Ricordi di un passato….prossimo. Storia di un amministratore comunale per caso
di 19 Settembre 2014 18:32 Letto 6.065 volte2
Maria Porceddu, giova ricordarlo ai più per una lettura più consapevole, è stata il primo Sindaco donna di Serramanna (e unico Sindaco donna che il Comune abbia mai avuto).
Assessore Comunale per dieci anni, dal 1980 al 1990, è stata Sindaco dal 1993 al 1997, impegnandosi soprattutto nell’area della Cultura e nei Servizi Sociali.
In questo racconto, suddiviso in tre parti per comodità di lettura in accordo con la scrivente, Maria Porceddu ripercorre gli anni della sua attività politica. Si tratta di una testimonianza preziosa che permette, a chi quegli anni li ha vissuti, di ricordare alcune iniziative particolari o alcuni determinati episodi e consente a chi, come me, in quegli anni era troppo piccolo o non ancora nato, di ripercorrere un pezzo della storia del proprio paese.
Sono tante le persone che hanno messo e mettono tuttora a disposizione parte del proprio tempo per occuparsi della cosa pubblica e leggere racconti di testimonianze dirette come questa non può che essere valutata positivamente.
Ringrazio quindi Maria Porceddu, sia per l’impegno profuso in quegli anni, sia per aver voluto condividere questi ricordi con chi avrà il piacere di leggere.
(A. Mura)
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di Maria Porceddu
RICORDI DI UN PASSATO… PROSSIMO
Storia di un amministratore comunale per caso
A Marino
che ha sempre testardamente creduto in me
e ha supplito con ammirevole abnegazione
alle mie tante assenze “casalinghe”
Ai miei figli
perché sappiano che uso ho fatto
del tempo che ho loro sottratto
A Lucia
che in una conversazione del luglio 2014,
un anno lontano dai fatti riferiti,
mi ha convinta a scriverne
… e anche a me
che ho avuto la forza di non cedere mai
alla tentazione di mollare: gli impegni si onorano!
Sono ormai gli ultimi giorni dell’anno scolastico 1979–80. Il tempo, decisamente estivo, fa pregustare il primo bagno al Poetto, spiaggia cara a noi Cagliaritani che ancora non sospettiamo quale disastro ambientale ce la cancellerà, forse per sempre, tra qualche decennio. Questa spiaggia che, se la guardi al mattino quando il sole s’affaccia all’orizzonte, ti appare sconfinata, questo mare dalle sfumature di colori indescrivibili, questo fondale ondulato su cui sfrecciano i pesciolini trasparenti, brillanti, dagli occhietti neri, prede imprendibili per i bambini, mi fanno venire in mente i versi del Metastasio: «Dovunque il guardo giro, immenso Dio, ti vedo: nell’opre tue t’ammiro, ti riconosco in me» (Arie, XXVI).
Per fortuna, questa spiaggia, alla fine di questo anno scolastico 1979–80, c’è ed io ne sto parlando con alcuni amici e colleghi, pregustando, come ho detto, la frescura corroborante del primo bagno.
Sono in casa e, ad un certo punto, suonano alla porta. Sono alcune persone, che non conosco se non di vista, col sindaco Giuseppe (noto Pepe) Zucca.
Faccio memoria, velocemente: siamo in campagna elettorale per le comunali, perciò li accolgo dicendo: «Volete parlare con Marino! Accomodatevi, ve lo chiamo subito».
«Veramente, vorremmo parlare con te». «Con me? Qualche problema legato alla scuola?». «No, no! Vogliamo chiederti la disponibilità ad accettare la candidatura come indipendente nella nostra lista». «Non se ne parli nemmeno! Non mi sono mai occupata di questi argomenti; non credo di avere la stoffa adatta!». «Noi riteniamo di sì. E comunque, si fa esperienza: ci sono i compagni già esperti!». «Nemmeno per sogno! No. Mi dispiace. Non voglio farvi perdere tempo». «Noi torneremo, pensaci!». «Ho già deciso, scusate. Vi saluto» e lascio a Marino, nel frattempo intervenuto, il compito di accompagnarli.
