Il Monsignore di Serramanna Giuseppe Mario Lepori
di 22 Ottobre 2012 10:46 Letto 7.589 volte1
Religioso di grande umanità e intenso apostolato,una figura di spicco del clero cagliaritano, conosciuto per il suo dinamismo pastorale, sociale e giornalistico.
Giuseppe Mario Lepori, nato a Serramanna il 10 dicembre 1904 di Edoardo e di Priama Etzi, di agiata famiglia serramannese di agricoltori. Dedito allo studio fin da giovane; la famiglia,la scuola e la parrocchia furono le prime istituzioni che educarono il giovane. Entrò in Seminario a Cagliari nel 1915. Il 29 giugno 1927 fu ordinato sacerdote nel paese natale “ Serramanna” dall’Arcivescovo Mons. Piovella. Un trafiletto dell’ Unione Sarda del 1° luglio 1927 riporta la notizia della sua ordinazione sacerdotale.
Il 12 marzo 1928,conseguì il dottorato in teologia. Mentre era studente, il 31 ottobre 1926, avvenne la devastazione della tipografia “Il Corriere di Sardegna”,da parte dei fascisti,che impressionò l’opinione pubblica cagliaritana.
Furono incaricati don Lay Pedroni e mons. Cogoni a recuperare il materiale idoneo alla prosecuzione per la stampa. Fu ricostruita una piccola tipografia intitolata a San Giuseppe, riprendendo l’attività giornalistica con un settimanale “ La Sardegna Cattolica” e redattore del settimanale fu incaricato Lepori dal 1928 al 1947.
A Cagliari collaborò con Mons. Cogoni nella scuola privata dell’Opera di San Lucifero” e nell’Oratorio Parrocchiale della Chiesa di San Lucifero fondò la “Società Sportiva Karalis”. Il 23 ottobre 1937 divenne Direttore provinciale dell’Opera Nazionale Assistenza Religiosa e Morale Operai (Onarmo).Nel 1938 conseguì la laurea in Lettere presso l’Università di Cagliari Il 30 settembre 1938 fu trasferito alla Parrocchia di San Lucifero come vice parroco di don Mosè Farci.
Nel 1940 fu arruolato in qualità di Cappellano Militare . Il 1° dicembre 1940, rientrato a Cagliari venne nominato Rettore della Basilica Mauriziana di Santa Croce in Castello. Il 30 novembre 1941 divenne Cameriere Segreto Soprannumerario di Sua Santità Pio XII .
Nel 1948 Mons. Piovella lo volle canonico onorario del Capitolo Metropolitano di Cagliari e conseguentemente diventò Monsignore. Nel 1957, Mons. Botto lo inviò parroco a San Lucifero,succedendo a don Mosè Farci. Rimase in quest’Ufficio fino al 1977. Durante il periodo di permanenza nella chiesa di San Lucifero, impegnò le sue migliori energie. Ricordiamo vari spetti della sua azione pastorale: ristrutturazione e abbellimento dell’antica chiesa,rivendicare le proprietà della basilica di San Saturnino alla parrocchia di appartenenza; costruzione della casa canonica; organizzazione di una scuola materna.
Fu Presidente del Collegio dei Parroci urbani di Cagliari. Il 5 maggio 1962 Giovanni XXIII lo nominò suo Prelato Domestico. Nel 1987 celebrò il 60° di ordinazione sacerdotale.
Mons. Lepori conseguì due lauree percorrendo una carriera ecclesiastica costellata di incarichi prestigiosi. Giornalista ricordiamo la sua collaborazione a “Sardegna Cattolica”,”Quotidiano Sardo” che diresse dal 1950 al 1957,corrispondente de “L’Osservatore Romano” dal 1946 al 1977. Il suo impegno giornalistico culminò nel 1975, che gli venne attribuita la Stella D’Oro, massimo riconoscimento della stampa cattolica. Era insignito di Cavaliere, Commendatore e Gran Croce, prima nel periodo monarchico successivamente nella Repubblica.
