Secondo appuntamento con Don Bruno Pittau: è pronto il libro ufficiale sulla prima parrocchia di Sant’Ignazio
di 11 Dicembre 2020 18:30 Letto 2.722 volte0
di Don Bruno Pittau
Carissimi Serramannesi ex parrocchiani ed Amici.
Ho avuto a disposizione, il tempo necessario, e dopo una prolungata riflessione, avendo vissuto da attore, giorno per giorno, ogni avvenimento lieto o triste ho maturato l’idea, di scrivere questo libro – a perenne memoria – sul primo periodo della Parrocchia di S. Ignazio, avendola fondata e retta per 40 anni da Parroco Fondatore, di fatto diventa, in qualche modo, il libro ufficiale della Parrocchia. Con quali pretese, ora lo presento a voi, cari ex miei Parrocchiani, che nonostante l’assenza fisica forzata dalla Parrocchia, non ho mai dimenticato? Questo mio libro, non ha la presunzione di essere un capolavoro letterario, scritto per partecipare a qualche concorso, non è solo un libro che riporti con fedeltà, e in un certo ordine cronologico l’avvicendarsi degli eventi accaduti.
Voglio che sappiate, quali erano le mie idee e i miei progetti, senza manomissioni. Lo metto a vostra disposizione, perché per me è stato, quasi un amico fedele, che ho avuto sempre a fianco, pronto a prendere nota dei fatti avvenuti, delle mie riflessioni, dei miei stati d’animo, ma anche sempre vigile a segnalare, le varie gravi ingiustizie subite dalla Parrocchia, in campo civile, da chi per ideologia politica, si è rifiutato di applicare le leggi dello Stato Italiano, negandoci i diritti che ci garantivano, in primis, quella di assegnarci il terreno su cui poter costruire Chiesa ed Opere, dovutoci in forza alla Legge 865, in seguito per non averci elargito, per tanti anni, i sussidi che la legge Regionale Bucalossi ci assegnava, penalizzandoci gravemente, ritardando o addirittura negando l’attuazione di alcuni progetti che avevo in programma di realizzare.
A tratti, evidenzia un po’ di pessimismo, soprattutto, quando ricordo le gravi ingiustizie, che, di fatto, si potevano, evitare, ma non é avvenuto.
Rende pure note le prevaricazioni in campo ecclesiastico, quando i vari Vescovi e i Confratelli Parroci, non hanno esercitato il loro ruolo, con giustizia e carità, danneggiandoci materialmente e moralmente.
Di prepotenze subite, in campo ecclesiale, ne ricorda due in modo particolare: al nascere ci è stata assegnata la chiesetta di Santa Maria, ove la Comunità ha mosso i primi passi. Per gli intrighi del Parroco, don Eugenio Zucca, che invece di seguire Norme e Leggi della Chiesa, ha cavalcato il rimpianto di qualche tradizionalista nostalgico, per altro anche poco praticante, e nel 1983, con l’inganno, contro la legittima decisione del Cardinal Baggio, mi ha portato per motivi di salute, a dover rinunciare alla giurisdizione sulla chiesetta, facendola ripassare alla Parrocchia di S. Leonardo, nel totale silenzio colpevole della Curia, che non è intervenuta per far rispettare quanto aveva deciso il Cardinale Baggio.
L’altra è la mancata risposta alla mia incalzante e stringente domanda, se la Parrocchia di S Ignazio, fosse da considerare appartenente alla chiesa di Serramanna o meno. In caso positivo, perché non sia conseguita la relativa divisione dei beni della Chiesa locale, problema inizialmente, trattato dal Cardinale Baggio, ma per la chiusura d’animo di don Vitale Vacca, e in successione poi dei vari altri parroci, che si sono alternati, non si è mai voluta trovare, un’equa soluzione al problema, perché ci si è sempre rifiutati di affrontarlo. Eppure S. Ignazio è alla pari di S. Leonardo una parte di Serramanna.
Quando ho lasciato liberamente, la Parrocchia, credendo che dopo quarant’anni, fosse un bene per la Comunità, essere guidati da un altro sacerdote, don Pes, stava e sta ancora valutando se sia il caso di darci qualcosa, di quanto già, ci spetta per giustizia. Anche i vari Vescovi, risparmiandosi l’incomodo di dividere i beni che dovevano essere comuni, hanno mancato al ruolo di “giudici imparziali”, a scapito della Nuova Parrocchia. È giusto, ma soprattutto normale, che in una famiglia, l’ammasso dei beni, pochi o molti che siano, venga assegnato unicamente al primo figlio, senza che non si destini niente a chi nasce dopo? Questa è la grave ingiustizia avvenuta a Serramanna, che ha incrinato sempre il rapporto tra le due parrocchie. S. Ignazio, al suo nascere, é stata dichiarata chiesa sorella, pari nei diritti e nei doveri, e nonostante le disposizioni del Codice di Diritto Canonico, che propone l’equa divisione, tra la matrice e la parte scorporata. È sempre prevalso l’egoismo dei parroci di S. Leonardo, che pieni di ingordo individualismo, tutti, chi più e chi meno, vergognosamente si sono opposti, alla divisione dei beni, complice l’inettitudine dei vari Vescovi, che benché ripetutamente sollecitati, pur potendo e dovendo intervenire, non hanno mai voluto fare giustizia. Addirittura si è arrivati a dire, che non ci apparteneva niente di quei beni, perché non abbiamo mai pagato alcuna imposta. Cosa si doveva pagare, se mai non ci è stato concesso di possedere parte di quelle terre? Per tacitare i miei persistenti lamenti e mettere a tacere una voce scomoda, mi é stato proposto, caso inconsueto per chi è parroco fondatore, un trasferimento, in una Parrocchia di prestigio: quella del S. Cuore a Quartu, dando per scontato, il mio sicuro assenso.
