Allevatore di Serramanna perde 153 animali: onda del Leni ha colpito il gregge
di 21 Novembre 2013 17:46 Letto 6.259 volte3
Riportiamo un articolo uscito su L’Unione Sarda del 21 novembre 2013, dove l’inviato Andrea Piras racconta il tragico episodio che ha colpito Daniele Muscas, allevatore di Serramanna che ha perso 153 pecore, di cui alcune gravide che avrebbero partorito uno o due agnelli.
Rio Leni, onda maledetta
Serramanna, allevatore rischia la vita lanciandosi in acqua per salvare il suo gregge dal fiume in piena. Morti 153 animali.
di Andrea Piras (inviato de L’Unione Sarda)
Sorride appena, prima che il suo viso ricada nella smorfia del dolore che l’attanaglia da lunedì sera. Gioisce guardando le due pecore che uno zio ha appena trovato, stanche, esauste e impaurite, in un boschetto di eucalipti non lontano dalle sponde del rio Leni, il fiume maledetto che in un attimo ha inghiottito il gregge, massacrando decine e decine di animali. Restituendone, alla fine, una manciata. «Una strage, di centonovanta pecore me ne sono rimaste trentacinque. Anzi, trentasette, con queste due».
I PERICOLI. Daniele Muscas, allevatore di 34 anni, padre di un bimbo di dieci, ha rischiato la vita per salvare i suoi animali. Quando l’altro pomeriggio l’onda di piena ha investito il gregge che brucava lungo l’argine, alla confluenza del rio Leni e del rio Mannu fino a quel momento tranquilli, non ci ha pensato due volte a gettarsi nell’acqua gelida, tra i flutti, per acchiappare le pecore, salvarne il più possibile. Lì, in quello spicchio del Medio Campidano risparmiato fino a quell’istante dal ciclone che stava mettendo a dura prova l’Isola, il maltempo non aveva creato grossi problemi. «Sarà stata l’una e un quarto, non di più. Avevo raggiunto il gregge per accompagnarlo all’ovile e accudirlo, come si fa sempre nel pomeriggio. Non ho fatto a tempo a sentire il suo ruggito un’onda gigantesca ha investito le pecore portandosele via, trascinandole nel letto del fiume diventato un torrente in piena».
LE SCELTE. I pensieri del giovane pastore di Serramanna non ammettevano dubbi, incertezza. Non potevano dialogare col sentimento della paura. C’erano le pecore, da salvare. C’era quel capitale e quella ricchezza costati anni di sacrifici da preservare. «Dovrò ricominciare, non sarà facile. C’è il danno immediato, facile da quantificare legato alle pecore morte, ma anche quello, ancora più grosso, degli agnelli che da qui a poco sarebbero nati. Il latte che non potrò mai mungere e poi vendere», racconta Daniele Muscas che mentre getta gli occhi sul greto del rio Mannu tornato asciutto dopo i giorni della piena, sembra svestirsi dei panni del pastore per indossare quelli dell’imprenditore.
IL MASSACRO. Centocinquantatrè le pecore uccise dalla piena. «Pecore gravide, ognuna avrebbe partorito uno o due agnelli. Credo che quell’onda mi abbia rubato, in pochi secondi, almeno settantamila euro tra il valore degli animali, degli agnellini, di quei trentamila litri di latte che non potrò mai più vendere. Non sono riuscito a far molto, dentro il fiume. Ho agguantato tre, quattro pecore ma la corrente era forte e non potevo resistere più di tanto nell’acqua. Fortunatamente sono accorsi mio zio Angelo e i miei cugini Massimo e Paolo. Siamo tutti allevatori e tra noi la solidarietà è un dovere non scritto. Non so se ce l’avrei mai fatta senza di loro». Strappato alla furia dell’acqua, Daniele Muscas ha riguadagnato la sponda del fiume assassino.
LA SPERANZA. Non era finita. «A piedi ho camminato tra is Arriu e Golena, sono arrivato fino a Villasor nella speranza di ritrovare gli animali, magari le pecore che da sole fossero scampate alla morte. Macché, ho solo visto alcune carcasse bloccate tra le canne. È stato zio Angelo a recuperare una trentina di capi vivi. Da lì dovrò ricominciare. Non sarà facile. So che anche questa è la vita del pastore, la vita che tutto sommato mi sono scelto».
Daniele 27 Novembre 2013 alle 22:19
Grazie a tutti x la solidarieta’ dimostratami…spero di riuscire a risollevarmi anche se non sara’facile….ma sono abituato a lottare e lottausu….un detto sardo dice (su chi no boccidi , affottiada)…non bisogna mai arrendersi…
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Paolo Casti 28 Novembre 2013 alle 11:19
in bocca al lupo Daniele!
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Dino Caboni 41 30 Novembre 2013 alle 19:56
…Dici bene!…La vita che ti sei “scelto” non è facile come si potrebbe pensare…Daniele! …La tua fierezza…La fa sembrare tale…Specialmente quando dici che, da li ricominci…non hai mai smesso! Hai rischiato la vita per le tue pecore!
Solo un Pastore può dire “SEMPLICEMENTE”
Tutto sommato è la vita che mi sono scelto!
Ti auguro che la tua forte volontà a “ricominciare”
ti ripaghi per un”lavoro” …Ora sappiamo…Non facile!…ma se così non fosse,che Sardo saresti?
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