A Serramanna la Chiesa paga l’ICI
di 11 Gennaio 2012 19:18 Letto 6.692 volte9
Dopo alcune dichiarazioni presenti negli ultimi commenti al post di questo sito “Calcinacci sull’altare”, il nostro parroco della Parrocchia di San Leonardo, don Pes, ha voluto precisare che non è corretto fare di tutta l’erba un fascio.
Ci scrive infatti che “sarà anche vero che in tante parti d’Italia la Chiesa NON paga l’ICI. A Serramanna la Chiesa la paga. Come paga tutti gli altri tributi, quali la Nettezza Urbana, il Servizio dell’Acquedotto e Fognario“.
Di seguito la scansione dei bollettini pagati:
Commenta via Facebook
Antonio Conti via Fa 12 Gennaio 2012 alle 11:57
…. Bell'esempio …!!!!!!!!!!!!!!!!
0 Mi piace
giuseppina ortu 12 Gennaio 2012 alle 15:58
bravo cosi si fa lo paghiamo i propriettari di casa e giusto pure le chiesa paghi ,io tra l altro pago come seconda casa perche non abito a serramanna abito a milano per motivi di lavoro pago 500 euro d affitto quindi non ho altre case eppure devo pagare come seconda casa vi pare giusto
0 Mi piace
Andrea Mura 15 Gennaio 2012 alle 15:14
Un plauso alla trasparenza. Domanda: di quali immobili stiamo parlando?
0 Mi piace
Paolo 18 Gennaio 2012 alle 08:50
UNIONE SARDA 18 GENNAIO 2012
SERRAMANNA. Il parroco «Sempre pagata
Ici per immobili
della Chiesa»
Vedi la foto «Attendiamo la relazione tecnica dei Vigili del fuoco per valutare, d'intesa con il Comune, il da farsi». Per il parroco della chiesa di San Leonardo di Serramanna don Giuseppe Pes sono giorni di «disagi, perché sono costretto a dire messa lontano dall'altare maggiore, e di preoccupazione». «Ci recheremo in Curia col sindaco per concordare le procedure da seguire», spiega il sacerdote che, intanto, è intervenuto nel dibattito salito in paese dopo che da più parti si erano levate accuse verso la Chiesa, circa i privilegi sull'esenzione dall'Imposta comunale sugli immobili. «Colletta? Non bastano le innumerevoli agevolazioni fiscali? L'8 per mille? L'esenzione dalla prossima Imu e dalla precedente Ici? Le offerte per le prestazioni: messe, matrimoni, funerali battesimi e compagnia bella: senza fatture?», è uno dei commenti, sul sito internet A Serramanna , in seguito alla ventilata proposta di organizzare una questua per risolvere i problemi di infiltrazione nella bella parrocchia. «Sono d'accordo che la Chiesa per gli immobili non utilizzati a scopi pastorali, paghi l'Ici e io lo faccio», taglia corto don Pes.
Il parroco di Sant'Ignazio ha affidato il suo punto di vista al foglio informativo della parrocchia, e allo stesso sito internet A Serramanna . «In questi tempi di crisi si fa un gran parlare dei reali o presunti privilegi della Chiesa: qualche volta, se ci si preoccupasse di appurare la verità, si eviterebbe di fare di ogni erba un fascio», scrive don Pes che aggiunge, alle parole, i fatti sotto forma di copie dei bollettini di conto corrente postale dei versamenti Ici. Anno d'imposta 2009: 947 euro per aree fabbricabili. Anno 2010: 227 euro per altri fabbricati (probabilmente la casa parrocchiale) e 720 per aree fabbricabili. Anno 2011: 720 euro per aree fabbricabili. «Questi sono i versamenti effettuati da me, da quando sono in questa parrocchia, a nome della chiesa parrocchiale San Leonardo».
Ignazio Pillosu
0 Mi piace
davide btz 18 Gennaio 2012 alle 13:07
Grazie Paolo… e mitico don Pes, parroco di Sant'Ignazio 😉
0 Mi piace
lalla cilloco 21 Gennaio 2012 alle 22:49
signor pillosu…. al solito un po di confusione! parliamo di san leonardo e non sant'ignazio! inoltre visto alcuni link anche su facebook volevo dire a quelle persone che parlano senza conoscenze opportune: la chiesa paga tutte le bollette e tasse, il parroco si appoggia ad un gruppo di laici, tra cui mi onoro di partecipare, controlliamo tutti i conti della parrocchia, predisponiamo il bilancio preventivo e consuntivo, controlliamo tutte le pezze giustificative e vi assicuro che i nostri parroci( Don Pes e non solo ma precedentemente don Camboni e anche Don Cara), non nascondono nulla vengono inserite nelle entrate pure quelle poche monete delle offerte per le candele votive. la trasparenza sempre in primo piano, perciò prima di parlare….. informarsi
0 Mi piace
Grg Net via Facebook 23 Gennaio 2012 alle 20:35
l'arte della demagogia …
0 Mi piace
Paolo 30 Gennaio 2012 alle 22:50
UNIONE SARDA DEL 28 GENNAIO 2012 Provincia Medio Camp (Pagina 26)
DIETRO LE QUINTE. Il parroco di Serramanna controcorrente sull'imposta comunale
Giusto che la Chiesa paghi l'Ici . Don Pes: l'ho sempre fatto per i terreni della parrocchia
SERRAMANNA Il sentiero del buon contribuente è lastricato di tentazioni. Don Giuseppe Pes non ha mai ceduto: «Ho sempre pagato l'Ici per le proprietà non destinate al culto».
