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Un invito che suona quasi come un ordine: devi scrivere. Don Bruno Pittau racconta la storia della Parrocchia di Sant’Ignazio

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Inizia oggi un percorso mensile curato da Mons. Bruno Pittau sulla storia della parrocchia di Sant’Ignazio da Laconi, nata l’11 novembre 1971 e che volge ormai al festeggiamento dei suoi primi cinquant’anni.

Da oggi, ogni undicesimo giorno del mese Mons. Pittau condividerà con i nostri lettori un articolo.

Buona Lettura.

Un invito che suona quasi come un ordine: devi scrivere.

di Mons. Bruno Pittau

Carissimi Serramannesi ex parrocchiani e non,

L’undici di novembre del 1971, il Cardinale Baggio firmava l’atto di nascita della Parrocchia di S. Ignazio, ipotizzata prima come Parrocchia Santa Maria.

Come Parroco Fondatore, benché ufficialmente sia scomparso, per i motivi che attualmente tralascio, iniziando a celebrare il primo cinquantennio non posso non essere con voi, miei ex parrocchiani e con tutto il popolo di Serramanna a celebrarne l’evento.

Mercoledì, 13 Ottobre 2004, dopo essere stato a Cagliari, ospite di mio fratello Monsignor Dino Pittau, invitato da me per ammirare l’opera realizzata sulla vita di S. Ignazio dal ceramista di fama nazionale, Claudio Pulli, era mio ospite, la seconda volta, il Vescovo emerito di Nuoro, S.E. Monsignor Giovanni Melis Fois, ha osservato a lungo e con attenzione le undici scene, un’opera tra le più grandi della produzione artistica del rinomato ceramista, e ha preso pure visione, con interesse, dei vari lavori di adeguamento alle norme liturgiche, nella ristrutturazione operata nel 1995. Ho fatto omaggio al Presule, di un opuscolo sulla Parrocchia di S. Ignazio, preparato in occasione del 30.mo anniversario della fondazione.

Data la confidenza e la cordialità che ci lega, gli ho ricordato, che quando è stato ospite la prima volta, si era ancora nel prefabbricato, Mons. Melis restò colpito della povertà della sede, per necessità e mancanza di mezzi, francescana nel vero senso della parola.

Dalle fessure del tetto in eternit, entravano gli uccellini, il loro cinguettio disturbava il regolare svolgersi delle funzioni religiose, svolazzavano liberamente ovunque dentro chiesa, lasciando cadere dall’alto, i loro “regalini” sempre inopportuni. Mi disse: “Don Bruno, questa chiesa è sicuramente francescana, fossi in te, la lascerei sempre cosi”. “Eccellenza, – risposi — mi auguro proprio di no, anche perché i passeri, non sempre sono educati e i loro regalini, che fanno cadere addosso, non sono mai graditi da chi li riceve”, inoltre il loro cinguettio, è un elemento di distrazione, soprattutto per i bimbi. Mi ha ringraziato per il libretto ed ha convenuto, che ora la sede, certamente era più consona e degna di quella visitata la prima volta ed ha concluso: “Don Bruno, per dar gloria al Signore, devi scrivere un libro sulla vera storia di questa Parrocchia”. Ne avevo già mezza intenzione, anche per aggiornare e ampliare l’opuscoletto sulla Parrocchia di S. Ignazio. Sollecitato da un Vescovo, poi avergli anche manifestato le difficoltà e le ingiustizie subite da parte del Comune e della stessa Chiesa, perché sempre ho stimato Mons. Melis, sincero, vero Pastore ed amico, cogliendo il suo invito, che per me è stato come una speciale consegna, ho intrapreso a scrivere, nella speranza che la mia fatica, nonostante quello che riporterò, non sia sempre positivo, ma certamente reale, serva veramente per dare gloria al Signore. Quello che è materiale, costruzione, statue e oggetti sacri vari, resta visibile e si può ammirare.

Scrivendo, si tratta ora di tentare di offrire, in qualche modo, una traccia, della vita spirituale e sociale della Parrocchia, nei suoi primi quarant’anni di vita.

Riflettendo sul suggerimento del Vescovo, sono arrivato alla conclusione, che avendo vissuto in prima persona, i fatti accaduti in Parrocchia, anzi di certi, solo io ne sono a conoscenza, “scrivere”, per me, non è assolutamente un optional, ma direi, è quasi un preciso e stretto obbligo. Ad essere sincero, il libro, senza averlo immaginato di proposito, ho incominciato a scriverlo, non appena sono arrivato a Serramanna. Oltre ad attendere alla mia missione di Parroco, già dall’inizio, ho incominciato, a prendere nota sui vari avvenimenti.

Lo stesso monsignor Tonino Cabitzosu che ha fatto la relazione sull’Archivio, si è meravigliato dell’abbondanza dei documenti custoditi, prodotti sin dall’inizio. Essendo l’autore della stesura di tutti i documenti custoditi nell’Archivio Parrocchiale, talora, ho cercato solo di correggere lievemente la forma letteraria, ma la sostanza è invariata, è sempre la stessa. Con questo mio lavoro, voglio rendere di dominio pubblico l’enorme raccolta di documenti che ho lasciato nell’Archivio Parrocchiale di S. Ignazio e per quanto mi è possibile tentare di fare anche cenno della vita spirituale e sociale della Parrocchia e della vita meno conosciuta e meno ufficiale di un parroco e cosi, colmare la lacuna in fatto di mancanza di pubblicazioni sulla Parrocchia.

Volendo condensare la storia della Parrocchia in una frase, non dubiterei minimamente a riassumerla cosi: “Un’ingiustizia in campo umano ed anche ecclesiale, durata quarant’anni, ma una Parrocchia sempre sorretta dalla grazia del Signore e della speciale protezione di S. Ignazio”.

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