Dicono che domani ci sarà la guerra: resoconto
di 18 Maggio 2015 15:07 Letto 2.225 volte1
Il 28 aprile, Sa Die de sa Sardigna, al Montegranatico di Serramanna si è tenuto l’ultimo appuntamento della Rassegna di Primavera, organizzata dal Pungolo con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale.
Il folto pubblico presente ha accolto con grande interesse e partecipazione l’esordio letterario di Franco Arba, uno scrittore cresciuto a Serramanna, dove vivono ancora dei familiari, e ora residente a Bologna.
Dicono che domani ci sarà la guerra è un omaggio al coraggio e al valore degli uomini della Brigata Sassari nella Grande Guerra, ma anche al paese del cuore, Serramanna appunto, dove si stabiliscono i protagonisti alla fine del primo conflitto mondiale.
La vicenda si snoda infatti dalla partenza dei giovani per il fronte ai primi anni Trenta e, da storico, l’autore mette in campo tutti i riferimenti necessari per inquadrare la grande Storia nella quotidianità dell’epoca. In effetti la ricostruzione dei fatti e della propaganda politica anche successiva (l’occupazione di Fiume e l’avvento del fascismo), appare accurata e consente al lettore comune di riconoscere episodi e personaggi fondamentali di quegli anni come Emilio Lussu e altri esponenti di una generazione che ha molto sofferto e che molto ha contribuito al dibattito democratico e antifascista del tempo, in Sardegna e in Italia.
Accanto a questi aspetti notevoli e particolarmente significativi a 100 anni dal I Conflitto Mondiale, il romanzo arricchisce la sua trama con una intensa e complicata vicenda d’amore, dove emerge con forza la difficoltà di conciliare la passione civile con la vita quotidiana e le esigenze di una famiglia che si sta formando tra le mille difficoltà del dopoguerra. Da questo punto di vista, gli scorci sardi e sopratutto serramannesi offrono una opportuna cornice a questo filo della vicenda: il centro storico con la sua toponomastica sembrano animarsi per accogliere questi personaggi e restituire una dimensione più autentica all’intero romanzo.
Una serata ricca di emozioni dove Franco Arba ha raccontato ad amici e conoscenti le fasi dell’elaborazione dell’opera e le ragioni profonde di una sardità che emerge con forza dalla personalità dell’autore e dal carattere dei suoi personaggi, specchio certo di un modello appreso sin dall’infanzia, fatto di rigore, impegno e sacrificio. Bellissima a questa proposito la dedica del volume alla madre “che ci ha cresciuti bene”, quasi a restituire con orgoglio qualcosa di sé a chi certo ha saputo donare tutto.
Maria Grazia Cossu
Presidente dell’Associazione Culturale “Il Pungolo”
Serramanna
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