Il finanziere Davide Mancosu: vicende di un serramannese
di 17 Luglio 2011 18:05 Letto 11.304 volte7
Vicende di un serramannese nella Campagna di Albania e Grecia 1939/43.
Appuntato della Regia Guardia di Finanza Davide Mancosu.
Davide, figlio di Luigi Mancosu e Anna Serra, nacque a Serramanna il 29 maggio 1904.
Dopo aver completato gli studi, fino alla 4° elementare, ed essersi impegnato nella vita contadina, il 24 aprile del 1925, si arruolò nella Regia Guardia di Finanza, presso il Distretto Militare di Cagliari (15).
Gli venne assegnato il numero di matricola n. 38394 del Ramo di servizio di Terra. Fu inviato a Roma, per frequentare il “corso allievi” presso la Caserma Vittorio Emanuele III (rinominata Caserma “Piave” dopo il referendum istituzionale).
Nell’ ottobre 1925, fu a Firenze, assegnato al servizio “dazio e consumo” con il grado di “guardia”.
Durante questi anni, fu assegnato alla Brigata Arretri, Legnaia e Settignanese (Firenze), poi alla Brigata Termini, Casilina e S. Antonino (Roma), fino al 1930, anno in cui prestò servizio presso la Legione Milano – Ponte Chiasso (Como), come “guardia di confine”.

Successivamente prestò servizio nella Brigata Vespolate (Novara – Vercelli), fino al settembre 1936, dove fu assegnato alla Compagnia di Sassari. Finalmente riuscì a tornare in Sardegna. Per poco però; infatti, fu assegnato alla Regia Guardia di Finanza di Albania, in Tirana, e il 10 giugno 1939, imbarcato a Bari, sbarcò l’indomani a Durazzo (Albania).
Bisogna contestualizzare gli eventi, e in particolare, bisogna ricordare che nel maggio 1939 l’Italia fascista e la Germania nazista firmarono il “Patto d’acciaio” che conteneva formule molto precise: «[…] se dovesse accadere che [una delle parti] entrasse in complicazioni belliche con un’altra o con altre potenze, l’altra parte contraente si porrà immediatamente al suo fianco con tutta la sua potenza militare […]».
Alcuni mesi dopo, all’alba del primo settembre, la Germania attaccò la Polonia e iniziò la seconda guerra mondiale. I rapidi successi militari ottenuti dalle armate di Hitler in Polonia, quindi in Danimarca, in Norvegia, in Olanda, nel Belgio e in Francia convinsero Mussolini della necessità di scendere in guerra per cogliere anch’egli i frutti della vittoria che sembrava imminente.
Ai militari che, data la scarsità degli armamenti, gli facevano presente di non poter combattere più di due o tre mesi, Mussolini rispose, sicuro di sè, che si trattava di un periodo comunque sufficiente per “raccogliere il bottino”.
Ripeté più di una volta: «sarà una guerra di breve durata e di sicuro esito. Ho bisogno di qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo della pace».
Nel pomeriggio del 10 giugno 1939 dal balcone di Palazzo Venezia Mussolini annunciò un evento temuto e previsto: l’Italia scendeva in campo a fianco della Germania di Hitler contro la Francia e la Gran Bretagna. Il Duce riteneva di poter strappare un rapido successo in Epiro, agendo di sorpresa con le poche forze in Albania.
Iniziò, invece, una vicenda molto amara, illuminata dal ricordo dei combattenti che l’hanno sofferta e dalla memoria di coloro che sono tornati.
Ma torniamo al Finanziere Mancosu. Dopo esser stato nel campo di addestramento di Tirana, fino al 27 giugno 1939, fu assegnato alla Brigata litoranea “Vivari” a Porto Edda [nelle varie ricerche e nelle cartine dell’Albania non riuscivo a trovare questa località, poi ho scoperto che è l’attuale Saranda che nel 1939, prese il nome di Porto Edda, in onore di Edda Ciano Mussolini; nome che conservò fino al 1944].