Rientro nel gruppo di amici e tutti a darmi addosso: il collega preside, notoriamente di sinistra, mio marito (mai iscritto ad alcun gruppo politico) notoriamente uno spirito libero che, però, mi fanno pensare: «Ma tu guarda…! Quanto mi stimano! E quanta fiducia hanno in me!». A distanza di tempo, riflettendo sull’accaduto, sospetto che quell’incontro, giudicato sempre casuale per parlare, tutt’al più, di vacanze agognate, fosse una perfetta sceneggiatura “ad hoc” per convincermi ad accettare la proposta del P.C.I.. E, alla fine, ha la meglio Marino. Infatti, battendo sul mio punto sensibile, mi dice: «Tu ti intendi di scuola e puoi dare un valido aiuto in tal senso».
E dopo aver detto “no” per tre volte, accetto.
Per me è come un salto nel buio: entro in crisi di identità e paure di tutti i generi mi sconvolgono, cosciente come sono che, a cinquant’anni quasi, mi ritrovo ad affrontare un mondo e una società totalmente sconosciuti. Perdo il sonno e, quando arriva il momento della campagna elettorale porta a porta, vorrei nascondermi.
Che cosa posso promettere agli elettori se non impegno e onestà?
Vengo eletta, perché sostenuta dal P.C.I. che ci tiene molto alla mia presenza. Di questi tempi, le donne in politica sono pochine: ma, è giusto sottolinearlo a loro merito, i Comunisti contano su di me. Del resto, anche da un punto di vista puramente formale, costituisco un elemento prezioso di novità: donna, figlia del proletariato, eppure laureata e insegnante di scuola media, perciò conosciuta e stimata (consentitemi di dirlo) da molte famiglie serramannesi.
È fatta! Il sindaco neo–eletto, Tore Nocco, mi affida un incarico che io ritengo prestigioso: sarò Assessore alla Pubblica Istruzione (P.I.) alla Cultura e ai Servizi Sociali (era il 1980)
Non so se essere più lusingata che preoccupata. Mi tranquillizza il fatto che, per le materie assegnatemi, nessuno ha da recriminare, come invece mi pare di capire per altre (per esempio Lavori Pubblici e Settori Economico e Finanziario). Questo mi tranquillizza: potrò proporre e realizzare le iniziative che riterrò più utili per la Comunità. Sì, ma che cosa posso fare, io, per la Scuola, che procede da sempre secondo regole ministeriali? E che cosa sono i Servizi Sociali? Credo di non saperlo bene nemmeno io, anche se, indubbiamente, non li confondo con i più conosciuti “servizi pubblici” (e qualcuno già mi chiede se ho intenzione di proporre l’avvio di un servizio di trasporto pubblico come a Cagliari!).
Ma ormai, il dado è tratto: io faccio parte della Giunta Comunale e darò, almeno di questo sono sicura, il mio contributo secondo le mie capacità e la mia onestà.
Però non è facile. Tornano a galla tutte le mie paure di inadeguatezza, di ignoranza delle procedure amministrative, del mio temperamento riservato e restio alle “mischie” le quali, come mi viene raccontato dagli “anziani”, sono specifiche di queste riunioni dove, spesso, ha la meglio chi resiste alle contrapposizioni e ribatte con ostinazione, minacciando dimissioni immediate.
Ma io so (questo è il mio punto forte) di non voler fare la “bella statuina” in “s’aposentu bonu”, né di mirare all’immagine effimera di “prima (nel senso di numero ordinale) donna” della Giunta Comunale che tanto inorgoglisce certi Comunisti del tempo. E comunque, diciamo che, effettivamente, nessun altro gruppo politico, finora, ricordava che l’umanità è composta di uomini e di donne. La prima presenza femminile in Consiglio Comunale, sempre nel Gruppo del P.C.I., risale alla serramannese Vitalia Zucca (legislatura 1975–80, sindaco: Giuseppe Zucca). È giusto, quindi, riconoscere al P.C.I. serramannese questa apertura mentale che ci fa crescere tutti come Comunità e ci consente di uscire definitivamente dal Medioevo della politica.
Dunque, “io” faccio parte della Giunta e sono decisa a svolgere il mio ruolo. Le paure, la timidezza, la mia naturale pacatezza all’improvviso scompaiono e, di fronte agli “anziani” della politica che discutono citando i numeri delle leggi senza specificarne l’argomento, sbotto di brutto: «Ma insomma, la volete smettere di dare i numeri? Io non riesco a seguire, mentre ho il diritto di capire per poter intervenire e dare il mio contributo!». Non batto il pugno sul tavolo (non ne ho la forza) e non scatto in piedi (le gambe mi tremano e non mi sorreggerebbero). Silenzio di tomba e bocche spalancate per l’inattesa, irruenta interruzione.«Oltre i numeri, specificate il contenuto delle leggi che citate!». Questo è il preciso istante in cui nasce, ufficialmente e operativamente, l’assessore–donna alla P.I., alla Cultura e ai Servizi Sociali del comune di Serramanna.
