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Come ho ripreso il transito della ISS sul Sole da Serramanna

di Davide Batzella Letto 2.768 volte0

di Samuele Pinna

L’idea di poter immortalare un passaggio della Stazione Spaziale Internazionale sul Sole o sulla Luna risale a qualche mese fa. Lo scorso Maggio infatti, dopo essere riuscito positivamente a fotografare il transito di Mercurio sul Sole, mi ero ripromesso di documentarmi sulla fattibilità di poter eseguire con successo lo stesso genere di cattura durante un transito apparente sul Sole della ISS con a bordo il suo equipaggio.

A differenza dei transiti dei pianeti interni (Venere e Mercurio) visibili da terra lungo un “corridoio” vastissimo, gli allineamenti tra Sole/Luna e la ISS sono limitati spesso e volentieri a piccoli corridoi spaziali larghi a malapena 10 Km. Il primo dato di cui necessitavo è stato quindi quello di conoscere in anticipo giorno, ora, minuti e secondi di un passaggio osservabile direttamente da Serramanna, il paese in cui vivo.

Durante questa fase di ricerca, ho scoperto l’esistenza di due siti che facevano al mio caso: CalcSky e ISS Transit Finder. Registratomi su Calksky ed inserite le coordinate del luogo di osservazione non ho dovuto far altro che attendere la mail di alert automatica che il portale invia ogni qualvolta gli algoritmi calcolino la fattibilità delle condizioni favorevoli per l osservazione dell’ evento. Così è successo due settimane fa, quando mi sono visto recapitare sullo smartphone l’email riportante i tanto attesi dati: Sabato 10 Dicembre 2016 – Ore 14:42:10.67.

Figura 1 – Alert Mail ricevuta dal portale CalkSky

Nei giorni seguenti la ricezione dell’alert ho quindi monitorato la situazione attraverso ISS Transit Finder ed il software gratuito Stellarium: infatti la traiettoria reale della Stazione Internazionale molto spesso può variare rispetto alle previsioni iniziali a causa di numerosi fattori esterni (per esempio l’arrivo o la  partenza delle Sojuz con a bordo equipaggio, o dei moduli di  rifornimento). Per mia fortuna le previsioni originali non sono variate sensibilmente nei giorni successivi ed ho addirittura visto incrementare il tempo utile del passaggio osservabile dalla mia postazione, dai 1,86 secondi iniziali ai 2,16 secondi stimati il giorno precedente il transito.

Figura 2 – Previsione di Transito e Durata aggiornate al giorno precedente il transito fornite da ISS Transit Finder

Ottenuto quindi il primo dato di cui necessitavo e considerato il tempo ristrettissimo dell’evento (2,16 secondi) ho dovuto scegliere con quale tecnica cercare di riprendere il transito. Le due opzioni che mi si sono presentate davanti erano sostanzialmente  legate alla strumentazione in mio possesso con la quale avrei cercato di riprendere il tutto ovvero: Canon 6D a fuoco diretto (con adattatore T-ring) su Newton 130/650 dotato di apposito filtro solare e montatura altazimutale.

La prima opzione valutata era quella di eseguire, iniziando circa 2 secondi prima dell’ora prevista, una serie di scatti multipli nella speranza di immortalare il transito della ISS all’interno del disco solare. Valutato l’alto rischio di errore (sia personale, sia in piccola parte delle previsioni che potevano rivelarsi non precise al secondo) ho optato per la seconda opzione ovvero, la ripresa di un video a 1080p (25 fps) dal quale avrei potuto ricavare, in fase di post produzione, ricavare circa 54 frame potenziali con la ISS al loro interno.

L’ultimo dato di cui necessitavo era quello che mi preoccupava maggiormente: il meteo. Chi si diletta anche amatorialmente con la fotografia a tema astronomico sa bene di cosa stia parlando: se c’è un fattore che un astrofilo, dilettante o meno che sia, non può controllare in alcun modo e di fronte al quale si deve irrimediabilmente arrendere è quello del meteo. Con enorme piacere la mattina di Sabato 10 Dicembre scopro che per una volta tanto le previsioni sono state azzeccate: cielo sereno.

A due ore dal passaggio sono quindi già sul balcone a preparare l’attrezzatura: treppiede, montatura, newton, power bank e pulsantiera. Faccio mente locale delle condizioni favorevoli che si stanno verificando: conosco il secondo preciso del passaggio, sono nel posto giusto, ho l’attrezzatura giusta e ho il meteo giusto: la buona riuscita della caccia alla ISS dipende quindi soltanto da me.