Il parroco di San Leonardo è andato oltre la timida apertura del cardinal Bertone («Il problema dell'Ici è particolare: da studiare e da approfondire») semplicemente per una questione di giustizia sociale. Sessantotto anni e quarantatré di sacerdozio, da anni fa convivere crocifisso e Ici senza particolari turbamenti: «Un sito internet ha pubblicato commenti falsi su un argomento di stretta attualità come il pagamento dell'imposta comunale sugli immobili da parte della Chiesa. Sarà pur vero che qualcuno tralascia, ma io no. E l'ho fatto presente».
Per quali proprietà?
«Un terreno acquistato quarant'anni fa per costruire la città dei ragazzi. Lì vorremmo far nascere il nuovo oratorio. È un'area edificabile, pago 720 euro».
Qualcuno le ha suggerito di soprassedere?
«No, e se me l'avessero consigliato li avrei mandati a farsi benedire. Non voglio fare il prete, voglio esserlo, comportarmi come tale. Se evado una tassa non sono furbo: frodo il resto della comunità. Se la Chiesa è proprietaria di un esercizio commerciale dal quale ricava un utile è giusto che paghi».
Cosa ne pensano gli altri sacerdoti?
«Tutti d'accordo i tredici parroci con cui sono a stretto contatto».
E l'arcivescovo Mani?
«Non abbiamo avuto l'occasione di parlarne».
Messe sempre meno frequentate: di chi è la colpa?
«Tra gli anta non c'è la diminuzione che invece riscontriamo tra i ragazzi. Forse anche tra i sacerdoti talvolta manca quell'intuizione che porterebbe a far recepire meglio il messaggio. Quando Madre Teresa parlò ai giovani a San Siro migliaia di loro l'applaudirono, magari se lo stesso discorso l'avesse fatto un altro l'avrebbero fischiato. Aveva un'autorevolezza tale da spingerli ad ascoltarla. Se tutti noi avessimo un certo carisma la fuga dalla Chiesa, se non del tutto bloccata, sarebbe perlomeno arginata».
Niente comunione ai separati: condivide?
«È vietata a quelli che dopo la separazione si sono rifatti una famiglia. Penso che sarebbe utile distinguere il peccato dal peccatore. Se una situazione è stata subìta, per esempio, sono favorevole a dare la comunione. Se però i nostri superiori ci danno un'indicazione, non possiamo ignorarla».
A Berlusconi è stato consentito ciò che viene negato a migliaia di persone?
«In base al diritto canonico Berlusconi poteva ricevere la comunione perché era separato anche dalla seconda moglie. Era opportuno? No, almeno secondo me».
La Chiesa è politicamente militante?
«Obiettivamente non lo so. Ho iniziato dopo il Concilio Vaticano II come vice in una parrocchia che era la sezione della Democrazia cristiana, come quasi tutte le altre. Quando mi hanno chiesto di allinearmi a questa mentalità ho detto no grazie. Non sono il prete dei verdi, oppure dei rossi o gialli. Sono il sacerdote di tutti e voglio restarlo. Sono stato compagno di banco dell'onorevole Luigi Cogodi e una volta ci siamo incontrati durante un dibattito. Si è avvicinato per salutarmi e la sala si è spaccata: i suoi amici sostenevano che si stesse per convertire, io sono stato accusato di essere comunista».
C'è una distanza tra i vertici della Chiesa e la base?
«Credo di sì. La stragrande maggioranza dei sacerdoti fa il proprio dovere, però la scollatura è evidente. Penso che i cambiamenti siano arrivati e arriveranno dalla base, anche senza gesti eclatanti. Faccio un esempio: condivido la sostanza della protesta di don Mario Cugusi dopo il trasferimento dalla Marina a Quartu, non il modo in cui l'ha portata avanti».
Quante volte ha indirizzato i voti dei fedeli?
«Mai. Rispondo che non è il mio ruolo dare quel tipo di indicazioni».
Avrebbe celebrato il funerale di Welby nonostante avesse scelto l'eutanasia?
«Se mi fossi lasciato condizionare dalle notizie apprese da giornali e tivù, avrei detto no. Molto spesso i media non dicono la verità, ma una verità. Però conoscendo le vere motivazioni forse avrei celebrato il funerale. Welby può essere assimilato a un suicida, e allora perché a tanti altri nelle sue condizioni viene accordato un regolare funerale? Quando morì Armandino Corona, notoriamente massone, perché gli fu garantito un funerale cristiano? Evidentemente lo si poteva fare».
Il celibato è un istituto medievale fuori dal tempo?
«No. Secondo me mantiene intatto il suo valore. La crisi delle vocazioni non è legata a questo. E neppure i casi di pedofilia. Quando è stato inaugurato il seminario di Cagliari eravamo 360 ragazzi: c'era la quantità e la qualità. Oggi manca la prima, e si cerca di sopperire abbassando la seconda».
Quant'è facile cadere in tentazione?
«Molto. Se sei serio con te stesso, devi rispettare le scelte che hai fatto».
Quanti hanno una compagna o un compagno nell'ombra?
«So che ci sono, non so quanti siano».
I preti pedofili sono eccezioni?
«Basandomi su ciò che conosco, posso dire che sono casi sporadici».
[email protected]
0 Mi piace