Ricopro l’incarico per due legislature (10 anni, dal 1980 al 1990) ponendo valide premesse per il mio futuro incarico di sindaco (4 anni, dal 1993 al 1997).
Se penso che in pianta organica (Personale in servizio) il comune di Serramanna non ha ancora le figure indispensabili per garantire i nuovi servizi di cui io dovrei occuparmi, beh! devo proprio dire che, intanto, l’Amministrazione fa miracoli.
Infatti, possiamo contare sulla collaborazione preziosa e generosa di “esperti” locali come:
FLAVIANO ORTU, col quale organizziamo tante manifestazioni, compresa una mostra di foto antiche, oggi custodite nella biblioteca comunale, che poi, nel 2009, saranno utilizzate per la pubblicazione di un album, “In Serramanna”;
FRANCO PUTZOLU, amico carissimo, sempre pronto a darci idee, disegni, vignette per i nostri eventi culturali;
CLELIA FRONGIA, la futura titolare dei Servizi Sociali del Comune, con la quale anch’io ho occasione di andare in giro per il paese per convincere gli Anziani ad esporre i loro capolavori artigianali. Impegno che diventerà appuntamento annuale per la futura associazione.
Di molti altri “volontari”, in questo momento, la mia memoria capricciosa mi nasconde i nomi ma posso assicurarvi che l’esercito dei pionieri è nutritissimo. Pochi i soldi, poco il personale in servizio, ma molte le idee e moltissimo l’entusiasmo!
Sono tante le iniziative e i servizi garantiti in questi dieci anni. I Serramannesi imparano presto ad apprezzare anche i servizi (sociali!!!) che non sono necessariamente o primariamente legati all’agricoltura o ai lavori pubblici. «C’esti de fai sa coneta de bia Sardegna prim’ ‘e pensai a i’ gitasa!» borbottano gli ultimi nostalgici, mentre i diffidenti si insospettiscono: «Ma custusu no anti mai pensau a sa pobera genti…?!». E così, quando per la prima volta organizziamo un soggiorno gratuito a Tonara con tanto di precedenza per i meno abbienti, questi snobbano l’iniziativa col commento: «Custusu si nci pòtanta a unu corratzu e si lassanta senz’ ‘e papai!». Conclusione: i 20 anziani iscritti, soprattutto donne (siamo sempre prime!), non appartengono certo alle classi meno abbienti! Ma i patti, soprattutto quelli scritti in delibera, sono sacri. L’anno successivo è il pienone! La gente incomincia a prenderci sul serio.
Tra le iniziative più qualificanti c’è l’avvio di un corso per la formazione di assistenti geriatriche, in collaborazione con don Vasco Paradisi e con la nostra concittadina Rosetta Putzolu. Anche questo provoca un certo malumore: «Ma come?! Gli amministratori del P.C.I. attivano contatti con gente di chiesa?!». Sì! E anche questo, mi piace dirlo, è un mio successo. E i Comunisti di Serramanna si riavvicinano, non dico a Dio dal quale non si sono forse mai allontanati, ma ai Suoi rappresentanti in terra. Il Sindaco incomincia a partecipare alle solennità religiose o invia un suo rappresentante («Bai tui, Maria, ca scisi ita fai») e le due metà della società serramannese si riunificano. Alla conclusione del corso di formazione professionale, promuoviamo la costituzione di una cooperativa femminile alla quale, ancora oggi, il Comune affida il servizio di assistenza domiciliare agli anziani. Me ne occupo personalmente, perciò ricordo bene la gentilezza e la magnanimità della dott.ssa Grilletti, il notaio che redige l’atto, che dice: «Aiutiamo le donne!» e non chiede alcun compenso. In questo periodo, non mancano le diatribe con le cooperative “non locali” concorrenti e con l’Assessorato regionale che contestano l’affidamento diretto, senza bando, alla “nostra”. L’abbiamo sempre spuntata motivandolo come una necessità di garantire ai nostri anziani la vicinanza affettiva del loro stesso tessuto sociale. Insomma, difendiamo il nostro territorio e la sua gente! Questa cooperativa, la S.A.S., gestisce anche il servizio mensa e pulizia dei locali nella colonia di Arborea, una struttura ereditata dal Patronato Scolastico, dove, ogni estate, organizziamo le vacanze estive per i ragazzi, mentre per i bambini delle ultime classi delle scuole elementari programmiamo, in paese, attività ricreative per impegnare il loro tempo libero. Oggi la colonia non è più nostra.
