SS.ma Vergine di Adamo: Antica devozione dei Serramannesi
di 6 Marzo 2011 14:53 Letto 10.002 volte9
Nel secolo XVII nella Parrocchia di San Leonardo di Serramanna, si celebravano feste dedicate in onore a Santi di cui ora rimangono soltanto ricordi, scritti e statue dei Santi venerati: Santa Barbara, San Giovanni Nepomuceno, San Carlo Borromeo, San Daniele. In particolare il culto della SS. Vergine di Adamo che si estese anche a Serramanna.
Nel 1762 le fu dedicata una cappella ed un altare, con al centro il mezzo busto della Madonna simile alle caratteristiche iconografiche a quella venerata a Cagliari.La funzionalità della cappella e dei relativi festeggiamenti veniva assicurata da vari legati: il più antico consisteva in un lascito di Salvatore Concas, deceduto il 5 settembre 1769, rogato dal notaio pubblico Giuseppe Pittau, il 29 agosto dello stesso anno. Il donatore lasciava alla cappella della Madonna di Adamo una giovenca gravida e la prole. Seguiva un altro lascito a cura di Antonia Anni, deceduta il 15 marzo 1771, con un testamento rogato dal notaio Francesco Luigi Melis, che devolveva alla Madonna il tanto per una messa semplice, altro lascito quello di Antonia Carboni, deceduta l’11 aprile dello stesso anno, lasciava il corrispettivo per tre messe da celebrare in onore della Madonna. Per ultimo, tanto per ricordare i più remoti, il sacerdote Antonio Uda, parroco di Serramanna, deceduto il 6 marzo dello stesso anno, dettava le sue ultime volontà nelle mani del notaio Giuseppe Pittau,lasciando alla cappella 20 scudi per una “colgadura”( voce spagnola che significa addobbo per ornare, in questo caso adornare la cappella per il giorno di festa ) e una messa quotidiana perpetua in ragione di 6 soldi l’una,da celebrarsi nella stessa cappella.
La Storia
La tradizione ci racconta che nella seconda metà del secolo XVII, un capitano genovese di nome Adamo o Adami, durante una traversata dalla Liguria in Sardegna, avrebbe pescato una grossa nacchera ( pinna nobilis) e dentro vi avrebbe trovato una statuetta della Vergine col Bambino, raffigurante la “Madonna del mare” .
Il fatto è rappresentato in un quadro del secolo XVII, già esistente nell’ormai distrutta chiesa di S. Caterina dei Genovesi in Cagliari: (nell’odierna Via Manno dove sorge il negozio di Zara)una copia in tela, in esso si vede rappresentata nella parte inferiore la nave, il capitano e il mollusco: ed in alto l’effigie della Madonna d’Adamo nel modo stesso con cui viene raffigurata nella statuetta ; cioè a mezzo busto, con il bambino Gesù sulle braccia,nascosta e poggiante sopra le nuvole che un tempo esisteva nella chiesetta di San Lorenzo a Buoncammino. Un’altra tela si riscontra nel 1897 di proprietà del Cav. Stefano De Candia ove si vede la Madonna che poggia sulle nuvole, nella parte inferiore a destra vi è il mare in tempesta ,ed una nave che corre il pericolo di affondare con due marinai che si reggono aggrappati ad una fune a poppa della nave e una iscrizione V.F.G.A….1768. Può essere interpretato come un episodio di salvataggio prodigioso attribuito alla Madonna, con un atto conseguente di gratitudine: V.(otum) F.(ecit) G.(ratias) A.(git) ossia: per grazia ricevuta,apposta dall’artista per ordine del proprietario
Da un manoscritto inedito del 1888 di Mons. Luca Canepa e,conservato in casa del Priore Rag. Carlo Bonicelli, si rileva che la statuetta subì varie vicende. Nella metà del secolo XVII si trovava in possesso di una certa signora Vittoria,moglie di un certo Ambrogio Nan o Nani di Alassio, nel Genovese, e residente in Cagliari, forse congiunta del Capitano Adamo.La signora Vittoria la teneva conservata nella cappella di famiglia e, secondo il popolo,sin d’allora operava molti miracoli. Sopravvissuta al marito, la Nan nel 1703 la lasciò in testamento al nipote Giovanni Battista Riva insieme ad altri oggetti preziosi, con l’onere di costruire per la SS. Vergine di Adamo una cappella in una chiesa di Cagliari, a sua scelta, e di celebrarne la festa ogni anno. Alla morte del Riva e dei suoi figli,l’obbligo di celebrare la festa doveva incombere sui rettori o religiosi della chiesa che il Riva avrebbe scelto.
