Francesco Virdis: street-artist
di 4 Agosto 2015 11:55 Letto 6.441 volte0
Francesco Virdis, classe 1985, diplomato al liceo artistico di Cagliari in grafica.
Laureato all’Accademia di belle arti di Firenze in grafica d’arte, arti visive e discipline dello spettacolo.
Nel corso degli anni ha preso parte a diverse esposizioni collettive e personali di pittura e illustrazione, la maggior parte tra la Sardegna e la Toscana, mentre in giro in diverse città (Cagliari, Firenze, Bologna, Taranto, Roma, Barcellona e altre) ha realizzato opere di writing e streetart all’interno ed esterno di edifici pubblici e privati.
La maggior parte della produzione artistica è composta da disegni, illustrazioni (su vari supporti e materiali) e stampa calcografiche, tutte caratterizzate dall’utilizzo quasi esclusivo del bianco e del nero creando un forte contrasto dovuto a segni e linee di diverso spessore realizzate in modo netto e preciso.
La rappresentazione si sviluppa spesso in modo improvvisato, componendo forme geometriche astratte che insieme creano un intreccio nel quale si celano immagini e parole criptate, lasciando libera l’interpretazione soggettiva.
Cosa significa per te essere un writers/muralista/graffittaro?
La prima cosa che mi viene in mente è che questi tre termini hanno in comune l’utilizzo degli stessi mezzi espressivi, tra cui l’impatto e la visibilità. Sotto certi aspetti mi sento un po’ tutti e tre, o almeno mi definivo così all’inizio quando facevo i primi lettering e i primi disegni su muro, ora fondamentalmente l’unico termine con cui mi autodefinirei è streetartist. Fuori per strada è pieno di supporti di ogni tipo su cui esprimersi, regalando alla visione di tutti le tue opere, creando arredo urbano.
Graffiti / Murales, binomio possibile?
Certo! L’arte è senza limiti, è meltinpot, è interazione. Gli artisti per primi possono crescere e sviluppare nuove idee collaborando tra loro, anche se questo purtroppo non è sempre possibile perché non tutti gli stili e le personalità dei singoli trovano punti di congiunzione. Per quanto riguarda il mio percorso sono sempre lieto di fondere tecniche e stil idifferenti. Un esempio sono alcune delle ultime opere realizzate soprattutto a Serramanna (il mio paese di residenza) dove grazie alla collaborazione di diversi artisti (tra cui Attilio Medda [leggi l’articolo], Giuseppe Todde, Fabio Virdis, Nicolò Picci, e altri) siamo riusciti a dare un nuovo volto ad alcune zone grigie e trascurate (clicca qui per vedere alcune foto). Si mette in moto una nuova visione e nuovi spunti, rivolti alle vecchie e nuove generazioni di artisti , agli abitanti del posto e agli svariati estimatori d’arte!
Che differenza c’è tra “atti di vandalismo” (sporcare un muro) e il “writing”?
Utilizzando il termine ”vandalismo” notiamo subito che non stiamo parlando di qualcosa riconducibile all’arte. Il fenomeno esiste ed è una realtà diffusa già da alcuni decenni, il giudizio non spetta a me, ognuno ha il suo criterio e la propria sensibilità, correndo i propri rischi nel compiere questi atti. Manca una forte sensibilizzazione da parte degli organi competenti riguardo questo tema, inoltre c’è da dire che in alcuni posti mancano gli spazi legali dedicati a chi vuole dipingere, tutto reso ancora più difficile da una complessa burocrazia sulle concessioni e i permessi. Ma i motivi possono essere tanti come la noia, la giovane età o semplicemente il voler lasciare un segno che li rappresenti, senza pensare alle conseguenze!
[Tratto da “Serramanna insolita – Fatti, curiosità e ricerche” Vol. 3]