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Bea, la randagia campionessa di agility dog

di Davide Batzella Letto 1.999 volte0

Da randagina a campionessa dell’agility dog. È la storia, a lieto fine, di Bea, una piccola meticcia di 10 mesi, componente di una cucciolata nata sotto un ponte della provinciale Serramanna – Serrenti, che ha visto cambiare la sua esistenza di futura randagia, che già da alcuni giorni di vita il destino le aveva riservato, nel momento in cui i volontari dell’associazione il Randagino di Serramanna l’hanno raccolta assieme ai suoi fratellini, curati e dati in adozione.

«La storia di Bea è emblematica di come una cagnetta sfortunata possa avere un’esistenza felice se solo trova chi si occupa con amore di lei», racconta Rosanna Spano, presidente dell’associazione Il Randagino. La fortuna di Bea sono Savio Murgia e Cristina Montis, marito e moglie entrambi serramannesi, che l’hanno accolta in casa e che ora sono ripagati dell’affetto («Bea è affettuosissima», dicono) con gli allori raccolti nelle manifestazioni di agility dog. «Bea, che è seguita da Francesca Cadeddu della scuola Rayssa Agilità Team, ha partecipato per ora a cinque gare e in due occasioni si è piazzata al primo posto e nelle altre tre è stata seconda», dicono Savio e Cristina, il papà e la mamma di Bea, abilissima e agilissima nei percorsi fra paletti, ostacoli e tunnel che esegue con una naturalezza che lascia stupiti. «Provando», garantiscono i suoi proprietari, «gioia per le sue imprese».

La sua bacheca di trofei si arricchisce sempre di più. «Questa è la riprova che anche un cane non di razza, senza nessun pedigree, può dare gioie e soddisfazioni a chi lo cura con amore», sottolinea Rosanna Spano che dieci mesi fa, assieme ai colleghi del Randagino, aveva raccolto la cucciolata partorita da Giorgia, «una randagia che sfamiamo e che chiamiamo spiritosamente iena ridens, perché ci sorride ma non si fa mai toccare». Bea non ha nulla di speciale: ha solo trovato l’effetto che spetta a ogni cane. «I cani per noi non hanno razza, sono cani e basta», dice ancora Rosanna Spano, che suggerisce: «quando si decide di prendere un cane in casa non scegliete, fatevi guidare da loro, dall’istinto perché anche un bastardino può regalare tanta gioia»

I. Pillosu – L’Unione Sarda del 27/03/2013

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