel programma ufficiale per la 3° elemntare, dal titolo "Messi D'Oro Del Campidano"di Prof. Vinceno Ulagiu, usato nella scuola serramannese (unica aula in via Giulio Cesare, angolo via Beatrice).

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  15. Il nostro compaesano Paolo ha voluto chiaramente valorizzare il nostro paese, cosa che noi Serramannesi delle volte non facciamo. Siam pronti a criticare ma non a costruire.

    Se l'articolo lo avrebbe scritto veramente "Karolina Nowakowska" forse avrebbe sicuramente creato scalpore (vedi primi commenti).

    Leggere articoli su Serramanna fa sempre piacere e conoscere la storia del proprio paese non è cosa da tutti.

    Saluti.

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