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I “biddunculi” di Serramanna e “is casteddaiusu”

di admin Letto 8.067 volte11

di Paolo Casti

Tutt’oggi i numerosi pendolari che da Serramanna si recano a Cagliari per motivi di studio o di lavoro, molto spesso si sentono appellare con disprezzo da colleghi o compagni di scuola, con un ampio ventaglio di epiteti spregiativi: “biddaius”, “biddunculus”, “gabbillus”, “gaurrus”, “gaggius” se non addirittura “peddizzonisi”, sono i preferiti per chi arriva dallo sconosciuto mondo de “is biddas”.

Numerosi detti, buoni per ogni occasione, ruotano intorno a paesi e cittadine più o meno remote intorno al capoluogo. I cagliaritani ignorano però, soprattutto le nuove generazioni, che negli anni delle bombe e dello sfollamento i loro nonni hanno pagato cara questa atavica superbia.

Cagliari, durante la seconda guerra mondiale fu bombardata, e dopo il febbraio del 1943 iniziò lo sfollamento e la città diventò praticamente deserta; migliaia di persone (45.000 secondo alcune stime) abbandonarono la città cercando rifugio nei piccoli paesini, in alloggi di fortuna. La popolazione di Cagliari era, a quel momento, di circa 105.000 abitanti, e tra febbraio e marzo abbandonarono la città almeno 70.000 persone.

Lo sfollamento mise in contatto i sardi delle città e i sardi dei paesi come mai prima era avvenuto nella storia dell’isola. Per la gente dei paesi ci fu inizialmente la curiosità nel venire a contatto con mentalità, abitudini, modi di vivere più “moderni”, ma i rapporti che si stabilirono furono diversi: a volte conflittuali, contrassegnati da atteggiamenti di “superiorità” e spirito di rivincita nei confronti dei “cittadini”, altre volte amichevoli.

Quando i “cittadini” si trovarono lontani dalle loro case ed assediati dalla fame si trovarono nella condizione di rivolgersi proprio ai “biddunculi” o “biddaiusu” che fossero, per cercare di acquistare da loro olio, farina, formaggio e nella maggior parte dei casi si videro opporre uno sguardo diffidente se non ostile, e fecero i conti con la temuta risposta “nossi, non di teneusu”.

Ridotte a cibarsi di cipolle e cavoli, ma senza rinunciare al loro orgoglio (“s’azza”) di cittadine, le signore e signorine di “Casteddu Mannu”, trovavano magro conforto nello sprezzo con cui consideravano l’inopportuna e pretenziosa eleganza delle mogli e delle figlie dei ricchi possidenti del paese, pochi per la verità.

Sappiamo per certo che alcune giovani sfollate, invitate per una “grande occasione” diedero il meglio di sé nello spettacolo de “s’arrutroxia”; a Serramanna i più anziani, o meglio le più anziane, ricordano ancora con sorriso beffardo e soddisfatto “s’arrutroxia” di una impettita ed agghindata “dama casteddaia” in “su straccosciu de Su Stradoni” (l’attuale Via Roma, allora Via Cagliari).

Fonti:

“A Mustazzu stampaxinu, femina biddanoesa. Raccolta familiare di detti cagliaritani” di Mureddu Bruno [Editore: Scuola Sarda – 2003]

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Commenti (11)

  1. Paolo, la prima foto inserita nell’articolo è fatta in paese con ripresa la scuola di P.zza Gramsci? Ottimo articolo, come sempre.

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    1. si esatto, all’altezza di Piazza Gramsci. Grazie per aver apprezzato 🙂

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  2. Che bella foto…. le facce mi risultano familiari…. chissà se le persone immortalate vorranno commentare…

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    1. Loredana… commentare? speriamo più che altro che non mi chiamino o mi scrivano per chiedermi di rimuovere la foto in applicazione della normativa sulla privacy…

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  3. Mia nonna raccontava sempre delle famiglie cagliaritane che andavano a bussare il portone di casa per chiedere latte,pane,formaggio e qualche pezzo di carne… diceva: ” sannorasa in pelliccia, ma a bottinusu stampausu”; sua mamma ha sempre aiutato queste persone in difficoltà che in cambio le regalavano oggetti di ogni tipo, ad esempio la stoffa di un paracadute (col quale mia nonna ha confezionato il suo vestito da sposa) o un grande posacenere in ghisa che mia mamma tiene in bella mostra in giardino 🙂

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  4. Un’articolo stupendo, non sapevo tutte queste cose….

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  5. Mi sa proprio che lo leggerò tutto…veramente interessante!!

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  6. articolo molto bello! mia madre me ne aveva parlato 🙂

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  7. bravo paolo

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  8. mi risulta che anche la famiglia di PIERO ROLLO campione d’italia pesi gallo e d’europa sia stato sfollato a SERRAMANNA. addirittura giocava portiere nella squadra di calcio…. confermi?

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