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Il Monsignore di Serramanna Giuseppe Mario Lepori

di Andrea Mura Letto 7.589 volte1

di Luigi Atzori

Religioso di grande umanità e intenso apostolato,una figura  di spicco del clero cagliaritano, conosciuto per il suo dinamismo  pastorale, sociale e giornalistico.

            Giuseppe Mario Lepori, nato  a Serramanna il  10 dicembre 1904 di Edoardo e  di  Priama Etzi, di agiata  famiglia  serramannese di agricoltori.  Dedito allo studio  fin da giovane; la famiglia,la scuola e la parrocchia  furono le prime istituzioni  che educarono il giovane. Entrò  in Seminario a Cagliari  nel 1915. Il 29 giugno 1927 fu ordinato sacerdote nel paese natale “ Serramanna” dall’Arcivescovo Mons. Piovella. Un trafiletto dell’ Unione Sarda del  1° luglio 1927 riporta  la notizia  della sua ordinazione sacerdotale.

 

            Il 12 marzo 1928,conseguì il dottorato in teologia. Mentre era studente, il 31 ottobre 1926, avvenne la devastazione della tipografia  “Il Corriere di Sardegna”,da parte dei fascisti,che impressionò l’opinione pubblica cagliaritana.

            Furono incaricati don Lay  Pedroni  e mons. Cogoni  a recuperare il materiale idoneo alla prosecuzione  per la stampa. Fu ricostruita  una piccola tipografia  intitolata a San Giuseppe, riprendendo l’attività giornalistica con un settimanale “ La Sardegna Cattolica”  e redattore del  settimanale fu incaricato  Lepori dal 1928 al 1947.

             A Cagliari collaborò con  Mons. Cogoni nella scuola privata  dell’Opera di San Lucifero” e nell’Oratorio  Parrocchiale della Chiesa di San Lucifero fondò la “Società Sportiva  Karalis”. Il 23 ottobre 1937 divenne Direttore  provinciale dell’Opera  Nazionale Assistenza  Religiosa e Morale  Operai (Onarmo).Nel 1938 conseguì la laurea  in Lettere  presso l’Università di Cagliari Il  30 settembre 1938 fu trasferito alla Parrocchia di San Lucifero come vice parroco di don Mosè Farci.

            Nel 1940 fu  arruolato  in qualità di Cappellano Militare . Il 1° dicembre 1940, rientrato a Cagliari venne nominato Rettore  della Basilica Mauriziana  di Santa Croce in Castello. Il 30  novembre 1941  divenne Cameriere Segreto  Soprannumerario  di Sua Santità Pio XII .

            Nel 1948 Mons.  Piovella  lo volle canonico onorario  del Capitolo Metropolitano  di Cagliari e conseguentemente  diventò  Monsignore. Nel 1957,  Mons. Botto  lo  inviò  parroco a San Lucifero,succedendo a don Mosè Farci.  Rimase in quest’Ufficio   fino al 1977. Durante il periodo di permanenza nella chiesa di San Lucifero, impegnò le sue migliori energie. Ricordiamo vari spetti della sua azione pastorale: ristrutturazione e abbellimento dell’antica chiesa,rivendicare le proprietà della basilica di San Saturnino alla parrocchia di appartenenza; costruzione della  casa canonica; organizzazione di una scuola materna.

            Fu Presidente  del Collegio dei Parroci urbani di Cagliari. Il 5 maggio 1962 Giovanni XXIII  lo nominò suo Prelato  Domestico. Nel 1987 celebrò il 60°  di ordinazione sacerdotale.

Mons. Lepori conseguì due lauree  percorrendo una carriera ecclesiastica  costellata di  incarichi prestigiosi. Giornalista ricordiamo  la sua collaborazione a  “Sardegna Cattolica”,”Quotidiano  Sardo” che diresse dal 1950 al 1957,corrispondente de “L’Osservatore  Romano” dal 1946 al 1977. Il suo impegno giornalistico culminò nel 1975, che gli venne attribuita la Stella D’Oro, massimo riconoscimento  della stampa cattolica. Era insignito di Cavaliere, Commendatore e Gran Croce, prima  nel periodo monarchico successivamente  nella Repubblica.

