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L’animale cucciolo e l’uomo bestia

di Davide Batzella Letto 3.639 volte0

di Maria Porceddu

uomo-cane-1.-E.C.

È su “L’Unione Sarda” del 15 agosto scorso, a pag. 26 (clicca per leggere “Cane impiccato salvato da un ragazzo”). Nel leggere la notizia, ho sentito un brivido di freddo lungo la schiena. Un cucciolo appeso ad un albero con una corda al collo che gli consente ancora gli ultimi accelerati fremiti di vita.

Immaginando quella scena e il ghigno beffardo dell’individuo che si allontana soddisfatto, ho pensato con disgusto anche ad altre atrocità, ad altre perversioni che le vicende quotidiane, purtroppo, registrano con sempre maggiore frequenza.

Il cucciolo, stavolta, ce l’ha fatta grazie al tempestivo intervento di un “cucciolo d’uomo” che lo ha liberato dal cappio. A lui va il plauso da parte di tutti coloro che amano e rispettano la vita, sia quella umana, sia quella di qualunque essere vivente.

Ma vado oltre il fatto indegno e mi chiedo: “Perché questa malvagità e questa violenza?”. Parlo da persona che vive dall’interno il problema della difficile convivenza coi cani e so che non è certo a questi che se ne può addebitare una qualche responsabile consapevolezza. Per tanti anni la mia famiglia ha vissuto in casa con 7 cani, come in un “canile diffuso”. Abbiamo cercato di far capire alla responsabile della situazione, con tutti i mezzi che la legge ci consentiva di sfruttare, il disagio creato, sia a noi che a tutti coloro che con i cani entravano in collisione. Ma chi doveva intendere non ha inteso. Come è finita? Purtroppo a svantaggio degli animali: chi ha avuto meno scrupoli o più rabbia dentro, ha avvelenato i cani più fastidiosi ed esuberanti. Chi è dunque, se non direttamente il responsabile, almeno l’istigatore di questo atto di vendetta?

Voglio approfittare di questo ulteriore sfregio ai danni di un cane per spezzare una lancia a favore e a protezione degli animali. Invito, perciò, la Presidente dell’associazione “Il Randagino” a riunire tutti gli iscritti per spiegare loro (mi si perdoni il verbo, ma credo che sia proprio quello più esplicito) che i primi e più pericolosi nemici degli animali sono spesso proprio i loro padroni: infatti, con le loro insensate e assurde pretese di difesa di diritti che i cani non sospettano minimamente di avere, non intervengono per limitarne le scorrerie più esasperate e l’invadenza più distruttiva dell’ambiente nel quale l’uomo vive. Il risultato è noto a tutti: l’individuo di pochi scrupoli si fa giustizia sommaria da sé rispondendo all’arroganza dei padroni con l’arroganza dei vigliacchi. Chi, dunque, è dalla parte degli animali?

A buon intenditor…

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