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Elogio della Vendemmia

di Davide Batzella Letto 2.791 volte0

di Elena Fadda

vendemmia

La lavorazione della vite comporta impegno, pazienza e dedizione.

Dopo mesi di lavoro, in primavera il vitigno si accende alla vita con le sue gemme, che diventano rami dalle foglie trilobate, sui quali timidamente germogliano i fiori che diventeranno frutti. Durante tutta l’estate si assiste alla maturazione dei grappoli che lentamente si colorano sotto i raggi del sole della nostra amata Sardegna.

Ogni annata è sempre diversa, il sole, la pioggia, il vento, l’umidità, gli insetti, fattori determinanti, tanto quanto e ancor più del lavoro dell’uomo e la sua tecnologia.

La stagione estiva 2013, con le piogge di maggio e giugno ed il sole caldo di luglio e agosto, preannunciava nel suo evolversi un’ottima annata, sia in termini di quantità che di qualità.
Il repentino calo delle temperature nei primi giorni di settembre ha brevemente interrotto quel processo perfetto di sviluppo e maturazione, subito ripresosi con il nuovo sole estivo, presente ancora oggi, e con il buon maestrale che, alternatosi coi venti più caldi, ha spazzato via il pericolo di malattie e muffe.

Ed ecco che a partire dalla seconda decade di settembre si aprono le danze, al via la vendemmia! La terra ed i suoi frutti sono portatori di vita e di speranza, sono il nostro futuro, dalla terra dipendiamo, tutti dovremo dedicargli più attenzione e rispetto.

Il lavoro è duro, chini con la schiena ricurva, un pò “appiccicaticcio”, con il sole, talvolta il vento, qualche nuvola d’intanto, ma la fatica è smorzata dai colori, dai profumi, dall’allegra compagnia degli amici, e dai sapori. Si, dai sapori, perchè un morso dissettante all’uva dorata durante la raccolta è un piacere di un’armonia sottile.

Nel Campidano, in un passato non molto lontano, la coltivazione della vite, la raccolta delle uve e la trasformazione in vino hanno caratterizzato l’attività agricola di un territorio, rappresentavano uno dei pilastri dello sviluppo economico di Serramanna.

Ricordi di un tempo che non c’è più.

Quella esperienza, ormai storia, continua a tramandarsi in tutti quei produttori, agricoltori od hobbisti, che con passione coltivano le proprie vigne. Ed ecco che a settembre vediamo transitare per le strade rimorchi di uve che brillano al sole, oppure mezzi cassonati che trasportano quei recipienti in acciaio, nuovi d’acquisto o, come fortunatamente ancora qui accade, presi in prestito da amici o conoscenti, che andranno a contenere il mosto per farsi vino, ed ancora vediamo qualche grande tino nero che, seppur fissato ad un portapacchi, pensi possa rotolare a terra. E resti prima incredulo, poi divertito, quando a non molta distanza da te, ne vedi veramente uno rotolar giù, proprio come mi è capitato quest’anno di osservare insieme a delle persone care. Nessun ferito, nessun danno, resta il ricordo di una sana risata.

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La vendemmia è la raccolta dell’uva, è l’intenso odore del mosto, dolce e acre insieme, ma cio che più di essa mi incanta, è quel suono particolare “tic.tic.tic.tic” poi una pausa e poco dopo riprende ancora ed ancora lo stesso “tic.tic.tic.tic.tic.” di quella che in lingua sarda è detta “sa prenza”, ovvero la pigiatrice a mano. Quel ticchettio inconfondibile, che qualche volta puoi ascoltare camminando per strada dinanzi ad un ingresso aperto, o ancora puoi sentirne entrare il suono in casa dalla finestra accompagnato da una leggera brezza semi autunnale che annuncia la fine dell’estate.

Profumi e suoni apparentemente insignificanti, ma che lontano da qui non potremo sentire. Se li ascolti dal profondo puoi cogliere l’emozione della vita in movimento, del lavoro nobilitante della terra, della dignità stessa del lavoro, e puoi percepirne il valore aggregante, sentire il calore dell’amicizia, perchè a quel ticchettio si accompagna un vociare di persone, lavoratori, amici o conoscenti che stanno insieme.

Quegli stessi amici che ora si riposano a vendemmia conclusa, attendono di poter brindare insieme col vino novello, non ancora maturo ma che promette di essere veramente gradevole.

Via | aziendatrudu.altervista.org

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