Novità per S’Incontru 2017
di 11 Aprile 2017 17:35 Letto 4.293 volte0
di Paolo Casti
Correva l’anno 2013, appena quattro anni son stati sufficienti per far sì che l’innovazione de “S’Incontru” condiviso nel segno della fratellanza e dell’alternanza restasse solo un ricordo.
Un ritorno alle origini? Un solo ed unico incontro nel luogo più adatto e più consono alla memoria storica del grosso centro del Campidano, qual è Serramanna? No… Tutt’altro.
Premonitore e precursore appare ora alla luce degli ultimi dettami, dell’Arcivescovo pare, il racconto «L’incontro» (Ed. L’Arcipelago Einaudi – ISBN 9788806212667) di Michela Murgia (già citato nell’articolo https://www.aserramanna.it/2013/03/sincontru/), che così recitava:
“… nell’estate del 1986 qualcosa, a Crabas, è destinato a mettere in crisi quel presente plurale così naturale e così dato per scontato: il vescovo Sparedda, ormai vicino al pensionamento, si mette in testa di fondare in paese una nuova parrocchia intitolata al Sacro Cuore di Gesù, che farà compagnia a quella di Santa Maria, da sempre «il polmone della comunità». Imprevedibilmente, Crabas si spacca tra favorevoli e contrari. E per la prima volta il confine tra noi e loro diventa una frattura che attraversa le vie del paese. La tensione aumenta man mano che ci si avvicina alla cerimonia dell’incontro. Orgoglio di Crabas.
L’incontro è la processione più importante dell’anno: non una, ma due statue – quella della Vergine e quella di Gesù – se ne vanno a zonzo su due percorsi diversi, per incontrarsi infine nella piazza principale. Ma cosa può succedere se, per colpa di parroci e parrocchiani incapaci di mettersi d’accordo, le statue che si aggirano per il paese sono addirittura quattro?”
Nel 2013, questo stralcio di racconto faceva da introduzione al fatto che si stesse istituendo l’alternanza tra le due parrocchie affinché il momento clou de “S’Incontru” si svolgesse vicendevolmente, ad anni alterni, in prossimità dell’una o dell’altra parrocchia in pieno senso di fratellanza e di unione tra le due parrocchie del paesone, con la benedizione dell’Arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio, nell’anno del Signore 2015 (filmato a fine articolo), che ha visto la sua partecipazione attiva al fianco dei parroci Don Giuseppe Pes (Parrocchia di San Leonardo) e di Don Pietro Mostallino (Parrocchia di Sant’Ignazio da Laconi).
Dopo quattro anni di celebrazioni alterne, probabilmente i malumori mai sopiti da ambo le parti hanno generato la novità di quest’anno, imposta, pare, sempre dall’Arcivescovo Miglio, tanto che per la prima volta sfileranno due processioni distinte de “S’Incontru” la mattina di Pasqua.
Il precetto del vescovo modifica quindi la Pasqua dei serramannesi, che vedeva la Madonna partire da Sant’Ignazio e il Cristo risorto da San Leonardo, o viceversa, con l’incontro in piazza Matteotti; quest’anno saranno due processioni distinte secondo la seguente articolazione:
Parrocchia di San Leonardo:
Ore 10:45 Processione dell’”Incontro”
Il Risorto: Parrocchia, Via Vittorio Emanuele, Via Leopardi, Via Roma, Piazza Martiri (luogo dell’incontro), Parrocchia
La Madonna: Oratorio, Via Torino, Via Sardegna, Via Oristano, Via Roma, Piazza Martiri (luogo dell’incontro), Parrocchia
Parrocchia di Sant’Ignazio:
Ore 10:00 Processione dell’”Incontro”
Il Risorto:Via Satta, Corso Italia/Via Sassari (nello slargo è previsto il luogo dell’incontro)
La Madonna:Via Rimembranze, Via Giotto, Via Verdi/Via Sassari (nello slargo è previsto il luogo dell’incontro)
«Col rischio che una Madonna incontri il Figlio dell’altra», come ha sentenziato ironicamente qualche parrocchiano più smaliziato.
Lontani sono i tempi in cui a Serramanna erano le Confraternite a regolare il svolgersi di questi toccanti avvenimenti nel pieno rispetto delle tradizioni.
I Confratelli del Rosario (frati bianchi), partivano in processione accompagnando la Madonna dalla Chiesa di San Sebastiano nel cui convento avevano la sede, mentre dalla Chiesa di Sant’Angelo veniva incontro la processione del Cristo Risorto, accompagnato dai Confratelli delle Anime (frati rossi) e si incontravano nella piazza principale del paese (l’attuale Piazza Martiri).
Eloquente e spunto di riflessione è il pensiero di Gustave Le Bon, antropologo, psicologo e sociologo francese, che disse:
“Le due grandi occupazioni dell’uomo da che egli esiste, sono state quelle di crearsi un insieme di tradizioni e poi di distruggerle allorché i loro benèfici effetti si erano esauriti. Senza stabili tradizioni non vi è civiltà; ma senza la lenta eliminazione di queste tradizioni, non vi è progresso”.