Contemporaneamente all’impegno giornalistico sviluppò un’intensa attività sociale a favore di P.O.A, Onarmo e Pie Unioni formate da pescatori,braccianti e pastori. Il POA s’interessava dell’assistenza religiosa e sociale nei cantieri di lavoro e rimboschimento, come il lavoro del Flumendosa, i cantieri ministeriali e regionali,centri di colonizzazione dell’Etfas, le Saline Contivecchi. Nella scuola di formazione negli anni 60 e 70, fu l’anima nell’istituzione delle assistenti sociali figura preminente in una Sardegna condizionata da disuguaglianze di ceti e di classi
Nella personalità di Mons. Lepori, possiamo cogliere quattro dimensioni: pastore d’anime,scrittore e giornalista,prete sociale ed educatore di coscienze. La sua vita fu protesa a sviluppare un progetto educativo finalizzato a formare coscienze civili e cristiane all’altezza dei nuovi tempi. Un uomo che non agì mai per interesse venale, populismo o ideologia, ma unicamente sospinto da una visione cristiana dell’esistenza,per contribuire con la sua opera ad elevare socialmente la comunità della Sardegna e considerare l’amicizia come uno dei valori essenziali della vita.
Negli ultimi anni della sua sofferenza, quando non poteva più essere utile con la penna e con l’azione sociale, Mons. Giuseppe Mario Lepori seppe affrontare il declino fisico con silenziosa dignità. Per questi motivi egli merita di essere ricordato e additato come un sacerdote intelligente, generoso, degno di memoria. E’ valso qui rievocare la tempra intellettuale e spirituale e la vigoria “nel fare” di un sacerdote straordinario che rimane nella storia di Cagliari e di Serramanna. Un tumore alla gola lo privò progressivamente della voce. Morì a Cagliari il 9 gennaio 1988.
L’UCSI Sardegna ha celebrato, nel 2009, il 50° anniversario della sua fondazione, ricordando la figura del fondatore, Mons. Giuseppe Lepori, nella Basilica di San Saturnino, in piazza S. Cosimo, a Cagliari. Mons. Giuseppe Lepori era, insegnante di lettere e di religione all’industriale e nei Licei Siotto-Pintor e Dettori di Cagliari, giornalista professionista: fu Direttore del “Quotidiano sardo” sino al 1958 e poi corrispondente de “L’Osservatore Romano”. Nel 1959 fondò la sezione sarda dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana. E’ stato definito “figura tra le più eminenti del clero sardo per un buon sessantennio”, di straordinaria esperienza pastorale e giornalistica”.
Il Comune di Serramanna, farebbe bene a inserire il nome nella toponomastica del paese, dedicando una piazza, una strada o un cippo tanto per onorarne il ricordo.
Il poeta Antonio Serra di Serramanna ha composto e dedicato una sestina in sardu “al Monsignor Lepori” , ricordando l’amico Monsignore.
Monsigno Lepori, ai custa bidda
deu sciu ca issu sempri ddi narada :
Serramanna istimada
Cun su veru amori abisitendidda .
Canci teniat parentis
amigus puru e medas connoscentis.
Ca non si fiat de nèmus iscaresciu
beniada cuntentu a ddus saludai;
è’t’ a ddus abisitai
onorendu su logu ki ddiat cresciu.
Su mannu Monsignori,
digniamenti cad di teniad ‘amori.
E’ ‘t’ finas oi ddu rigordu ancora
ca dd’apu connottu a giovuneddu :
à Parrucu in Casteddu
in Cresia ,de Sant’Anna Protettora.
E’ ‘t’ po medas annus poi,
narat Missa in s’aziènda de Su Loi.
E’ in sa Cresia de ddi nai modella
ki a Sant’Efis ddu bianta bessendi;
sendi a Nora partendi
a su tempus de Monsignor Piovella.
Ca Peppeddu, reggiada
Sa Parrocckia ki su Santu biviada
(Antoni Serra)
13 gennaio 2010
Fonti:
Tratto da un articolo di Mons. Tonino Cabizzosu – Archivio Diocesano CAGLIARI.
Paolo 22 Ottobre 2012 alle 11:55
Grazie a Luigi Atzori; un bell'articolo, come sempre
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