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Convalida degli eletti al Consiglio Comunale di Serramanna

di Andrea Mura Letto 2.190 volte0

di Maria Porceddu Ortu

“Alea iacta est”: il dado è tratto, dicevano gli antichi Romani. E contro il verdetto dei dadi non c’era nulla da obiettare. Oggi i dadi sono sostituiti dalle schede elettorali, ma contro il risultato delle schede si può ricorrere e, talvolta, cambiare il risultato dei giochi. Non è il caso della elezione del sindaco Sergio Murgia per la quale nessuno ha trovato motivi ostativi.

Ma, tant’è! Il sindaco Murgia è sempre il solito, non si smentisce mai e ancor prima di essere convalidato dall’Assemblea consiliare ha trovato il modo di farne una delle sue, trasformando lo spazio della sala destinato al Pubblico in sala teatrale, con tanto di cartelli “riservato” sulla prima fila di poltroncine. Ma riservate a chi? Il sindaco Murgia scuserà la mia indignazione.

Egli ancora tarda a prendere atto che quel Pubblico che lui voleva relegare “dietro” la prima fila è, invece, quello più importante, che può determinare la sua sconfitta o il suo successo, a seconda della linea politica che seguirà nei suoi programmi di governo. Certo i politici regionali sono rispettabili, ancor più se sono consiglieri o segretari di un assessore del proprio partito, ma non sarebbe stato più strategico, considerate anche le polemiche che hanno accompagnato la sua campagna elettorale, farsi insignire della fascia tricolore da un giovane di Serramanna, il quale avrebbe portato nella sua memoria e nel suo futuro questo ricordo emozionante di cittadino costruttore e sostenitore di democrazia? Ma il sindaco dirà, il Pubblico ha approvato con uno dei suoi più fragorosi applausi della serata. Già. Ai  miei tempi si sapeva che il Pubblico assiste (non partecipa) alla cerimonia in religioso silenzio.

Ma, si sa, oggi non c’è più religione che tenga, nemmeno in tema di galateo comportamentale.

E non parliamo, poi, dell’omaggio floreale alle “sole” consigliere di maggioranza. Riconoscere il valore degli avversari e averne rispetto, nulla toglie alla propria vittoria, ma fa parte della convinta acquisizione del gioco democratico, di cui la minoranza è parte legittima imprescindibile, e di  una raggiunta maturità politica che altrimenti è, purtroppo, ancora tutta da dimostrare.

Mi rivolgo ora direttamente a lui: “Sindaco, si vergogni! Lei si sarà pure sentito un cavallo di razza, da competizione, ma come cavaliere fa semplicemente pena!”

Serramanna, 26 giugno 2017

 

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