Nell’agosto del 1940, fu assegnato al 3° Battaglione Mobilitato e il 28.10.1940 giunse in territorio dichiarato in stato di guerra (foglio n. 5564 del 06.11.1948 della S.M.E).
I reparti italiani furono fin da subito ostacolati dal maltempo, che rendeva impraticabili le poche piste, e furono ritardati dalle radicali distruzioni di tutti i ponti e i passaggi sui corsi d’acqua. La lenta avanzata dopo qualche giorno veniva contrastata e poi bloccata dal rapido afflusso delle riserve greche, prontamente mobilitate. Queste, dal 14 novembre, passavano alla decisa controffensiva con forze assai superiori e respingevano le unità italiane stremate dalle perdite, dalle fatiche e dalla penuria dei rifornimenti.
Sotto l’incalzare delle preponderanti forze greche, i reparti italiani furono costretti a ripiegare con gravi perdite; alla fine di dicembre le truppe si attestavano su una linea difensiva improvvisata, a circa 50 km dal confine albanese.
E qui ecco la sorpresa, al 3° Battaglione Mobilitato della Regia Guardia di Finanza con Decreto del Presidente della Repubblica il 15 marzo 1950, fu conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare allo Stendardo, con la seguente motivazione: “Operante con scarsi effettivi e mezzi inadeguati, in zona particolarmente difficile per condizioni ambientali, contro agguerrite, preponderanti forze, imbaldanzite da precedenti successi, reagiva con superbo vigore a reiterati attacchi opponendo ostinata resistenza protratta, nel tempo, con fredda determinazione e sostanziata da audaci, sanguinosi contrattacchi. Delineatasi la crisi, decimato, a corto di munizioni, si svincolava con abile manovra e contenendo l’incalzante nemico in accaniti combattimenti, riusciva, coi resti valorosi, a raggiungere la nuova linea difensiva che si era potuta predisporre in virtù della eroica, prolungata azione ritardatrice affidata al fiero Battaglione, ben degno delle gloriose tradizioni militari delle Fiamme Gialle d’Italia”. Fronte greco-albanese, novembre/dicembre 1940.
Mancosu, dal 1° gennaio 1941 fu assegnato al Plotone mobile “Librazhd”, e successivamente alla Compagnia di Struga, fino al gennaio 1942 in cui cessa di essere mobilitato. Il 29 gennaio 1942, imbarcato a Durazzo e l’indomani sbarcato a Brindisi.
Fu quindi assegnato alla Sezione Territoriale di Cagliari – Compagnia Sorso (Brigata Sorso litoranea) e il 2 febbraio 1942 giunse in territorio dichiarato in stato di guerra, quindi mobilitato per la difesa costiera. Nell’aprile 1942 contrasse la malaria. L’Ospedale Militare di Sassari in data 30 settembre 1942 ha dichiarato la malattia dipendente da cause di servizio. In Agosto contrasse malaria recidiva e l’Ospedale da Campo n. 229 in data 07 ottobre 1942 ha dichiarato la malattia dipendente da cause di servizio.
Dal 18 novembre 1942 all’8 settembre 1943 fu mobilitato per la difesa costiera di Castelsardo, alle dipendenze del 398° Battaglione (Circolare n. 32250 del 25/04/1942 dello S.M.R.E. Uff. Ordinamento – 2° Sezione).
Il 398° Battaglione, faceva parte della 204° Divisione costiera, composta dal 130° e 149° Reggimento costiero; il 130º Reggimento costiero era a sua volta suddiviso in tre battaglioni (394°, 398° e 399°).
Il 9 settembre 1943, cessa di essere mobilitato per intervenuto armistizio, e gli viene concessa la croce di guerra.
Rimane comunque assegnato alla Compagnia di Sassari, nella Brigata Sorso, fino al 1948, nella quale si distingue per capacità e rendimento nel corso della campagna ammasso cereali, coadiuvando con capacità e rendimento il proprio capo pattuglia e conseguendo risultati di notevole importanza individuando e denunciando gli evasori di ingenti quantitativi di olio d’oliva sottratti all’ammasso e nella repressione delle frodi all’ammasso nella campagna olearia.