Sbagliato… Volendo effettuare qualche ripresa di prova mi accorgo dell’assenza di un dato fondamentale: il Sole non presenta macchie solari. Nei giorni precedenti le macchie solari mi avevano infatti aiutato nella messa a fuoco della ripresa, la loro assenza rischiava quindi di compromettere la buona riuscita del tutto. Decido di non allarmarmi troppo e cerco di mantenere la calma: cerco quindi di focheggiare sul bordo del disco solare ed effettuo delle prove di ripresa confrontando subito il risultato al PC.

Figura 3 – Setup utilizzato per la cattura del transito

Mancano ormai pochi minuti al transito, ripercorro la scaletta temporale che mi sono costruito in queste settimane facendo mente locale delle tempistiche studiate per l’inizio dell’acquisizione. Darò l’avvio alla ripresa 30 secondi prima del passaggio previsto e stopperò la registrazione 30 secondi dopo: all’interno di questo minuto la ISS dovrà far capolino sul disco solare e sparire dopo poco più di due secondi… dovrà farlo per certo, è tutto calcolato non può sfuggire.

I secondi che precedono l’inizio scorrono veloci nel timer dello smartphone e la sequenza sonora del countdown fa da cornice alla tensione che sale: -3, -2, -1… REC. Decido di osservare dal live view della Canon il disco solare nella speranza di intravedere la sagoma della ISS sfrecciare a 28.000 Km/h. I 30 secondi che seguono sono un mix di domande, dubbi e tentativi di training autogeno: avrò focheggiato a dovere? E se la registrazione si bloccasse da un momento all’altro senza motivo? Ma continuo a ripetermi che tutto è stato calcolato al secondo: la ISS dovrà comparire per forza.

Passati i 30 secondi entriamo, io e la mia mente, in religioso silenzio. Le pupille si dilatano, il cuore accelera e l attenzione è tutta rivolta al piccolo schermo della Canon dove il pallino bianco del disco solare fa da protagonista. Passano i secondi ma non riesco a vedere nulla.. 5, 6, 7.. nulla. Eppure deve vedersi, siamo nel periodo calcolato! 15, 16, 17.. nulla… Nessun movimento, nessuna ombra, 20, 21, 22. Possibile che abbia sbagliato qualcosa? Forse gli ISO sono troppo alti e ho “bruciato” la sagoma della ISS? Ma l’occhio cade subito nel display indicante 100 ISO, quindi è tutto ok. 28, 29, 30… STOP fine dei giochi. Rimango fermo per qualche secondo, e inizio a pensare che purtroppo qualcosa è andata storta. Dannazione, chissà quanti mesi dovrò attendere per una nuova possibilità… E chissà se in tale occasione potrò tentare la ripresa o se il meteo me lo permetterà. Deglutisco, e con la coda tra le gambe inizio a portare dentro casa l’ attrezzatura e man mano che l’adrenalina inizia a scendere riprendo a pensare tra me e me: era tutto perfetto, tutto calcolato, tutto nei tempi previsti, non è possibile che sia andato storto qualcosa. Abbandono parte dell’attrezzatura sul balcone, prendo la camera e recupero la Memory Card. Riverso il video sul PC, mi siedo e faccio partire il filmato. 1, 2, 3.. i secondi passano, 10, 11, 12.. di nuovo pupille feline, ipersalivazione e battiti a 180 pulsazioni, 28, 29, 30… devi essere qui.. dove sei? 31, trentad… ECCOLA!!! Eccola… Parola di appena sei lettere… Non faccio in tempo nemmeno a dirla per intero.. Eccol… e la ISS ha già percorso di taglio il disco solare ed è già sparita! Sapevo di non aver sbagliato, sapevo di aver calcolato tutto e sapevo che avrei potuto farcela! E sapere di essere riuscito a filmare il nostro avamposto spaziale davanti al sole con i suoi 28.000 km/h a 300 km di altezza mi appaga non poco.

Smaltita l’euforia iniziale mi preoccupo di estrarre 105 fotogrammi dalla sequenza utile del video acquisito e li fondo su Photoshop in un unico livello per apprezzare ancor di più il transito. Aumento quindi i contrasti e applico un retino colorato per abbellire il risultato. L’ immagine finale è la seguente e pur non essendo priva di imperfezioni rimarrà per tanto tempo impressa nella mia mente. C’è voluto del tempo, ma ne è valsa la pena!

Articolo su Coelum

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