I primi mesi di vita della nuova Giunta sono piuttosto duri: il segretario comunale va in pensione e dobbiamo cavarcela con i vari segretari “a scavalco” dei Comuni vicini. Appena è possibile, si espletano i concorsi per l’assunzione dell’assistente sociale e del bibliotecario, le due figure professionali indispensabili per garantire la continuità dei servizi, che ormai fanno parte dei programmi annuali dell’Ente.
Intanto, anch’io mi rendo conto che la mia presenza al fianco degli operatori non può essere limitata ai ritagli di tempo, né, del resto, posso pensare di penalizzare gli alunni con le mie assenze seppure giustificate. Perciò, d’accordo con Marino, nel 1982 dopo 30 anni di servizio, lascio l’insegnamento.
Gli appartenenti alla popolazione scolastica, in questo periodo, “sanno” chi sono il sindaco e l’assessore alla P.I. perché il nostro rapporto con loro è costante: hanno fiducia in noi perché constatano che, nei limiti delle disponibilità finanziarie e di tempo, ci sentiamo impegnati a risolvere i problemi che, nella Scuola, non mancano mai. E non sempre sono dovuti a carenze prettamente scolastiche. Ed eccone uno: un gruppo di bambini, delle classi elementari soprattutto, che hanno bisogno di terapie riabilitative e devono raggiungere il centro AIAS di Cagliari, al Poetto, lo fanno con un pullman dell’Associazione che passa a prenderli a casa, nei giorni fissati, dopo aver raggiunto tutti i vari comuni interessati. Disagi e stanchezza anche per i genitori accompagnatori e poi il rientro a casa: una “via crucis” che, nella migliore delle ipotesi, annulla i benefici della terapia precedente. Come si può ovviare a tanto strazio? Mettiamo a disposizione dell’AIAS uno spazio dell’edificio scolastico, scarsamente utilizzato, ed ecco fatto: le terapie… si trasferiscono a Serramanna! Un piccolo sacrificio per i Docenti che devono rinunciare alla sala per le riunioni, un grandissimo beneficio per i bambini e le loro famiglie!
La società serramannese cresce, e non solo numericamente, e con lei crescono i problemi sociali.
Il diffondersi dell’uso di sostanze stupefacenti coinvolge un gran numero di giovani che devono raggiungere Cagliari per sottoporsi alla terapia sostitutiva col metadone. Il Servizio Sociale copre le spese di viaggio, ma non siamo convinti della bontà dell’intervento e abbreviamo le distanze. D’accordo col prof. Alessandro Tagliamonte, il farmacologo responsabile del Servizio Tossicodipendenze (SerT), io mi reco a Cagliari periodicamente a prelevare il “farmaco” e lo consegno al Maresciallo dei CC di Serramanna. Questi, con eccezionale disponibilità, lo distribuiscono agli “utenti” che, quindi, non si “disperdono” sul territorio, cammin facendo, lasciandosi travolgere dalle tentazioni… Riusciamo nel nostro intento? Non lo so, ma ce la mettiamo tutta e io ricordo questi anni come un periodo di eroico entusiasmo.
Povera Clelia che mi accompagna in questi percorsi senza batter ciglio! Ma io so che anche tu, Clelia, sei soddisfatta del lavoro svolto in questi anni, perché, se l’Amministrazione Comunale ha realizzato tanto, lo deve anche agli Operatori che si sono impegnati altrettanto. “Nessuno si salva da solo” dice il titolo di un bel romanzo moderno. E pensare che fino al 1980 a Serramanna non esisteva l’ufficio di Servizio Sociale!
Ora, tutti abbiamo capito bene che i servizi sociali non sono i trasporti pubblici.
Che, se poi fossero anche questo, bene! facciamo anche questo ottenendo dalla Regione Sarda l’autorizzazione all’istituzione di una linea di trasporto per gli alunni serramannesi iscritti agli istituti superiori di Sanluri. Il che è utile anche per Samassi. È la Ditta G. Pani di Serramanna che fa, ancora oggi, lo stesso servizio. In un recente incontro col signor Gigi mi son lasciata vincere dalla commozione.
