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Dicono che domani ci sarà la guerra: resoconto

di Davide Batzella Letto 2.225 volte1

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Il 28 aprile, Sa Die de sa Sardigna, al Montegranatico di Serramanna si è tenuto l’ultimo appuntamento della Rassegna di Primavera, organizzata dal Pungolo con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale.

Il folto pubblico presente ha accolto con grande interesse e partecipazione l’esordio letterario di Franco Arba, uno scrittore cresciuto a Serramanna, dove vivono ancora dei familiari, e ora residente a Bologna.

Dicono che domani ci sarà la guerra è un omaggio al coraggio e al valore degli uomini della Brigata Sassari nella Grande Guerra, ma anche al paese del cuore, Serramanna appunto, dove si stabiliscono i protagonisti alla fine del primo conflitto mondiale.

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La vicenda si snoda infatti dalla partenza dei giovani per il fronte ai primi anni Trenta e, da storico, l’autore mette in campo tutti i riferimenti necessari per inquadrare la grande Storia nella quotidianità dell’epoca. In effetti la ricostruzione dei fatti e della propaganda politica anche successiva (l’occupazione di Fiume e l’avvento del fascismo), appare accurata e consente al lettore comune di riconoscere episodi e personaggi fondamentali di quegli anni come Emilio Lussu e altri esponenti di una generazione che ha molto sofferto e che molto ha contribuito al dibattito democratico e antifascista del tempo, in Sardegna e in Italia.

Accanto a questi aspetti notevoli e particolarmente significativi a 100 anni dal I Conflitto Mondiale, il romanzo arricchisce la sua trama con una intensa e complicata vicenda d’amore, dove emerge con forza la difficoltà di conciliare la passione civile con la vita quotidiana e le esigenze di una famiglia che si sta formando tra le mille difficoltà del dopoguerra. Da questo punto di vista, gli scorci sardi e sopratutto serramannesi offrono una opportuna cornice a questo filo della vicenda: il centro storico con la sua toponomastica sembrano animarsi per accogliere questi personaggi e restituire una dimensione più autentica all’intero romanzo.

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Una serata ricca di emozioni dove Franco Arba ha raccontato ad amici e conoscenti le fasi dell’elaborazione dell’opera e le ragioni profonde di una sardità che emerge con forza dalla personalità dell’autore e dal carattere dei suoi personaggi, specchio certo di un modello appreso sin dall’infanzia, fatto di rigore, impegno e sacrificio. Bellissima a questa proposito la dedica del volume alla madre “che ci ha cresciuti bene”, quasi a restituire con orgoglio qualcosa di sé a chi certo ha saputo donare tutto.

Maria Grazia Cossu
Presidente dell’Associazione Culturale “Il Pungolo”
Serramanna

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