Il 24 aprile 1952, fu collocato in congedo assoluto per compimento 45° anno di età.
Questa ricostruzione che ai più risulterà, molto probabilmente noiosa, è stata possibile grazie all’Assistente di Amministrazione Deriu Gianfranco del Centro Documentale Militare di Cagliari e soprattutto grazie al capitano della G. di F. Gerardo Severino, direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza di Roma; nato a Castellabate (Salerno) il 26 ottobre del 1961. Arruolato nel Corpo nel 1981, vi ha percorso una brillante carriera operativa che, fra l’altro, lo ha visto impegnato anche presso il Tribunale di Palermo alle dirette dipendenze del Giudice Giovanni Falcone. Promosso ufficiale per meriti eccezionali nel 2003 è stato posto alla direzione del Museo Storico del Corpo, nonché a capo di due Sezioni dell’Ufficio Storico del Comando Generale della Guardia di Finanza. Per l’eccezionale contributo offerto al panorama culturale italiano, soprattutto nell’ambito del servizio svolto presso il Museo della Guardia di Finanza sin dal 1994, nel febbraio 2000 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi della Medaglia d’Argento dei Benemeriti della Scuola della Cultura e dell’Arte, su proposta del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e dal Presidente Giorgio Napolitano dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, il 2 giugno 2008. Per gli stessi motivi gli sono state conferite, da alcuni Stati Esteri, altre prestigiose onorificenze.
Al Museo Storico della Guardia di Finanza, di Piazza Mariano Armellini, in Roma, ho donato lo spartito originale della “Canzone del Finanziere” con versi di Salvatore Scibetta e musica di Antonio d’Elia, appartenuto all’App. Davide Mancosu. Ebbene sì, Davide Mancosu era mio nonno, e essere riuscito a ricostruire le sue vicende perlomeno in ambito militare, mi ha “fatto sudare sette camicie” ma alla fine mi ha ripagato.
Fin da piccolo oltre a 3 foto sbiadite e ad alcuni fregi, distintivi, lo spartito che ho poi donato al Museo, e soprattutto una spilla romboidale con delle strane scritte “shqipnia ushtareve ngallnjyesate romes” e un fascio littorio, mi ero sempre chiesto di questo mio nonno che era stato in guerra, e quando lui era in vita io ero troppo piccolo per farmi raccontare le sue vicende, e lui che comunque era un “militare” non parlava volentieri di vicende magari tristi riguardo la guerra e con questa mia ricerca voglio rendergli onore e merito; a lui e a quanti hanno combattuto per la Patria.


Pino Melis 17 Ottobre 2011 alle 18:07
Caro Paolo, hai fatto un lavoro certosino. Per ripagarti di tanta fatica ti farò omaggio di alcune foto del
Grande Davide Mancosu. Non ho idea sè queste le possiedi già, comunque te le farò avere.
Anche perchè, con distanze diverse parliamo di un parente comune.
Se ti fà piacere te le spedirò via mail.
Saluti Pino
Paolo Casti 17 Ottobre 2011 alle 18:51
Pino, ti ringrazio di cuore
la mia mail è: pavelo72@hotmail.com
Grazie
James 26 Novembre 2012 alle 12:46
My father also served in the GdF from 1935 to the early 1970s and he was in Albania during 1941/42. I wonder if they had met, as he was in Durres and Tirana.
Would love to find out more about my father and his war service, would you have any suggestions ?
Davide Batz 27 Novembre 2012 alle 10:25
Traduzione:
Anche mio padre fece servizio nella GdF dal 1935 sino ai primi anni ’70 e fu in Albania nel 1941/1942.
Mi chiedo se si potessero essere incontrati, dato che anche lui è stato a Durazzo e a Tirana.
Mi piacerebbe saperne di più su mio padre e sul suo servizio militare, avete qualche suggerimento?
Paolo 27 Novembre 2012 alle 10:32
Il Sig. James Jaku mi ha già scritto in privato e l’ho indirizzato affinchè anche lui riesca a ricostruire la storia del suo papà Santi Pietrafitta che pare abbia prestato servizio negli anni e nei luoghi di mio nonno