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«Nessuna intesa per le trivelle». I sindaci: non consentiremo la compromissione del territorio

di Davide Batzella Letto 2.797 volte1

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SANLURI «No alle trivelle nel Medio Campidano». È un no corale e convinto quello dei 14 sindaci del territorio contro le trivellazioni delle lobby del petrolio e del gas naturale. Compatti nell’assumere una posizione forte e comune contro questo tsunami silenzioso. Pronti a utilizzare le armi istituzionali e reagire, fosse solo per il via libera a livello diagnostico. Punto di partenza è dire chiaro e tondo all’assessorato regionale dell’Industria che non intendono siglare un’intesa con le società interessate: la Saras, la Tosco Geo e la Geoenergy.

LA REGIONE « Villacidro – dice il sindaco Teresa Pani – è il Comune più coinvolto: l’esplorazione, infatti, abbraccia il 60 per cento del territorio. Siamo veramente indignati e in rivolta contro questo disegno criminale, purtroppo in corso, destinato a sottrarre al paese ogni altra occasione eco-compatibile, fondata sulla valorizzazione del patrimonio identitario e condiviso». Spiega che molte delle terre da perforare sono gravate dagli usi civici, altri ricadono in aree d’interesse comunitario e sotto la tutela paesaggistica. «Giovedì – aggiunge – sono certa che il Consiglio sarà unanime nel bocciare la proposta». Tutti accusano la Regione. «A parte la doverosa difesa dei nostri beni ambientali, archeologici, delle risorse minerarie e dei bacini idrografici – commenta Rossella Pinna di Guspini -, è vergognoso che questi progetti cadano dall’alto, senza un minimo di preavviso e di coinvolgimento. La Regione, piuttosto che invitarci all’intesa, farebbe bene a dotarsi di un Piano energetico per poi informarci di quanta energia si consuma e di quanta se ne produce».

LA STORIA Non manca chi guarda al passato e si dice pronto a dare battaglia. «La problematica è vecchia – ricorda Alessandro Collu di Sanluri -. Nel 2008 il Consiglio comunale, su richiesta della Regione, si era espresso a favore di Igia, progetto di ricerca idrocarburi liquidi e gassosi. Oggi diciamo no, perché un conto è conoscere le potenzialità del sottosuolo, altro piazzare impianti, utili soltanto agli imprenditori per fare cassa». Ribadisce che «questa volta non ci sarà alcuna delega in bianco». La paura deriva dalle troppe concessioni, per ciascuna più piattaforme e, sopra ogni piattaforma, decine e decine di pozzi. Uno stop senza se e senza ma, arriva da Arbus . «Di buchi nel suolo – ricorda Franco Atzori – ne sono state fatti troppi. Molti abbandonati a se stessi. Ora basta».

LE RISORSE «Siamo titolari- precisa Giuseppe Garau (Sardara) – di concessione mineraria per l’acqua termale. Le trivelle da poco hanno trovato nuove falde acquifere e, mentre siamo in attesa di una legge che regoli il termalismo, arriva la richiesta di ulteriori concessioni: è inammissibile». Teme rischi e pericoli per i cittadini Sergio Murgia di Serramanna. «In una conferenza di sevizi – ricorda il sindaco – siamo stati i soli ad esprimerci in senso negativo. La motivazione è chiara: non avendo aderito ad Abbanoa, l’acqua potabile nelle case arriva da otto pozzi artesiani che si trovano nell’area del Rio Leni, proprio la zona interessata alle trivelle. È facile intuire i danni che le trivellazioni potrebbero arrecare».

I CITTADINI «Sì o no – precisa il sindaco di Collinas , Franco Cannas- sarà il paese a dirlo. Sull’argomento è prevista un’assemblea pubblica. Terremo conto della volontà dei giovani e non degli anziani: il futuro è loro». Telegrafico quanto perentorio Gianni Cruccu di San Gavino : «Trivellare? Non se ne parla neppure. Proprio adesso che si sta procedendo a verificare le problematiche legate alla fonderia, sono gli stessi cittadini pronti a ribellarsi».

LE INCERTEZZE «Quando capiremo se ci saranno e quali saranno i benefici – incalza Enrico Pusceddu di Samassi – diremo la nostra. Intanto nessuno tocchi una terra che vive di agricoltura». Così Italo Carrucciu di Lunamatrona : «Sino ad oggi nessuna comunicazione ufficiale è arrivata in Comune. Ci esprimeremo su dati certi e benefici assicurati. Sicuramente non a scatola chiusa».

Santina Ravì – L’Unione Sarda del 15/07/2013

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Commenti (1)

  1. BASTA USURPARE LA SARDEGNA

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