            Contemporaneamente all’impegno giornalistico sviluppò un’intensa  attività sociale a favore di P.O.A, Onarmo  e Pie Unioni formate da pescatori,braccianti e pastori. Il POA s’interessava  dell’assistenza religiosa  e sociale nei cantieri di lavoro e rimboschimento, come  il lavoro del Flumendosa, i cantieri ministeriali e regionali,centri di colonizzazione dell’Etfas, le Saline Contivecchi. Nella scuola di formazione negli anni 60 e 70, fu l’anima  nell’istituzione delle assistenti sociali figura preminente in una Sardegna  condizionata da disuguaglianze di ceti e di classi

            Nella personalità di Mons. Lepori, possiamo cogliere  quattro dimensioni: pastore d’anime,scrittore e giornalista,prete sociale  ed educatore di coscienze. La sua vita fu  protesa  a sviluppare  un progetto educativo finalizzato a formare coscienze civili e cristiane all’altezza dei nuovi tempi. Un uomo che non agì  mai per interesse  venale, populismo o ideologia, ma unicamente  sospinto da una visione  cristiana  dell’esistenza,per contribuire  con la sua opera  ad elevare  socialmente la comunità della Sardegna e considerare  l’amicizia  come uno dei valori essenziali della vita.

            Negli ultimi anni della sua sofferenza, quando non poteva più essere utile con la penna e con l’azione sociale, Mons. Giuseppe Mario  Lepori seppe affrontare  il declino fisico con silenziosa dignità. Per questi motivi egli merita di essere ricordato e additato come un sacerdote intelligente, generoso, degno di memoria.  E’ valso  qui rievocare la tempra intellettuale e spirituale e la vigoria “nel fare” di un sacerdote straordinario che rimane nella storia di Cagliari e di Serramanna. Un tumore  alla gola lo privò progressivamente  della voce. Morì a Cagliari   il 9 gennaio 1988.

 

            L’UCSI Sardegna ha celebrato, nel 2009,  il 50° anniversario della sua fondazione, ricordando   la figura del  fondatore, Mons. Giuseppe  Lepori, nella Basilica di San Saturnino, in piazza S. Cosimo, a Cagliari. Mons. Giuseppe  Lepori era, insegnante di lettere e di  religione all’industriale e  nei Licei Siotto-Pintor e Dettori  di Cagliari,  giornalista professionista: fu  Direttore  del “Quotidiano sardo” sino al 1958 e poi corrispondente de “L’Osservatore Romano”. Nel 1959 fondò la sezione sarda dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana. E’ stato definito “figura tra le più eminenti del clero sardo per un buon sessantennio”, di straordinaria esperienza pastorale e giornalistica”.

 

Il Comune  di Serramanna, farebbe bene  a inserire  il nome nella toponomastica  del paese, dedicando una piazza, una strada o un cippo tanto per onorarne il ricordo.

 

 Il poeta  Antonio Serra  di Serramanna ha composto e dedicato una sestina in sardu “al Monsignor Lepori” ,  ricordando l’amico Monsignore.

  

 

Monsigno Lepori, ai custa bidda

deu sciu ca issu  sempri ddi narada :

Serramanna istimada

Cun su veru  amori abisitendidda .

Canci teniat  parentis

amigus puru e medas connoscentis.

Ca non si fiat  de nèmus iscaresciu

beniada cuntentu  a ddus saludai;

è’t’ a ddus abisitai

onorendu su logu  ki ddiat  cresciu.

Su mannu Monsignori,

digniamenti  cad di teniad ‘amori.

E’ ‘t’ finas oi  ddu rigordu  ancora

ca dd’apu connottu  a giovuneddu :

à Parrucu  in Casteddu

in Cresia ,de Sant’Anna Protettora.

E’ ‘t’ po medas annus poi,

narat Missa in s’aziènda  de Su Loi.

E’ in sa Cresia  de ddi nai  modella

ki a Sant’Efis  ddu bianta bessendi;

sendi a Nora  partendi

a su tempus  de Monsignor Piovella.

Ca Peppeddu, reggiada

Sa Parrocckia  ki su Santu biviada

(Antoni Serra)

13 gennaio 2010

 

Fonti:

Tratto da un articolo di  Mons. Tonino Cabizzosu – Archivio Diocesano CAGLIARI.

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Commenti (1)

  1. Grazie a Luigi Atzori; un bell'articolo, come sempre

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