Azzurri – origine del colore della nazionale
di 29 Luglio 2012 13:13 Letto 39.754 volte0
L’azzurro è il colore dinastico dei Savoia, il colore nazionale italiano, ha origini remote. Nato per la devozione di Casa Savoia alla Vergine Maria. Le origini risalgono al 1366, quando Amedeo VI di Savoia, Conte Verde, volle sulla sua galera veneziana, nave ammiraglia di una flotta di 17 navi e 2000 uomini, che sventolasse, accanto allo stendardo rosso-crociato in argento dei Savoia, un grande scialle (bandiera) azzurro con una corona di stelle d’oro attorno all’immagine della Madonna per invocare “Maria Santissima, aiuto dei cristiani”. Scrive Luigi Cibrario, storico della monarchia :“Quell’ azzurro con l’immagine di Nostra Signora, in campo seminato di stelle d’oro, quel colore di cielo consacrato a Maria, simbolo del nostro colore nazionale. ».
foto: stendardo reale dei Savoia
Un po’ di storia
Nel 1572 le galere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro iniziarono a sventolare,oltre al vessillo sabaudo, il loro stendardo con la croce bianca trifogliata di San Maurizio, sovrapposta a quella verde biforcata di San Lazzaro. In seguito la bandiera sabauda si arricchì di quattro lettere(FERT) disposte intorno alla croce. In mare la bandiera sarda recava le lettere del motto sabaudo FERT, per distinguersi da bandiere simili (Malta, Danimarca). Il significato del motto non è del tutto chiaro; forse è un acronimo da Foedere Et Religione Tenemur, “(noi siamo tenuti insieme da un patto e di religione)” scritta che compare anche su monete antiche. Più probabile che si tratti dell’abbreviazione di FERTE’, parola arcaica francese che significa “fortezza d’animo fierezza “ oppure la derivazione da “Fortitudo Eius Rhodum Tenuit, frase che si riferisce ad una ipotetica difesa di Rodi nel 1310.
La stessa bandiera non subì variazioni sino al 1773 – 1780 ove iniziò a diffondersi l’azzurro. Durante l’occupazione francese del Piemonte, rimase solamente il Regno di Sardegna con la sola isola, le cui navi inalberavano la bandiera azzurra che portava nel quarto la croce rossa in campo bianco della Sardegna, circondata da quattro teste di moro. Il 15 aprile del 1848 Carlo Alberto decretava: ” le navi della marina mercantile e le navi da guerra inalbereranno quale bandiera nazionale, il tricolore ( verde- bianco e rosso)con lo scudo dei Savoia al centro bordato di azzurro, sormontato dalla corona per le navi da guerra”. Vessillo destinato a durare fino al 1946.
Cosi inizia a predominare l’azzurro di casa Savoia. Sempre in omaggio alla Vergine Santa, i nastri del Supremo Ordine della Santissima Annunziata, massima insegna cavalleresca italiana, erano di colore azzurro, così come sono azzurri i nastri delle decorazioni al Valor Militare (Medaglia d’Oro, d’Argento, di Bronzo e la Croce di Guerra ). Altresì gli ufficiali del Regio Esercito si distinguevano per la sciarpa azzurra portata ad armacollo da destra a sinistra. Distintivo attuale degli Ufficiali delle Forze Armate. Una tradizione nata fra gli ufficiali savoiardi il 10 gennaio 1572 con Emanuele Filiberto. La sciarpa azzurra diventò ufficialmente parte dell’uniforme e dell’Araldica del Regno d’Italia e l’azzurro entrò a far parte dei simboli dinastici dei Savoia nel Regno d’Italia.
foto a lato: bandiera di guerra della Marina del Regno d’Italia
La definizione “azzurri” delle squadre sportive nazionali italiane è derivata dal colore azzurro della maglia inizialmente adottato in onore dei Savoia. Durante il Regno d’Italia la maglia della nazionale era azzurra con lo scudo sabaudo sul petto. Con l’avvento della Repubblica, la maglia è rimasta azzurra. Si è tolto lo stemma sabaudo dal petto e dalla bandiera e noi siamo rimasti azzurri. La stessa cosa vale per l’olanda. La loro maglia è arancione nonostante la bandiera sia rossa bianca e blu. Si chiamano gli “orange” perchè il colore della famiglia reale olandese è l’arancione.
Sino al 1910, la nazionale adottò la maglia bianca con lo stemma di Casa Savoia. Il 6 gennaio del 1911 a Milano, fu deciso che la maglia per l’incontro contro l’ Ungheria ( persa dall’Italia per 1-0), il colore da utilizzare, sempre in onore dei Savoia, fosse l’azzurro della loro bandiera, al centro della quale vi era lo Scudo Sabaudo rosso con una croce bianca all’interno. Comunque, il colore fece subito presa e fin da allora i giocatori della Nazionale vennero chiamati Azzurri. Azzurri si chiamano anche oggi per tutti gli atleti che, dopo i calciatori, si trovarono a rappresentare l’Italia nelle varie discipline sportive, tranne che negli sport motoristici, dove il colore è il rosso. Dal dopoguerra fu considerato un simbolo patrio al pari della bandiera tricolore. Lo stendardo del Presidente della Repubblica, è bordato di blu,il colore che in araldica significa “ Legge e Comando”.
foto: stendardo del Presidente della Repubblica
Differentemente dalla bandiera, il colore azzurro non ha mai trovato sanzione ufficiale, tanto che ancor oggi non è univocamente associato all’immagine dell’Italia. Nell’Età Moderna l’area italiana è conosciuta con il colore verde, in contrapposizione al blu francese, al rosso inglese e al bianco tedesco.
I CENTO ANNI DELLA MAGLIA AZZURRA
6 gennaio 1911 – 6 gennaio 2011
Fu il 6 gennaio 1911 quando la Nazionale di calcio fece il suo esordio con la maglia color azzurro adottato in onore di Casa Savoia, il colore del campo dello stendardo in cui capeggiava lo stemma della casa reale. Sino a quel momento la squadra aveva giocato in completo bianco, un omaggio alla tenuta della Pro Vercelli, la squadra più forte del momento.
La Nazionale precedentemente aveva fatto il suo esordio nel 1910 contro la Francia, quel giorno l’esordio era avvenuto appunto in bianco. Il risultato fu di un abbondante 6-2 per l’Italia.
Si optò per un altro colore, il nero, voluto da Benito Mussolini, perché il colore del fascismo, usato solo in due occasioni durante il mondiale del 1938, contro Norvegia e Francia.
Poi sempre e solo Azzurro,
il colore ufficiale di qualsiasi nazionale italiana.
Fonti
- Piemonte sul mare; Pierangelo Manuele;
- www.rbvex.it;
- Principi marinai – Savoia( storie,curiosità e misteri sabaudi) – Pierangelo Manuele.