Aias non paga i dipendenti
di 10 Gennaio 2013 23:18 Letto 2.164 volte0
IL CASO. Nei centri di Guspini, Sanluri, Sardara, Serramanna, Villacidro
Da settembre novanta lavoratori senza stipendio
L’ultimo stipendio è arrivato a settembre, poi più nulla. Neppure un acconto sulla tredicesima per rendere meno triste il Natale. Una situazione estremamente penalizzante quella dei dipendenti Aias del Medio Campidano. In tutto 90 lavoratori impegnati nei cinque centri della Provincia: Guspini , Sanluri , Sardara , Serramanna , Villacidro . Educatori, autisti, infermieri, ma anche terapisti della riabilitazione e operatori socio sanitari da oltre cinque anni costretti a sopportare e denunciare il notevole ritardo della busta paga, anche di tre o quattro mesi rispetto alla maturazione del diritto. E ora rischia anche l’azienda agricola di Villanovafranca che produce frutta per l’associazione della famiglia Randazzo.
ESUBERI A preoccupare i dipendenti, le forze politiche e sindacali, c’è anche l’annuncio che l’azienda avrebbe fatto di 160 esuberi in tutta l’Isola: 6 di questi interessano il Campidano. Per l’esattezza: tre fisioterapisti nella sede di Sanluri e tre in quella di Villacidro. «Per noi», dice la segretaria confederale della Cgil, Caterina Cocco, «sta diventando difficile seguire da vicino il problema. Da quando abbiamo rifiutato di siglare il contratto integrativo, un accordo capestro che penalizza i lavoratori, siamo stati estromessi da tutto. Persino la quota sindacale dei nostri iscritti non viene trattenuta sullo stipendio. Continueremo a sollecitare l’assessorato regionale per un tavolo tecnico e i sindaci dei 28 Comuni del Campidano per un incontro con l’Azienda sanitaria di Sanluri». Ricorda che a decretare lo stato di emergenza dell’Aias contribuisce il ritocco da parte della Regione del budget delle prestazioni che la Asl paga. «Meno fondi», aggiunge Cocco, «meno prestazioni a discapito dei malati e dei lavoratori».
ASL 6 Sindacati e operatori Aias puntualizzano: «Bisogna riconoscere che le prestazioni effettuate nei cinque centri sono state regolarmente pagate dalla Asl 6, nei tempi previsti». Il timore è che in futuro il nuovo Patto aziendale, obbligato a fare i conti con la riduzione della spesa, possa incidere sulle risorse destinate ai sofferenti mentali autosufficienti e non, in particolare anziani e bambini. «Inutile nascondere: le difficoltà e i rischi ci sono», fanno sapere dalla Asl. «Resta la speranza che la Regione confermi i trasferimenti sufficienti per rispondere ai bisogni reali».
ASSOCIAZIONI Assieme ai malati soffrono i volontari che, uniti in associazioni, danno una mano a tanti disabili. «A dicembre del 2009 ad Arbus», spiega la presidente di Famiglie insieme, Felicina Virgilio, «l’Associazione per l’assistenza spastici ha chiuso le porte, dopo oltre 20 anni di attività nella cittadina. Si disse per questioni finanziarie. Ci fu la promessa di riaprire, ma sino ad oggi vediamo soli i disagi dei pazienti per raggiungere Villacidro, dove sono stati trasferiti. Soprattutto i ragazzi che, impossibilitati a conciliare gli orari della scuola con quelli del pulmino, rinunciano alle cure». Il dramma dei piccoli è legato anche al cambio continuo dello specialista di neuropsichiatria. «In due anni», prosegue Virgilio, «si sono alternati sei medici. Abbiamo evitato il settimo dopo ripetute proteste».
Santina Ravi – L’Unione Sarda del 09/01/2013