Abbracciandomi, egli mi ha detto: «Signora Maria, io lo dico spesso ai ragazzi che viaggiano: se oggi avete questa comodità, lo dovete a “Lei”!». Grazie signor Gigi! Quanti viaggi in Assessorato e quante lettere concordate insieme! Abbiamo lottato e vinto assieme, con e per tutta la Comunità!
Questo è un periodo di iniziative culturali di tutto rispetto: non intendo nascondermi dietro false modestie, anche per riguardo alle persone che mi hanno aiutata e incoraggiata . Ma devo ammettere che la mia è una posizione privilegiata, giacché, non dovendomi occupare direttamente di aspetti “rognosi” dell’amministrazione pubblica, posso dedicarmi ai miei tre settori preferiti. E poi, ormai, ho il mio “manipolo”!
Si incomincia con un convegno–seminario di studi: L’organizzazione dei servizi sociali per la Terza Età nel territorio , che non ha avuto tutti i riscontri pratici sperati, per carenze finanziarie (formalmente! Forse, anch’io avrei dovuto minacciare le mie dimissioni immediate: ma non rientra nel mio stile. E poi, la Minoranza è in agguato…). È il luglio del 1982, anno internazionale della Persona Anziana. Si può dire che, a partire da questo convegno, Serramanna dà l’avvio, forse per primo fra i comuni medio–piccoli, e comunque fra i primi della Provincia di Cagliari, ad un servizio sociale che segna lo spartiacque, tra il passato e il futuro, nel rapporto tra l’Amministrazione Pubblica e il Cittadino, tra le esigenze della “Comunità” come unicum e quelle del “singolo” E questo scatto in avanti come e perchè è stato possibile? Perchè una Giunta Comunale, su proposta di un assessore–donna, con la preziosa collaborazione di un’assistente sociale giovane ed entusiasta del proprio lavoro, hanno creduto nel loro ruolo, nuovo di zecca, di promozione del benessere sociale e di confronto diretto e costante con l’utente. Collabora attivamente con l’assessore ai Servizi Sociali una Commissione di cui è parte attiva il dipendente comunale Celestino Carcangiu.
Ancora oggi, quando rifletto su questi fatti, non posso fare a meno di riconoscere:
«Il sindaco Giuseppe Zucca ha vinto la scommessa». E forse, da questo momento c’è chi incomincia a pensare: «Attenti a queste due (assistente sociale e assessore)!».
Segue l’Ottobre serramannese ‘84 che, nelle nostre intenzioni, mira ad essere “… un viaggio attraverso il tempo… alla scoperta e alla comprensione del passato per una migliore interpretazione del presente” (dalla presentazione nel dépliant). Partecipano molte personalità del mondo accademico e culturale; un nome per tutti: Vico Mossa.
Ancora: Serramanna ottobre ‘89 che prevede un ricchissimo programma realizzato anche con la partecipazione del Dopolavoro Ferroviario, della Polisportiva Atletica, della Polisportiva Gialeto. Il patrocinio è di tutto riguardo: RAS Sanità, Igiene e Assistenza Sociale e Provincia di Cagliari; Nuova Casar e Cantina Sociale del Campidano di Serramanna: come dire il fiore all’occhiello dell’economia serramannese!
In apertura si presenta il romanzo “Storie di sangue”, di Andreas Fecker, un tenente della NATO di stanza a Decimomannu. Vi si parla di talassemia. È un’occasione per lanciare, con l’autore, un concorso per le terze classi della Scuola Media. La classe che presenterà la migliore indagine sulla malattia, sarà premiata con un soggiorno di una settimana in Germania. È invitata a farne parte anche l’assessore!
Tra i vari argomenti di carattere sanitario che vengono affrontati in questo periodo sono anche il favismo, l’uso di stupefacenti, la donazione di organi e di midollo osseo.
E, arrivando al pratico, si costituisce la sezione comunale dell’AVIS e dell’AIDO.
Le locandine e i manifesti prodotti, che mi permetto di definire “artistici” (ci hanno lavorato Franco Putzolu, Flaviano Ortu, Aldo Brigaglia con il loro personalissimo stile e con “generoso” entusiasmo), dicono del lavoro fatto da questa Giunta nei suoi dieci anni di attività amministrativa.
