«La Casar traina l’economia del Campidano»
di 14 Agosto 2013 12:34 Letto 3.012 volte0
Grandi movimenti, a Serramanna, attorno allo stabilimento della Casar (clicca qui per leggere l’articolo dedicato alla Casar). «L’industria di trasformazione del pomodoro ha aperto i battenti la scorsa settimana per la lavorazione», dice il sindaco di Serramanna Sergio Murgia, direttore dell’Associazione regionale produttori ortofrutticolo (Arpos), «dei primi 8-10 mila quintali». Gli autocarri carichi di pomodoro varcano i cancelli della storica conserviera e nella zona si respira un clima di fiducia.
«La Casar, anche se le produzioni rispetto al passato sono calate, rappresenta un riferimento importante per l’economia di Serramanna e del territorio», conferma Murgia che segue molto da vicino la stagione di raccolta dell’“oro rosso”. Quattrocento stagionali (oltre ad alcune decine di operai fissi) e un indotto che vive sugli autotrasportatori e sui lavoratori impegnati, nei campi, sulle macchine raccoglitrici.
I numeri del pomodoro “made in Serramanna” sono di tutto rispetto. «Siamo all’inizio della raccolta ma le premesse sono buone: il prodotto è di buona qualità e anche il caldo delle ultime settimane non ha fatto danni perché il pomodoro è protetto da una buona vegetazione», dichiara Giovanni Muscas, l’imprenditore di Villacidro a capo del Gruppo Isa che ha trasformato la Casar in «un fiore all’occhiello del Gruppo».
Tracciabilità e qualità certificata: ecco i capisaldi della Casar, punta dell’iceberg di un settore che, specifica ancora Sergio Murgia, «si regge nel 2013 su 375 ettari coltivati, 90 dei quali nella zona di Serramanna e Samassi dove nuovi soci hanno ripreso a coltivare il pomodoro con fiducia e impegno». Un mese (22, 24 giorni lavorativi): tanto durerà la campagna del pomodoro 2013, che dovrebbe portare dentro la fabbrica serramannaese 290 mila quintali di prodotto.
I. Pillosu – L’Unione Sarda del 13/08/2013