Secondo bandito incastrato dal dna: ha lasciato le sue tracce in una casa disabitata
di 24 Gennaio 2013 12:24 Letto 2.681 volte0
Nuovi sviluppi nelle indagini sulla rapina messa a segno il 4 gennaio scorso al Banco di Sardegna di Serramanna. È stato arrestato con l’accusa di rapina aggravata in concorso Mario Costantino Musina, 28 anni, residente a Orgosolo, stesso paese del suo complice Francesco Pira, 23 anni, bloccato mentre tentava la fuga con il bottino.
IL BLITZ IN BANCA Erano le 16 del 4 gennaio quando la filiale del Banco di Sardegna è stata presa d’assalto da tre banditi armati e mascherati che sono riusciti ad introdursi nell’istituto di credito, superando la porta di sicurezza, e ad impossessarsi di 56 mila euro e a rinchiudere nel bagno dieci persone, tra impiegati e clienti, prima di darsi alla fuga. Ma, poco dopo sono stati raggiunti dal maresciallo Gloria Mercurio e dal carabiniere Daniele Pinna, i quali sono riusciti a bloccare Francesco Pira, che aveva con sé il bottino, mentre i due complici avevano fatto perdere le loro tracce. Alcuni giorni dopo la rapina in caserma si era presentata una persona per denunciare che in una casa disabitata di sua proprietà in via Oberdan avevano sfondato la porta d’ingresso. Al suo interno, dove aveva trovato rifugio uno dei rapinatori, i carabinieri hanno recuperato numerosi reperti, che sono stati inviati al Ris.
L’ARRESTO «Le nostre indagini, dopo l’arresto di Francesco Pira, non sono mai state interrotte. Ad inchiodare il giovane la prova del Dna recuperato da numerosi reperti trovati subito dopo il colpo», afferma il maggiore Gianluca Puletti, comandante della Compagnia di Sanluri. E così si è arrivati all’identificazione di Mario Costantino Musina, che è stato arrestato ad Orgosolo. Un arresto movimentato, il giovane era in un bar del paese quando è stato ammanettato. Il provvedimento è stato richiesto dal sostituto procuratore Emanuele Secci e firmato dal giudice delle indagini preliminari Giovanni Massidda.
Un’indagine vecchio stile, come l’ha definita il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Davide Angrisani. «È stato un lavoro investigativo che ha visto coinvolti la compagnia di Sanluri, il comando provinciale di Nuoro, le stazioni di Orgosolo e Serramanna e il Ris». Dai reperti trovati subito dopo la rapina è stato recuperato un profilo di Dna che è stato messo a confronto con quello di alcuni sospettati. Tutti personaggi vicini a Pira, tra questi proprio Mario Costantino Musina. Il prelievo per la prova comparativa è stata effettuata la scorsa settimana e i risultati sono arrivati pochi giorni fa. Risultati che non hanno lasciato dubbi, tanto che la Procura ha chiesto e ottenuto il provvedimento restrittivo». Le indagini adesso proseguono per individuare l’ultimo rapinatore.
G. P. Pusceddu – L’Unione Sarda del 24/01/2013