E comunque io sono veramente soddisfatta dell’impegno profuso da tutti, Amministratori e Personale dipendente, e dei risultati (faticosamente!) raggiunti. Lo è anche il resto del Gruppo P.C.I.. Chi non condivide è la Minoranza (o “Opposizione” come la stessa preferisce chiamarsi). Questo assessore–donna è pericoloso, pensano alcuni. Si avvicina la campagna elettorale per le elezioni amministrative del ‘90. Bisogna neutralizzare questo puntello della Giunta P.C.I.: e lo si fa nel peggiore e più becero dei modi. Su una panchina della frequentatissima piazza Matteotti, compare, una mattina, una delibera ricavata da un fotomontaggio di due delibere del settore Servizio Sociale, relative a due capitoli diversi di finanziamento, uno regionale e uno comunale. Dalla fusione nasce una delibera, evidentemente falsa, che vorrebbe far credere ai Serramannesi che la Giunta, su suggerimento dell’assessore Maria Porceddu, distribuisce soldi pubblici a nuclei familiari “di comodo” e per finalità evidentemente non confessabili.
Come dire: mercato di voti… E i “nostri” anticipano i tempi (preconizzando gli
scandali moderni)!!!
È fatta: la lista del P.C.I. e con lei Maria Porceddu vanno all’opposizione…
Il nuovo Consiglio resiste poco (“chi di spada ferisce…”) e, dopo circa un anno di inefficienza, arriva anche il commissariamento prefettizio.
Non si va oltre la normale amministrazione e per il Comune è un periodo buio.
All’approssimarsi delle nuove elezioni, il P.C.I. mi chiede ancora la disponibilità, ma questa volta per l’incarico di sindaco. Accetto, con le paure e i dubbi di sempre, aggravati da una responsabilità tutta nuova che non mi lascia dormire sonni tranquilli.
Vengo eletta con 54 (o 45?) voti in più del mio avversario: sono pochini, si dice, ed è
vero, ma io “ricomincio” da +54 (o +45)!
Il P.C.I. serramannese può andar fiero della sua libertà di scelta:
– per la prima volta una donna proposta ed eletta alla dignità di sindaco;
– per la prima volta i componenti della Giunta sottoposti ed approvati dall’elettorato;
– per la prima volta una Giunta composta al 50% da assessori “tecnici”, cioè scelti dal sindaco anche fuori dalla lista dei candidati.
Sono perfettamente consapevole che non avrò vita comoda!
Ricordi di un passato….prossimo. Storia di un amministratore comunale per caso. Parte II
Ricordi di un passato….prossimo. Storia di un amministratore comunale per caso. Parte III.
Maria Porceddu 24 Settembre 2014 alle 17:39
Indubbiamente, i “Ricordi di un passato…prossimo” non sono una autobiografia; semmai, potrebbero essere la biografia di una Giunta Comunale di cui anche tu, Maria Rosaria Lasio, hai fatto parte.
Per quanto riguarda le omissioni “casuali o volute”, assicuro i Lettori: della prima categoria possono essere più d’una, dato il tempo passato e l’età di chi scrive; ma l’ ho correttamente premesso. Della seconda categoria, nemmeno una. Anzi, approfitto dell’occasione per chiedere a chi è in grado di farlo, di colmare le lacune. Personalmente, accetto sempre i consigli spassionati, da qualunque parte vengano: figuriamoci se poi vengono da un collaboratore di Giunta!
Quanto alla “agiografia”, non possiamo nasconderci che “i miracoli”, quelli a misura d’uomo, li abbiamo fatti, tutti assieme (come più volte ho scritto): Consiglio Comunale, Giunta, Operatori dei vari Uffici e Comunità serramannese (che ha creduto in noi e ci ha dato fiducia).
Se non dovessimo ammettere di aver realizzato il nostro programma, guai a noi! Dovremmo presentarci subito alla Magistratura, perché, coi tempi che corrono, rischieremmo di essere accusati di aver indebitamente percepito la nostra indennità di carica!
Io non sono una scrittrice: ho messo su carta, a modo mio, la “cronaca storica” di un periodo vissuto con intensità, col batticuore (spesso accelerato), ma anche con grande entusiasmo. Ci sono notizie non vere? A chi lo pensa o lo dubita, riconosco il diritto/dovere di evidenziarle.
A me riservo il diritto/dovere e il piacere di riferirle, anche con un sorriso o con una battuta scherzosa.
Per quanto concerne i rischi, poi, questi sono sempre in agguato: i coraggiosi e i ricchi di spirito li affrontano, gli onesti ne sorridono.
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