Furono solo dei Martiri
di 31 Agosto 2013 14:14 Letto 3.496 volte1
Nella notte tra il 17 e 18 giugno 2011, accadeva un increscioso fatto di vergognoso vandalismo: un grave sfregio al Monumento ai Caduti di Serramanna; qualcuno, con un oggetto contundente, colpiva la base dell’asta porta bandiera riducendola a pezzi (clicca qui per leggere l’articolo e vedere le foto).
Il nostro bel Monumento, di calcare di Gonnesa dello scultore G. M. Sartorio, (clicca qui per informazioni sul monumento) posizionato nella Piazza dei Martiri, dal 1922, quasi a presidio della stessa piazza. “L’offesa è ancora presente”. Questa è una iniziativa che per diversi motivi, per ragioni fortemente sentite e condivise da tanti serramannesi, che in gran coro chiedono il rispetto della memoria dei nostri EROI ; la memoria che non è affidata esclusivamente ai soli documenti ma è affidata anche alle giornate celebrative che col tempo ricordano il glorioso atto di fede e d’onore che Essi hanno compiuto per la Patria .
Il tempo non cancella. La memoria dei nostri Eroi è sempre viva. Soldati che hanno combattuto per i grandi valori e i simboli della Patria , per gli ideali della libertà e che si sono immolati come “martiri della guerra”. Lasciando a noi quella sacra eredità di custodi della loro immortalità.
Perché abbandonato questo Monumento ?
E’ stato un gesto che può essere considerato , senza senso , ma rivela il disprezzo per quel luogo simbolo che rappresenta l’Istituzione, la Patria e la memoria dei Nostri Eroi.
Dobbiamo far si che il senso civico prevalga sul mal costume, dobbiamo partecipare a sorvegliare i beni della comunità affinché certi gesti non si ripetano più. Un luogo simbolo come il Monumento ai Caduti non può essere trascurato o dimenticato e in tempi difficili come quelli in cui stiamo vivendo, in cui la perdita di punti di riferimento sembra essere diventata la normalità.
Auspico che l’Amministrazione comunale possa farsi carico di risistemare, al più presto, lo sfregio e che si attivi a dare concretezze sull’accaduto, in quanto non deve essere tutta la comunità a pagare il conto dei danni causati da uno squilibrato.
“ …. Non è vero che è dolce morire per la Patria.
Lo ha detto un grand’ uomo antico ;
ma non è vero; è letteratura.
Morire è terribile ; è la cosa più terribile che ci sia;
e non importa se c’è una ragione o l’altra di morire ,
o non c’è nessuna ragione ;
resta lo stesso la cosa più terribile…..”.
( Vittorio G. Rossi )
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