Se avessi accettato, la questione di S. Maria e quella dei beni da dividere, pur non avendola mai affrontata, sarebbe stata messa per sempre a tacere. Per coerenza non mi sono piegato. L’intrigo non ha funzionato. Leggendo il libro, troverete infinite volte, la richiesta di risolvere questi due problemi insoluti. Rimesso il mandato da Parroco “ora” sarà questo libro, a denunciare la mancata soluzione dei due problemi accennati. S. Maria, resta ed è di tutto il paese di Serramanna, ma anche S. Ignazio è Serramanna, verità che non si ha mai completamente voluta riconoscere. Ai fedeli, se non debitamente aizzati, poco interessa, se ad avere le chiavi della chiesetta, come è avvenuto dall’ottobre 1971 sino all’8 settembre 1983, avesse continuato a custodirle il Parroco di S. Ignazio, sul cui territorio è ubicata la chiesa e gli era stata assegnata ufficialmente, istituendo la Nuova Parrocchia. Con vero orgoglio devo dire, che in quegli anni, S. Maria, ha avuto il massimo del suo splendore.
Per i fedeli, d’ambo le Parrocchie, conta piuttosto il poterne usufruire in modo dignitoso, e che le funzioni vengano svolte col giusto e dovuto decoro. Forse un giorno, il problema, sarà risolto, lo ha già mezzo dichiarato Mons. Canestri, quando nelle Missioni del 1986 è venuto in visita in Parrocchia, nel giorno dedicato alle vocazioni. Rilevando la scarsità dei sacerdoti, ha detto, che se il clero continuava a diminuire ancora, si vedrebbe costretto, a mandare un unico sacerdote a reggere le due parrocchie. Al momento, storicamente, resta sempre, una grossa ingiustizia, non risolta, perché mai affrontata. Ciononostante ho avuto parrocchiani favolosi, che a prezzo di tanti sacrifici, mi hanno sostenuto per andare avanti, e si è realizzato assieme, un’opera di cui – oggi – preparandoci a celebrare il suo primo cinquantennio, possiamo sentirci tutti orgogliosi.
Io annottavo sul libro storico, avvenimenti, sfoghi e dispiaceri. Una volta, che li confidavo a questo mio fedele amico, sempre disposto e pronto a riceverli, pareva si attutisse ogni dispiacere e un po’ si immunizzasse, anche la sofferenza. Nel libro che sta per uscire riporto anche curiosità e aneddoti, che solo io sono in grado di rendere noti, perché da me vissuti in prima persona. Essendo un libro anche a carattere storico, riporto anche qualcosa di negativo, che certo non fa onore. Più che rispettare la cronologia, cerco di rivedere questi 40 anni in una visione d’insieme, unificando avvenimenti anche se accaduti in tempi diversi, creando per lo più dei punti d’interesse, in modo che la lettura risulti omogenea il più possibile. Nella visita pastorale del 2005, quando Mons. Mani, ha sentito esporre la storia della Parrocchia di S. Ignazio, ha ripetuto più volte: “Non sapevo che avevate avuto un passato così tormentato. Se penso ai sacrifici di don Bruno, ha continuato, davanti all’assemblea partecipe, veramente, mi viene da commuovermi”. E dopo che è stato informato ed ha saputo, cosa ha fatto, per cercare di porre rimedio alle evidenti ingiustizie? Nulla, nulla, nulla… se non di formulare queste parole di commiserazione.
Ora la storia della Prima Parrocchia, intitolata al Grande Santo Sardo, così come è stata vissuta l’affido alla benevola lettura dei parrocchiani. Non mi sento, né voglio condannare nessuno.
Ho voluto raccontare, spero con obiettività, la storia come è stata vissuta e vorrei che nessuno si scandalizzasse, né si offendesse, scoprendo la verità, un tantino diversa da come se l’aspettava o gli è stata proposta. Auguri a tutti di un buon inizio di celebrazione. Saluto tutti con affetto. Che Sant’Ignazio e la Madonna di Monserrato benedicano tutti. Arrivederci, preparerò un articoletto ogni undici del mese per far conoscere Notizie e Curiosità sulla Parrocchia di S. Ignazio.
Precisazioni. La Parrocchia è nata il 1 novembre 1971. Sbadatamente ho messo l’undici. Senza volerlo, ho rivelato un mio segreto personale, l’11 settembre 1974, per le difficoltà di fare la festa di S. Maria, dopo aver ceduto i diritti al Parroco di S. Leonardo, visto che la Curia non si pronunciava, ero ben deciso a lasciare l’incarico chiedere un trasferimento, per le enormi difficoltà. Fu mons. Bonfiglioli che quasi mi obbligò moralmente, convincendomi a restare, dichiarandomi tutto il suo affetto, per cui, personalmente, considero quella la vera data ufficiale della nascita della Parrocchia: volevo lasciare, ma a denti stretti, sono stato convinto a portare avanti la dura missione, ecco perché la considero la data ufficiale della nascita della Parrocchia.
Grazie per le telefonate avute, esternandomi il gradimento per il mio primo intervento.
In considerazione della solennità del momento, ho sentito il bisogno di essere particolarmente vicino ai miei ex parrocchiani, per esternare ancora il mio affetto, perché non vi ho mai abbandonati dal sentirvi ancora figli spirituali. L’essere padre, non è un legame che nel tempo duri parzialmente, ma è un sentimento che permane per sempre.