Il Riva scelse la Chiesa dei SS. MM. Giorgio e Caterina dei Genovesi alla cui Arciconfraternita egli apparteneva. La statuetta fu sistemata nella Cappella di S. Caterina, la prima a destra di chi entrava e conosciuta più tardi sotto il nome di S. Giuseppe Sposo. Se ne fissò la festa il 26 di luglio; inoltre il mattino del Venerdì Santo, in occasione delle visite alle sette chiese cittadine, la statuetta doveva essere portata in processione per le vie della città. Il concorso di fedeli doveva essere straordinario; anche dai villaggi vicini vi accorrevano come ad una festa popolare,specialmente gli abitanti del Campidano di Cagliari, conoscevano la Chiesa più col titolo di N.S. di Adamo che con quello di Santa Caterina.
La processione venne interrotta dal 1758 al 1802 a causa di abusi e scandali. Dal 1826 fu spostata al Giovedì Santo. Nel 1768 l’Immagine fu trasferita nella seconda cappella a destra di chi entrava dedicata alla Pietà. Nel 1788 si introdusse la pratica di celebrare i sabati in onore della Vergine SS. di Adamo e le vennero dedicate cappelle a Serramanna (1762) una chiesa ad Arbatax ( 1771), nel 1797 a Serrenti (risulta che si fosse stabilita la devozione verso la Madonna di Adamo).In un Registro di Legati esistente nella Parrocchia, la seconda domenica di luglio Barbara Musiu, vedova di Antonio Tocco, nel suo testamento del 12 dicembre 1797 istituì che in perpetuo si celebrasse una messa solenne in onore della SS. Vergine di Adamo, donando Undici Reali per elemosine. Ipoteca tre quarti di terreno in zona denominata S.Antonio da Padova confinante con la figlia Luigia Tocco. Ad Alghero nella chiesa dei Carmelitani,ad Oristano, Orosei, Oliena, Bitti( esiste un Altare nella Parrocchia,nella prima Cappella a destra entrando con una Madonna, come precedentemente descritta con un granchio ai piedi) e Meana Sardo.
Nel periodo bellico della seconda guerra mondiale a causa delle incursioni aeree degli anglo-americani del 13 e 19 maggio e del 30 giugno 1943, la chiesa di S. Caterina dei Genovesi veniva letteralmente distrutta. La statuetta fortunatamente sistemata nei locali sotterranei,rimase illesa. Successivamente venne trasferita a Dolianova, quindi a Meana Sardo ed ultimo ad Assemini.
Nel 1944 fu riportata a Cagliari. La statuina attualmente è conservata nella cappella dedicata alla Vergine di Adamo, la prima a sinistra del presbiterio ed è custodita dentro una raggiera, abbellita da pietre preziose realizzata nello studio d’Arte e Cultura Ceramica del Prof. Federico Melis. Ricavata da una morbida pietra colorata con tinte delicate , di forma ellitica di cm. 7 x 5 .Il complesso riporta il mezzo busto della Madonna interamente tappezzato di perle, eccetto il viso e le mani. Anche l’orecchino è formato da una perla. Il corpo del bambino completamente spoglio ed il collo ornato da una collana di perle. Le due immagini hanno sul capo la corona d’oro intarsiata con pietre preziose .Il tutto poggia su una base argentea con incastonati rubini , smeraldi perle e coralli in una cornice d’argento.
“Quello che rende celebre e popolare questa cappella tutta di marmo, raccontava lo Spano nella sua Guida, è una statuetta della Vergine col Bambino che religiosamente si custodisce nel Tabernacolo,ed alla quale il popolo ha molta devozione .D’essa fu trovata in mare, dentro le valve di una nacchera, da un Capitano genovese chiamato Adami, da cui è venuto il titolo della Vergine di Adamo. Nello sportello del tabernacolo si vede un piccolo dipinto molto prezioso sul rame, rappresentante la statuetta in discorso, ed un bastimento in lontananza per memoria del fatto”.
Alla piccola immagine erano attribuiti molti miracoli ed infatti, la devozione popolare per la Madonna di Adamo era molto diffusa e non solo in città. Da diverse parti della Sardegna, molti fedeli si recavano in pellegrinaggio nella chiesa della Vergine di Adamo (così essi chiamavano la chiesa intitolata ai SS. MM. Giorgio e Caterina dei Genovesi di Cagliari) per chiedere una grazia alla Madonnina.
Si spera che venga ripristinata la devozione .
Fonti
(1) MSS. Inedito del 1888 di Mons. Luca Canepa, conservato da Carlo Bonicelli (Cagliari);P. Gabriele PIRAS O.F.M., Storia del Culto Mariano in Sardegna – Cagliari 1962.
(2) Vincenzo Mario Cannas, SS. Vergine di Adamo (storia e diffusione di un culto nel Cagliaritano e nell’Ogliastra da documenti inediti – Edizione Della Torre. 1993.
(3) Foto di Luigi Atzori.
