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Casar assume 500 lavoratori per la raccolta

di Davide Batzella Letto 5.452 volte1

Quattrocento assunzioni alla Casar. Con l’apertura, giovedì scorso, della più grande industria di trasformazione del pomodoro in Sardegna, arriva una boccata d’ossigeno per l’occupazione in un territorio ormai allo stremo per colpa della crisi.

Lo storico stabilimento conserviero ha aperto i battenti per trasformare i primi ottomila quintali della stagione provenienti dall’Oristanese (dove è concentrato il grosso della produzione) e dal triangolo Serramanna-Samassi-Serrenti, dove quello che due decenni fa era considerato l’“oro rosso” della campagna e che adesso torna a prendere piede.
«Siamo all’inizio della campagna di lavorazione», commenta con legittima soddisfazione Giovanni Muscas, l’imprenditore villacidrese a capo del gruppo Isa che ha acquistato qualche anno fa anche la Casar (clicca qui per leggere l’articolo sulla Casar), azienda leader nel settore per quanto riguarda il mercato italiano di alta qualità.

Per ora i lavoratori impiegati sono un centinaio: venti per turno circa. «Entro domani saranno definite tutte le assunzioni e con la lavorazione a regime arriveremo a cinquecento lavoratori», aggiunge Muscas.  Cinque i turni (quattro in servizio più uno a riposo) che si alternano per coprire le ventiquattr’ore di lavorazione nelle linee di produzione alla Casar.

Agnese Marongiu, serramannese, è una delle lavoratrici stagionali della Casar. «Mi trovo molto bene: il lavoro è impegnativo ma è ben pagato», dice Agnese Marongiu addetta, ormai da molti anni, «alle etichettatrici».

I. Pillosu – L’Unione Sarda del 12/08/2013

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