50 anni di barba e capelli al Salone Schirru
di 15 Novembre 2013 17:57 Letto 7.126 volte1
A far affascinare Franco-bambino dal barbiere erano stati inizialmente i giornalini da leggere presenti nel salone dove andava, come ha rivelato con simpatia lo stesso Franco mentre raccontava la sua vita lavorativa. Poi, più grande, decise che quello sarebbe stato il mestiere che avrebbe imparato e da cui si sarebbe guadagnato da vivere.
Iniziò a lavorare nel 1954 da Paolo Serra, in via Roma, un po’più dietro di dove è situato ora il suo salone. Furono i primi quattro anni di attività lavorativa; tra prove e controprove, tagli e controtagli.
Dal 1958 si trasferì a Cagliari e lì vi stette sino al 1961. Lavorò in via 20 Settembre, da Matteo Curcio, napoletano, assieme ad altri quattro apprendisti, tra cui il padre di uno dei La Pola, lo stesso che ha ora il salone alla stazione di Cagliari. L’esperienza a Cagliari fu importante per la formazione di Franco e fu arricchita da tre mesi trascorsi in piazza Repubblica.
Nel 1961 rientrò a Serramanna per sostituire Giulio Soddu, che era dovuto partire militare. Il salone era in via Serra, angolo via Garibaldi.
Franco dovette però interrompere l’attività nel luglio del 1962, per partire militare. In realtà non la interruppe del tutto, visto che continuò a fare il barbiere anche da militare (vedasi foto). Veniva pagato 150 L al giorno, più 1 L a presenza. “Forse il periodo in cui ho guadagnato di più” – ci scherza Franco.
Rientrato a Serramanna nell’ottobre del 1963 aprì l’attività nel salone di via Roma, di fronte a piazza Venezia, nello stesso locale dove ancor oggi continua a lavorare assieme a suo figlio Fabrizio, di cui si dirà tra poco. In quegli anni Fabrizio non era ancora nato e, nonostante tra il 1964 e il 1968 ad aiutarlo c’era Salvatore Virdis, gli altri anni Franco rimase da solo a mandare avanti l’attività.
Franco racconta come in cinquant’anni di attività si sia assentato al massimo sei/sette giorni in tre volte e sempre per malattia. All’epoca i tempi di lavoro erano notevolmente diversi. Capitava di lavorare dalle 8 del mattino sino a mezzanotte/l’una… A volte anche sino alle tre del mattino. La pausa pranzo nel retrobottega, appena poteva. Franco Ricorda che una notte di Natale chiuse alle 5 del mattino, per poi finirla a giocare a carte con clienti e amici, un bel civraxiu per rifornirsi di energia ed ecco che ricominciava a lavorare anche il giorno dopo. Sino al 1968 si lavorava anche la domenica.
Tra i vari episodi racconta di quella volta che, negli anni ’60, tagliò i capelli a una cinquantina di bambini del collegio, tutti in una sera.
Dal febbraio 1995 il figlio Fabrizio, appena diciottenne, iniziò ad avvicinarsi al salone. Più che di avvicinamento si trattò di un vero e proprio apprendimento. Prima di prendere in mano le forbici Fabrizio dovette restare alcuni mesi a osservare attentamente il lavoro del padre.. Dopo aver dovuto interrompere l’apprendimento per via del servizio di leva, Fabrizio iniziò a inserirsi sempre più nell’attività, imparando sempre meglio il mestiere, a sentire entrambi, essi non smettono mai di imparare (Fabrizio racconta ad esempio di come cerca sempre di aggiornarsi anche tramite internet, osservando e imparando nuove tecniche). Nel 2007, dopo aver frequentato per cinque anni –senza mai smettere di lavorare – un corso per parrucchiere uomo e donna, Fabrizio rilevò l’attività del padre Franco.
“Il barbiere per i clienti è come il confessionale del prete” – dice Franco, raccontando meglio i suoi anni di lavoro..Ora il salone è quindi a nome di Fabrizio ma Franco continua tutt’oggi a lavorare per aiutare il figlio e anche perché, comunque, fare questo lavoro gli è sempre piaciuto e gli piace ancora. Gli piace il dialogo con le persone, lavorare a contatto con la gente, sentire i loro sfoghi, discutere di sport (quando ci son le partite c’è sempre il televisore acceso opportunamente sintonizzato) e spesso anche di politica. Gli stessi motivi per cui questo lavoro piace anche a Fabrizio, persona estremamente socievole
Un aspetto che colpisce è quello di vedere interi passaggi di generazioni sedersi su quei sedile. Addirittura da Schirru va ancora la prima persona a cui Franco, quand’era ancora apprendista, fece la barba. Si tratta di Umberto Frongia, lo stesso che è stato premiato alla Pazzieggiata di quest’anno come più anziano ad aver terminato la camminata.
Ora Franco, come detto, continuerà ad andare in salone per aiutare il figlio, con nella tasca del grembiule il suo pennello portafortuna, lo stesso che aveva cinquant’anni fa.
Nel 2014 farà sessant’anni di attività. Nel frattempo festeggia i cinquant’anni del salone. Cinquant’anni di barba, capelli e tanti ricordi.
Alessandro F. 17 Novembre 2013 alle 11:22
E’ una delle attività di Serramanna che viene tramandata di padre in figlio, segno di una passione che continua.
L’attesa per il taglio leggendo le riviste, le discussioni di sport tra i clienti, le radiocronache delle partite importanti del Cagliari e non solo; i fatti di vita vissuta del nostro paese.
Per me sono buoni ricordi che tengo ben impressi.
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