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Lodi in onore di Nostra Signora di Adamo che si solevano cantare nei luoghi dove si festeggiava la Madonna sotto tale titolo.
Goccius in onori de Nostra Signora de Adamu
Parit chi custu titulu siat de attribuiri a una curiosa combinazioni. Unu marineri genovesu in d’unu de is viaggiusu chi fadiat, haiat piscau unu pisci, aintru de su cali haiat incontrau una pittica statua de Maria SS. Comenti cumparit in d’unu quadru chi si cunservat in Santa Caderina de Is Genovesus. Est una devozioni de su sec. XVII.
Da una raccolta stampata nella Tipografia Vacca Mameli in
Lanusei riportata dalla “copia originale”.

Paolo Casti 7 Marzo 2011 alle 10:11
Grazie Luigi di aver voluto condividere queste interessantissime notizie storiche
Anna 7 Marzo 2011 alle 13:52
Leggo volentieri tutti gli articoli di questo sito e tutte le pubblicazioni su Serramanna. L'ultima "Serramanna insolita" l'ho acquistata nell'edicola di Via XXV Aprile dove mi soffermo volentieri il sabato quando rientro al mio paese e mi concedo una passeggiata al mercato confondendomi tra la folla e ritrovando care conoscenze.
Complimenti anche per questa ultima ricerca: quando ho dei momenti liberi percorro alcune zone di Cagliari alla scoperta dei luoghi che voi spesso menzionate.
Paolo Casti 7 Marzo 2011 alle 14:27
…grazie Anna di aver voluto acquistare “Serramanna insolita”, spero sia stato di tuo gradimento 🙂
Agostina 8 Giugno 2011 alle 22:14
Bella ricerca e grazie a chi condivide queste conoscenze con tutti!!!! complimenti!!! 🙂
p.s.: Anche io ho acquistato e letto il libro molto volentieri, molto semplice nella lettura, carino ed interessante! complimenti!!! 🙂
Paolo Casti 9 Giugno 2011 alle 10:07
credo questo commento sia riferito al mio libro…. grazie Agostina, anche se sei tra le poche ad apprezzare la memoria storica di Serramanna.
Io che ahimè da quasi 10 anni non ci abito più vedo chiaramente molti aspetti che vivendoci forse non si notano, e parlo sia di cose positive che negative; ma la storia è e dovrebbe essere patrimonio comune sia di chi ci vive che di chi ci è nato o ci è venuto a vivere.
Anna 7 Marzo 2011 alle 17:39
Ho letto "Serramanna insolita" un interessante percorso di circa mille anni del nostro paese, acquistato nell' edicola di Via XXV Aprile. Ho apprezzato molto questa ricerca di Paolo Casti sui Conti di Serramanna, e mi spiace che non abbia potuto contattare personalmente l'ultimo Conte, ma gli auguro che questa occasione possa verificarsi.
Per quanto riguarda le franchigie stipulate con Aldonsa De Besora devo dire che questo episodio io lo conoscevo da quando ero una alunna di terza elementare (e ne son passati di anni!!!). Infatti il mio maestro elementare, il mitico Signor Luciano Murru, dedicò alla scolaresca una lezione di storia su questo episodio e ci dettò il contratto tra i Serramannesi e la feudatatria Aldonsa. Conservo ancora con orgoglio il mio quadernino "grosso" (allora non si usavano i quadernoni) e da allora ogni volta che leggevo qualcosa sulla storia di Serramanna cercavo sempre questo episodio, e se non era presente per me il libro non meritava considerazione.
Voglio aggiungere un aneddoto su Perda Fitta. Quando mio padre mi portò a vederla io mi spaventai nel vedere quell'enorme sassone molto più alto di me (vabbè che per essere più alto di non è che ci volesse molto!). Mio padre mi raccontò una leggenda che giustificava la presenza degli incavi sulla roccia. Mi disse che li aveva lasciati un diavolo nel tentativo di arrampicarsi per raggiungere il punto più alto della roccia. Mio padre oggi avrebbe dovuto avere 85 anni ma chissà se ci sono persone della sua età che conoscono questa storia.
Tutto questo per dire che per valorizzare la propria storia e le proprie origini bisogna conoscere, studiare ma soprattutto continuare a ricercare e dare vitalità alla memoria storica.
Paolo Casti 7 Marzo 2011 alle 20:06
ancora grazie dei complimenti, e sottoscrivo in pieno la tua frase di chiusura:
[… per valorizzare la propria storia e le proprie origini bisogna conoscere, studiare ma soprattutto continuare a ricercare e dare vitalità alla memoria storica]
Franco Lilliu via Fa 15 Marzo 2011 alle 00:26
la chiesa migliore che ador cantare li ed pregare li li sento dio
Feffy Feffuz via Fac 6 Giugno 2011 alle 17:47
ma questa è la parrocchia di S Caterina a Cagliari….